Schroders: “Ulteriore spazio di crescita per le azioni europee”

Di R. Bateman, European Equities e A. Zangana, European Economist & Strategist, Schroders

Come da attese, Angela Merkel è uscita vittoriosa dalle elezioni in Germania, dato che il blocco di centro-destra formato da CDU (Unione Cristiano-democratica) e CSU (Unione Cristiano-Sociale in Baviera) ha ottenuto il 33% dei consensi nel voto di ieri. Il partito Socialdemocratico (SPD) ha guadagnato il 20,5% e guiderà l’opposizione. I principali partiti in Germania restano quelli pro-Unione Europea, anche se l’estrema destra dell’AfD (Alternativa per la Germania) ha ottenuto il 12,6% delle preferenze, percentuale più alta delle attese.

I negoziati per la formazione di un Governo di coalizione potrebbero richiedere tempo. Angela Merkel continuerà a rimanere in carica come Cancelliere, ma il suo blocco CDU/CSU ha riscontrato meno voti di quanto atteso. Detto questo, Merkel ha condotto bene la campagna elettorale, dando nuovamente l’impressione di offrire una leadership calma e controllata. A livello internazionale, continua a essere vista come un punto di riferimento affidabile.

A destare preoccupazioni per la Germania è il recente rafforzamento dell’euro, data l’economia del Paese guidata dalle esportazioni. Il risultato elettorale ha spinto la moneta unica lievemente al ribasso, ma questo movimento potrebbe avere vita breve. Nel lungo periodo, la Banca Centrale Europa (BCE) sarà propensa a non ridurre gli stimoli quantitativi troppo rapidamente, in modo da evitare ulteriori pressioni rialziste sulla valuta. Nel frattempo, il Presidente Mario Draghi sta sminuendo i rischi di inflazione nel 2018.

Ora che sono passate le elezioni sia in Francia che in Germania, si spera che un’alleanza più solida tra i due Paesi possa dare slancio alla coesione nell’UE, dopo la decisione dannosa del Regno Unito di lasciare l’Unione. Ad esempio, potrebbero essere fatti passi avanti verso la piena unione bancaria o verso uno schema di protezione dei depositi a livello di Eurozona. Sul fronte fiscale, Merkel ha già proposto lo “Eurozone fiscal facility”, che fornisce prestiti preferenziali e garanzie ai Paesi intenti ad adottare agende riformiste. Tuttavia, riuscire a riformare in modo significativo l’Europa appare come un processo complesso, vista l’incertezza nella formazione di un Governo di coalizione in Germania.

Dopo la vittoria di Emmanuel Macron in Francia mesi fa, si continua a sperare che il Presidente possa implementare le riforme di cui il Paese ha bisogno. Queste misure includono il miglioramento della flessibilità del mercato del lavoro, il ridimensionamento del potere sindacale e la riduzione del cuneo fiscale. Un’economia francese più dinamica sarebbe benevola anche per la Germania e per l’Unione Europea in generale.

Nel complesso, l’economia europea sta migliorando in modo positivo. Crediamo ci sia spazio per ulteriori guadagni per l’azionario europeo, guidati dai continui bassi tassi di interesse e dal miglioramento dei margini di profitto societari. Non a caso, pensiamo che gli investitori potrebbero assistere potenzialmente a un apprezzamento di mercato fino al 30% dai livelli attuali, nel corso dei prossimi tre anni.

La buona performance dell’economia europea e delle altre economie principali non sta causando un’accelerazione dell’inflazione. Di conseguenza, sono minime le pressioni sulla BCE e sulle altre Banche Centrali perché alzino i tassi. A nostro avviso, ciò significa che la normalizzazione dei tassi dovrebbe avvenire su un livello più basso che in passato. La storia ci insegna che mentre i tassi scendono, le valutazioni salgono. Ciò significa che, se il nostro assunto è vero, le valutazioni dovrebbero salire ancora di più.

Dopo la crisi finanziaria, i margini di profitto societari in Europa sono rimasti indietro rispetto a quelli statunitensi. La crisi dell’Eurozona del 2011-2012 ha danneggiato seriamente la profittabilità. Ci è voluto parecchio tempo perché la capacità di utilizzo dell’economia migliorasse e la disoccupazione calasse.

Ora, però, i margini di profitto delle aziende stanno migliorando. Pensiamo che questo sia l’inizio di un processo pluriennale che alla fine riporterà i margini su livelli simili a quelli delle controparti americane. Ciò sarebbe coerente l’esperienza degli anni 2000 e potrebbe rappresentare un altro driver per i guadagni azionari.

Il partito di Merkel CDU/CSU ora deve decidere con chi lavorare per formare un Governo. La SPD ha escluso un’altra coalizione. Di conseguenza, la cosiddetta coalizione “Giamaica”, con Liberali e Verdi, sembra l’unica via per una possibile maggioranza.

I Liberali dell’FPD rappresentano i partner preferibili, data la loro posizione pro-business. Questa combinazione è già stata sperimentata e ha funzionato bene. Tuttavia, l’FPD è più rigido verso l’aiuto alla Grecia e ad altri Governi periferici ai quali sono stati concessi aiuti durante la crisi del debito sovrano. Questa coalizione potrebbe essere positiva per l’economia tedesca, ma meno per l’integrazione europea.

Vale la pena notare che Verdi e FPD non concordano sulle questioni ambientali e ciò porrebbe delle sfide che il gruppo di Merkel dovrebbe gestire. Ci aspettiamo che i Verdi premano per una posizione più forte sull’ambiente, come ad esempio sulle auto diesel.

L’AfD ha battuto le attese e dovrebbe confermarsi come terzo partito, entrando in Parlamento per la prima volta. Il suo potere diretto sarà limitato, ma lo slittamento a destra potrebbe far cambiare la politica su immigrazione e Unione Europea.

Infine, la SPD coglierà l’occasione di essere all’opposizione durante quello che con tutta probabilità sarà l’ultimo mandato di Merkel. In ogni caso, ci aspettiamo che i negoziati proseguano fino a dicembre e forse anche nel nuovo anno.

 

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