Nell’ordine cronologico queste sono state la Grande depressione del 1929, la crisi petrolifera di fine anni settanta, la bolla tecnologica del 2000 e l’attuale crisi finanziaria che possiamo far risalire al 2007, ovvero da quando gli indici hanno iniziato a perdere dai massimi precedentemente toccati.
Il grafico sotto riportato evidenzia la durata in giorni ed il calo in percentuale dell’indice statunitense Standard and Poor’s 500 e permette di eseguire un interessante paragone. In primo luogo dobbiamo specificare come i nuovi cali dell’ultima settimana non sono stati riflessi nel grafico, per questo la linea verde che rappresenta la crisi finanziaria chi stiamo vivendo, è attualmente sulla linea del 50 per cento, segnando un doppio minimo.
La Grande depressione ha fatto registrate un rapido crollo di quasi la metà dello S&P 500 in soli 40 giorni, rappresentando il più brusco movimento della storia della borsa americana, a cui sono seguiti 100 giorni di buon recupero, per poi imboccare un trend ribassista di lungo corso, con l’indice che nel complesso dei 680 giorni di crisi, ha perso l’85 per cento.
La bolla tecnologica ha avuto una durata paragonabile alla Grande depressione, con un calo paragonabile allo shock petrolifero ed alla crisi finanziaria. Dal punto di vista grafico notiamo una certa somiglianza tra quest’ultima e la crisi petrolifera, elemento che potrebbe lasciar presagire che i minimi, o dal punto di vista tecnico il doppio minimo, siano stati toccati, tuttavia se analizziamo la Grande depressione osserviamo come le forti perdite già registrate, non rappresentano la garanzia che non ci possano essere ancora ampi ribassi.
Negli ultimi anni la periodicità delle crisi è fortemente aumentata, vediamo infatti come si è passati da 4 crisi registrate in 130 anni, a 3 crisi nei precedenti 30 anni ed infine 2 crisi solamente negli ultimi 10 anni. Questo dato indubbiamente dimostra come le deregolamentazione ed il processo di innovazione finanziaria non abbiano giovato alla stabilità dei mercati, mentre risulta ancora non del tutto chiarita, alla luce della crisi attuale, quali saranno le ripercussioni sull’economia reale nel lungo termine, tuttavia risulta chiaro come siano necessari importanti riforme strutturali a livello internazionale.