Corea del Nord, Fed e uragano Irma vero sostegno per l’oro?

A cura di Névine Pollini, Senior Analyst Commodities di Union Bancaire Privée
Di recente, l’oro ha visto un forte rialzo, raggiungendo i massimi da dodici mesi a 1.357 dollari, grazie, fra gli altri fattori, alla crescita della domanda per beni rifugio alimentata dall’incremento delle tensioni geopolitiche fra gli Stati Uniti e la Corea del Nord.
Anche il dollaro più debole e i minori rendimenti dei bond causati all’incertezza sulla politica monetaria della Fed in seguito ai contrastanti dati macro statunitensi (in particolare il tasso di disoccupazione) hanno offerto supporto all’oro.
L’impatto devastante degli uragani Harvey e Irma probabilmente azzererà ogni possibilità di rialzo dei tassi statunitensi quest’anno. Inoltre, anche il commento del membro del FOMC, Lael Brainard, sul fatto che l’inflazione rimarrà bassa (sotto il target del 2% della Fed) e il suo suggerimento di posticipare il prossimo rialzo ha contribuito alla solida performance dell’oro.
In un periodo più di breve termine, tuttavia, l’oro potrebbe ritrovarsi sotto pressione poiché le posizioni lunghe e speculative della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) sono ai massimi a un anno (fattore che generalmente non è un indicatore positivo per l’immediato futuro), Irma ha ridotto la sua intensità, la Corea del Nord non ha mostrato i muscoli durante il giorno di fondazione della Repubblica, il 9 settembre, e il presidente Trump e i democratici hanno raggiunto un accordo temporaneo, fino a metà dicembre, sull’estensione del tetto al debito USA, il quale sarebbe stato raggiunto alla fine di questo mese.
Ciò nonostante, il dibattito su questo ultimo tema dovrebbe tornare a risollevarsi prima o poi, contribuendo all’indebolimento del dollaro.
La Fed dovrebbe far chiarezza sulle sue previsioni di politica monetaria durante il prossimo meeting del FOMC il 20 settembre. Il mercato obbligazionario al momento ha un outlook molto positivo per la traiettoria delle politiche della Fed, scontando circa 30 punti base di irrigidimento nei prossimi 24 mesi e prezzando solo una mossa con certezza per settembre 2018. Tutto questo potrebbe aiutare a sostenere i prezzi dell’oro intorno al livello di supporto di 1.300 dollari.

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