Applichiamo il fattore umano all’investimento in indici

A cura di Dr. Chandra Seethamraju, Director di Systematic Modeling, Franklin Templeton Solutions
Da decenni, Franklin Templeton è convinta sostenitrice della gestione attiva. Riteniamo che le capacità e le analisi proprie della supervisione umana dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale nel processo d’investimento. La comparsa dell’investimento fattoriale e l’evoluzione degli indici tradizionali hanno creato nuove opportunità di conferire un tocco umano a quello che è stato tradizionalmente considerato lo spazio dei fondi negoziati in borsa passivi.
Secondo il neurologo e psichiatra austriaco Viktor E. Frankl, “l’uomo è un essere che decide”. Ma per molti aspetti della nostra vita moderna, sembra che l’uomo stia delegando il processo decisionale ai computer. Quando facciamo shopping online, ci imbattiamo in raccomandazioni, suggerimenti per la musica nei siti di streaming, potenziali partner nelle App di appuntamenti. Tutto ciò si basa su algoritmi.
Sebbene il nostro processo decisionale possa sembrare semplicemente delegato ad un computer, in ogni caso la tecnologia si muove entro determinati parametri che sono stati stabiliti dall’uomo. Al centro di ogni esempio vi è un essere umano che ha adottato la decisione finalizzata a costruire la struttura in cui opera l’algoritmo. Quanto più il progettista umano è capace e intuitivo, tanto migliore è il potenziale esito per l’utilizzatore umano.
Come società con sede centrale globale nella Silicon Valley californiana, riteniamo di essere particolarmente consapevoli del potere e del potenziale degli algoritmi e della tecnologia sul fronte della semplificazione e del miglioramento della vita moderna.
Riconosciamo e favoriamo la preziosa interazione tra l’uomo e la tecnologia. È una delle ragioni per cui siamo stati storicamente – e continuiamo ad essere – forti sostenitori della gestione attiva degli investimenti, nonostante l’aumento di popolarità degli approcci passivi basati su indici.
Avvento dell’approccio Smart Beta. I portafogli smart beta vanno da quelli piuttosto semplici a quelli alquanto complessi. Uno degli approcci più semplici prevede la detenzione di titoli in ponderazioni uguali, piuttosto che ponderarli in base alla capitalizzazione di mercato.
Per contro, un approccio quantitativo prevede un processo sistematico di analisi, selezioni, ponderazioni e ribilanciamenti delle partecipazioni in portafoglio sulla base di determinate caratteristiche degli stili d’investimento conosciute come fattori. Alcuni si concentrano su un solo fattore, mentre altri combinano vari fattori in un singolo portafoglio.
I tradizionali indici ponderati per la capitalizzazione di mercato hanno notoriamente alcune limitazioni. Sono per natura retrospettivi e anziché concentrarsi su titoli con potenziali opportunità, rispecchiano titoli che hanno registrato buone performance in passato (titoli a mega capitalizzazione), titoli che sono stati scambiati a multipli elevati o che rientrano in settori popolari. La gestione attiva cerca invece di identificare il potenziale e di utilizzarlo.
Negli ultimi anni, gli investimenti in indici hanno registrato un’evoluzione, soprattutto grazie alla comparsa di approcci avanzati alla costruzione degli indici. Uno di questi è conosciuto come smart beta.
In parole povere, i tradizionali indici ponderati per la capitalizzazione di mercato rispecchiano un approccio teorico. Seguono un semplice indice generalmente basato sulla capitalizzazione di mercato. Al contempo, lo smart beta adotta criteri (o fattori) diversi dalla capitalizzazione di mercato.
Gli approcci vanno da quelli relativamente semplici ad altri più complessi. I fondi negoziati in borsa (exchange-traded funds, ETF) sono pertanto progettati per replicare questi indici su misura.
Il fattore: un marcatore di DNA. Un fattore è una caratteristica primaria di un investimento che spiega il comportamento di un titolo in lunghi periodi di tempo. Un fattore può essere paragonato ad un marcatore del DNA di un investimento che lo fa rispondere a determinati eventi, determinandone il comportamento nel tempo.
I titoli possono essere raggruppati sulla base dei fattori primari che hanno in comune. Alcuni fattori hanno fornito agli investitori rendimenti positivi superiori agli indici di mercato nel lungo periodo, denominati “premio di rendimento”.
I fattori che hanno fornito un premio di rendimento nel corso del tempo comprendono:

  • Qualità: società con una stabile crescita degli utili.
  • Valore: titoli che presentano prezzi interessanti rispetto alle valutazioni storiche e previste e che hanno storicamente distribuito dividendi allettanti.
  • Momentum: società che hanno dimostrato forti performance negli ultimi sei-dodici mesi.
  • Volatilità: titoli che hanno dimostrato una variabilità di rendimenti inferiore alla media.

Nel corso degli anni, abbiamo visto affermarsi e sparire molte mode nel campo degli investimenti. Vi sono certamente alcuni commentatori a giudizio dei quali lo smart beta non è altro che una di queste mode.
Noi non siamo di questo parere.
Riteniamo che lo smart beta sia un progresso nel mondo binario della gestione attiva e passiva. A nostro avviso, i progressi a livello di costruzione degli indici e progettazione dei portafogli rappresentano un’opportunità per gli investitori dotati degli strumenti appropriati e delle competenze per migliorare potenzialmente, nel corso del tempo, le performance degli investimenti rettificate per il rischio. È un aspetto che molti investitori sono destinati a trovare interessante.
Riteniamo che vi sia l’opportunità di applicare ulteriori migliorie allo smart beta. Ciò comporta l’applicazione di capacità di ricerca, esperienze ed analisi focalizzate sulla sfera della gestione attiva per la costruzione strategica di indici sofisticati.
Gli indici basati sulla capitalizzazione di mercato hanno svolto una funzione utile come indicatori della performance di mercato generale e come benchmark rispetto ai quali misurare la performance dei gestori attivi. Crediamo che la struttura di indici basati su regole che analizza l’esposizione di singoli titoli a fattori specifici, offra un approccio più avanzato, orientato al futuro e più ricco di sfumature, al conseguimento di esiti di mercato specifici.
Anche un indice determinato in base a ponderazioni di mercato è esposto a fattori come qualità, valore, volatilità e momentum. Per i fondi indicizzati, queste esposizioni sono determinate dai rialzi e ribassi del mercato mobiliare su cui si basano gli indici ponderati per la capitalizzazione di mercato.
Riteniamo che per la maggior parte degli investitori, soprattutto quelli miranti ad un esito non dettato dall’esposizione di mercato, sia preferibile programmare un’esposizione fattoriale, anziché subirla passivamente in funzione delle fluttuazioni di mercato. Pensiamo che un approccio fattoriale sistematico offra il vantaggio di sapere sempre esattamente quali fattori siano i propulsori dei rendimenti dell’indice scelto.
Siamo del parere che tale approccio combini l’attrattività e l’intuizione degli approcci passivi più sofisticati – ossia trasparenza, diversificazione, metodologia basata su regole e costi inferiori – con la prudenza e le prospettive di un gestore che utilizza ricerche per determinare esposizioni specifiche che perseguono l’esito desiderato. Ecco perché riteniamo che un indice progettato e costruito sulla base di fattori di rischio non debba ignorare il fattore più importante di ogni altro: il fattore umano.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!