Il presidente Obama parla e rincuora gli animi

Barack Obama ieri sera (alle tre del mattino italiane) ha parlato alla nazione utilizzando come palco quello del Congresso degli Stati Uniti, riunito in seduta plenaria.

L’attesa per l’evento era alta, visto che per tutta la scorsa settimana i mercati fionanziari internazionali sono rimasti sotto pressione nel tentativo di capire se e come alcune banche americane sarebbero potute essere nazionalizzate.

A dire il vero questa informazione non è pervenuta nemmeno dopo il discorso di ieri sera. Obama si è limitato a sottolineare la gravità della situazione economica ma ricordando che il non agire è peggio dell’agire: “we will rebuild, we will recover” ha detto il giovane presidente coniando così un nuovo slogan per la sua politica interna. A dire il vero il discorso è piaciuto ma soprattutto sotto il punto di vista della dialettica più che per la sostanza che anche in questo caso è stata poca.

L’unico momento di cruda realtà è stato quando Obama ha ricordato che la sua amministrazione ha ereditato “il buco” di quella precedente capitanata da George W.Bush. Abbiamo ereditato la crisi da lui” ha detto Obama riferendosi a Bush, “ha usato il surplus per passare la ricchezza ai già ricchi”.  Dopo la stoccata alla vecchia amministrazione repubblicana, arriva lo spot al piano di rilancio: un progetto enorme capace di movimentare 1 trilione di dollari e che se non dovesse funzionare metterebbe sotto pressione sia il debito americano sia l’intera economia.

Ma Obana rassicura dicendo che il Recovery Act, la manovra anti crisi appena varata dal Congresso democratico, prevede il dimezzamento del deficit in quattro anni.

Come? Attraverso l’indipendenza energetica, la riforma sanitaria e della scuola: i tre cardini sui cui si fonda la riforma targata Obama. Per fare questo però Washington dovrà fare molti sacrifici e altri soldi dovranno essere messi sul piatto, come quelli per il sistema dell’auto (il presidente ha sottolineato con orgoglio nazionale l’importanza dell’auto nel tessuto economico e sociale degli Stati Uniti) e le banche, vera spina nel fianco dell’economia, ma che non possono essere lasciate fallire e che necessiteranno di altri soldi.

QUI POTETE LEGGERE IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO DI BARACK OBAMA

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