Dollaro in recupero. Ecco i motivi

A cura di Banca del Piemonte

Elezioni tedesche a sorpresa Il tanto atteso supporto al dollaro, finalizzato ad evitare un eccessivo e dannoso apprezzamento dell’Euro, è arrivato nel fine settimana dall’esito delle elezioni tedesche che, pur destando un certo interesse, non sembravano destinate a riservare sorprese.
Complice, invece, l’ennesimo flop dei sondaggi, i mercati si sono trovati a dover fronteggiare un quadro politico tedesco assai più complicato delle attese, almeno per quanto riguarda l’esito uscito dalle urne. Il partito della Merkel (CDU), pur confermandosi il primo partito, perde 8 punti percentuali mentre l’SPD di Schulz perde 6 punti fermandosi al 20%. Per i partiti in questione è il peggior risultato dal dopoguerra. Come terza forza politica si afferma il partito di estrema destra (AFD) al 12.6% con i Liberali di FDP e Verdi intorno al 10%. La prima ovvia considerazione è che la formazione di un governo sarà molto complessa: l’unica coalizione possibile sembra quella tra CDU, Liberali e Verdi (alla luce dello schieramento all’opposizione dell’SPD), con tutte le divergenze da appianare che essa comporta. I Liberali vogliono maggior rigore e meno integrazione in Europa e questo implicherà uno spostamento della Merkel verso posizioni più intransigenti ed un indebolimento dell’asse con Macron. La seconda considerazione è che il risultato di AFD e della Sinistra mostra che il populismo in Europa è stato dichiarato sconfitto troppo frettolosamente: la coalizione attualmente al Governo in Germania ha perso in aggregato un 14% a favore di partiti posti agli estremi degli schieramenti.
Una terza considerazione è che l’esito elettorale tedesco, con le vicende Catalane, le elezioni italiane in arrivo e l’idillio Francesi – Macron che inizia a dare segnali di cedimento, faccia pensare che il rischio politico in Europa sia tornato a fare capolino, nonostante l’ottima fase di crescita positiva in atto. E’ forse da ricercarsi in queste vicende la causa principale dell’indebolimento dell’Euro osservato in settimana. Unico beneficiario del movimento di debolezza dell’Euro è stato l’azionario continentale, mentre i tassi hanno reagito con un allargamento degli spreads.

Novità sulla politica fiscale in USA I mercati in settimana hanno sperimentato una significativa fase di repricing in seguito alle prospettive USA in termini di politica monetaria e fiscale. Oltre ad una Yellen ancor più aggressiva rispetto allo scorso FOMC (in un discorso ha ribadito l’intenzione di aumentare i tassi), l’attenzione si è rivolta alle linee guida del progetto di riforma fiscale US presentate dall’amministrazione Trump.
I primi dettagli della proposta sono in linea con le anticipazioni: si prevede un’aliquota sulle imprese al 20% ed un taglio di quella per le persone fisiche (con scaglioni che passerebbero da 7 a 3), con possibilità di alzare le tasse per i ricchi. Si parla, inoltre, di eliminazione delle detrazione attualmente previste (per tasse statali e locali soprattutto), dell’imposta di successione, dell’Alternative Minimum Tax e di incentivi al rimpatrio degli utili.
Resta chiaramente elevato il rischio di “esecuzione” di questo piano, ma chiaramente qualcosa è destinato ad andare in porto sul fronte fiscale, alla luce delle necessità di ottenere qualche risultato concreto da parte dei Repubblicani prima delle elezioni di Midterm.
Per ora i mercati dopo un iniziale supporto a equity e divisa (usd) stanno reagendo con una certa tranquillità: l’Italia si trova sui massimi dell’anno, così come in generale anche l’azionario europeo ed americano. Le curve europee, dopo aver registrato marcati aumenti dei rendimenti (più sulle curve core che periferiche, che di conseguenza vedono gli spread contrarsi), si sono stabilizzate. L’euro sul finire della settimana rimbalza, pur conservando larga parte del calo, e conferma il quadro di cui abbiamo finora parlato.

Sale la fiducia delle famiglie ed imprese in Italia L’ultima nota positiva riguarda l’Italia ed il suo contesto economico di crescita. In settimana è stato reso noto che, sia la fiducia dei consumatori che quella delle imprese, sono salite ulteriormente nel mese di settembre. Secondo l’indagine, le famiglie sono meno preoccupate sulla disoccupazione, ovvero stanno diventando più tangibili i miglioramenti osservati sul mercato del lavoro. Il morale delle imprese è migliorato invece in tutti i principali settori ad eccezione dei servizi, che è rimasto stabile. Uno dei fattori positivi segnalato dalle aziende è l’ulteriore aumento degli ordini dall’estero a riprova che il recente apprezzamento del cambio non impatta, al momento, sul commercio con l’estero. Dopo le revisioni al rialzo sulle stime del PIL 2017 delle principali agenzie, i rischi sullo scenario di crescita restano decisamente verso l’alto per il nostro paese.

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