Un approccio di lungo termine: investire in modo efficace al di là del ciclo di mercato

L’industria dell’asset management si concentra eccessivamente sui risultati di breve termine relativi al benchmark, consolidando un’“era del capitalismo trimestrale”. Inoltre, un approccio di breve termine offre rendimenti insoddisfacenti per gli investitori e per l’ecosistema finanziario. Un vero investimento di lungo termine è ancora estremamente raro quando si tratta di una gestione attiva sui mercati quotati. Eoin Murray, Head of Investment di Hermes Investment Management, approfondisce come realizzare un approccio di investimento di lungo termine.
 
Caratteristiche distintive dell’investimento nel lungo termine
 Allineamento degli interessi. Una componente decisiva, nonché la base per un’implementazione vincente, è un migliore allineamento tra gli interessi degli investitori e quelli dei gestori. Gli investitori possono definire il tono e guidare lo sviluppo di un capitalismo di lungo termine equilibrato, che in ultima analisi porti un beneficio a tutti. È fondamentale impiegare processi coerenti e azioni che guardino oltre le turbolenze di breve termine dei mercati, concentrandosi sui fondamentali di lungo termine e sui fattori che guidano la strategia di un’azienda.
Rischi. Eoin Murray, Head of Investment di Hermes Investment Managers afferma: “È necessario tornare a focalizzarsi sul rischio. Così come l’investimento di breve termine, l’investimento di lungo termine ha le sue caratteristiche e gli investitori devono esserne consapevoli, così come devono essere in grado di gestire le incertezze che potrebbero sopraggiungere. Non si tratta solo di analizzare i rischi principali, ma anche la propensione al rischio e le misure da adottare. I rischi varieranno in funzione delle peculiarità, delle esigenze e delle specifiche strategie”.
 Dovrebbe essere applicata una filosofia di base per calcolare e comunicare il rischio ai diversi livelli di un’organizzazione. Tuttavia, non vi è una singola metrica in grado di identificare il rischio nella sua totalità, motivo per cui gli investitori dovranno applicare una serie di criteri legati ai differenti orizzonti temporali. È altrettanto importante definire i livelli minimi di rischio e di rendimento accettabili. Questo perché un rischio troppo basso può portare un soggetto a non raggiungere i propri obiettivi in termini di performance, o a non riuscire a far fronte alle proprie responsabilità o ad altri obiettivi strategici.
Benchmarking. Nella selezione dei benchmark, gli investitori istituzionali hanno bisogno di rivedere le loro attuali posizioni per verificare se queste ostacolano o rafforzano gli investimenti di lungo termine, e se sono necessari eventuali aggiustamenti, integrazioni o sostituzioni. Tuttavia, è necessario un maggiore impegno per creare parametri che favoriscano un approccio di lungo termine.
Murray commenta: “Un ampio impiego di questo tipo di approccio da parte di investitori e gestori contribuirebbe a esercitare una maggiore influenza sui consigli di amministrazione e sul management delle aziende nell’utilizzo di strategie volte alla crescita nel lungo termine e alla generazione di flussi di cassa rispetto all’impatto di breve termine sul prezzo delle azioni”.
Sbloccare il valore attraverso l’engagement e l’azionariato attivo. Integrando i criteri ESG nel processo decisionale in materia di investimenti, i gestori dovrebbero essere in grado di ridurre i rischi ESG, e di identificare le aziende che ne sfruttano i vantaggi. Inoltre, vi è un crescente numero di studi accademici che evidenziano la correlazione tra una migliore performance ESG di un’azienda e un management di qualità superiore, una solida crescita e un minor costo del capitale, oltre a performance superiori corrette per il rischio nel lungo periodo.[2]
“ll nostro team di stewardship ed engagement, Hermes EOS, si impegna ad aiutare gli investitori istituzionali di tutto il mondo ad adempiere ai propri obblighi fiduciari diventando azionisti attivi di aziende pubbliche e operando cambiamenti attraverso l’engagement(3). Per noi, l’unione tra queste tematiche e il valore di lungo termine per le aziende e per gli investitori è chiaro” dice Murray.
Turnover. Inoltre, gli investitori dovrebbero fare attenzione a non equivocare l’impatto del turnover sui portafogli dei gestori azionari, in quanto può sia nascondere costi, sia agire da ragionevole indicatore circa il comportamento a breve o a lungo termine dei gestori.
“Warren Buffet ha detto ‘Se non siete disposti a tenere un’azione per dieci anni, non pensate di tenerla nemmeno per dieci minuti’. In futuro, gli investitori dovrebbero monitorare i gestori alla luce delle aspettative di turnover, oltre che delle caratteristiche del portafoglio e dei fattori trainanti l’attività” prosegue Murray. I rendimenti effettivi rispetto all’ipotetica performance buy-and-hold del portafoglio dovrebbero essere confrontati in un determinato periodo per valutare il beneficio del turnover di portafoglio.
Costruzione del portafoglio e aziende. Non esiste una giusta dimensione per un portafoglio veramente a lungo termine, ma è ragionevole ritenere che portafogli ridotti consentono di  approfondire la ricerca fondamentale e l’engagement, il che a sua volta incentiva le aziende ad adottare politiche commerciali più sostenibili e di più lungo termine. Al contrario, a un elevato numero di aziende risulta difficile portare avanti una ricerca ampia e dettagliata, rendendo impossibile un significativo impegno senza dover sostenere costi troppo elevati.
“La comunicazione è di vitale importanza e i gestori devono spiegare in modo chiaro agli investitori la relazione che c’è tra il numero di titoli in portafoglio, la loro capacità di condurre una ricerca fondamentale globale e il raggiungimento di obiettivi di investimento di lungo termine” dichiara Murray.
La costruzione del portafoglio sarà differente in base alle necessità e alle restrizioni imposte dagli investitori istituzionali, sebbene vi siano temi comuni. Tuttavia, chi adotta un approccio di lungo termine si preoccuperà di più della capacità di un’azienda, di generare flussi di cassa solidi e delle sue scelte in termini di reinvestimento.
Cultura organizzativa.  “Cambiare la cultura all’interno di un’organizzazione è spesso considerato un’impresa estremamente ardua, ma non ci sono dubbi sul fatto che un investimento sostenibile nel lungo termine richieda un nuovo ambiente di lavoro, un cambiamento di mentalità e nuove competenze…la cultura può essere il collante attorno al quale si costruiscono l’allineamento e la fiducia, orientando in modo naturale una relazione verso il lungo termine”.
Al fine di avviare un cambiamento della cultura di un’organizzazione, i manager devono avere flessibilità cognitiva; la capacità di essere creativi e di pensare al di fuori dagli schemi; un sentimento di appartenenza all’organizzazione e, infine, di cittadinanza, nonché il desiderio di andare oltre le responsabilità del proprio ruolo per il bene dell’azienda.
Sostenibilità. La relazione tra gli investitori e i gestori è una componente essenziale nel costruire una cultura sostenibile di lungo termine. Prima di selezionare un gestore, gli investitori devono avviare una rigorosa due dilingence che valuti attentamente le persone, la filosofia, i processi e le potenziali partnership. Sebbene si debba tener conto delle performance passate, occorre un maggiore riconoscimento del ruolo che la fortuna può giocare nel generare ritorni nel breve periodo.
 Secondo Murray “Gli investitori dovrebbero guardare oltre i dati, concentrandosi su caratteristiche e contesto delle performance, così come sui portafogli e sui processi che i gestori hanno costruito. Estendere il periodo di valutazione permette al rumore di fondo (la volatilità di breve termine), che nel breve periodo continua a dominare, di dissolversi e all’alpha di tornare in superficie. In altre parole, la fortuna può dominare nel breve periodo, ma la competenza è il fattore chiave nel lungo”.
Misurazione. Le metriche che misurano le performance di lungo periodo e la salute delle aziende, come ad esempio il valore aggiunto economico sui dieci anni, un’efficiente ricerca e sviluppo e i rendimenti pluriennali sugli investimenti, sono carenti e non riflettono i risultati ESG. In Hermes, abbiamo preso la decisione di cambiare il nostro stile di comunicazione e di ribaltare l’orizzonte, i nostri clienti saranno concentrati su eventuali cambiamenti nella ricchezza nel lungo periodo ma su orizzonti di tempo più brevi”.
“C’è ancora molto lavoro da fare da parte dell’industria del risparmio gestito nella promozione e nell’adozione di orizzonti di investimento di lungo termine. Sebbene tutti gli stakeholder abbiano il loro ruolo da ricoprire nel ridisegnare l’industria, i gestori di fondi dovrebbero essere incoraggiati ad allineare meglio i loro interessi con quelli degli investitori e a spostarsi verso un capitalismo bilanciato e di lungo termine che porti benefici sia agli investitori che alla società. Inoltre, i consigli di amministrazione devono possedere competenze e capacità di comprensione delle problematiche, vi sono meccanismi, strumenti di misurazione, framework e processi che possono essere implementati per ridurre le pressioni di breve temine e promuovere performance anticicliche di lungo termine” conclude Murray.

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