Secondo le previsione del Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (Kof), l’economia svizzera dovrebbe progredire del 2,2% l’anno prossimo e dell’1,9% nel 2019. Lo slancio, secondo l’istituto, è da ricondurre alla ripresa già in atto a livello mondiale, che resterà marcata. Nel dettaglio, la robusta crescita in Europa e negli Stati Uniti favorisce le esportazioni, che dovrebbero salire del 4,8% il prossimo anno. Anche gli investimenti nelle costruzioni e i consumi privati conosceranno un rialzo, rispettivamente dell’1,9 e dell’1,3%. L’inflazione dovrebbe poi rimanere tra lo 0,4 e lo 0,5%.
Gli effetti della boccata d’ossigeno prevista dal Kof, tuttavia, secondo quanto riportato dal sito della Rsi, si faranno attendere in busta paga, a differenza dei benefici sul mercato del lavoro. Ciò nonostante, per l’anno corrente, si attende una progressione del Pil inferiore a quanto pronosticato inizialmente, ovvero dello 0,8 invece che dell’1,3%.
Secondo i calcoli dell’Ufficio federale di statistica, inoltre, il costo dei prodotti in Svizzera è aumentato, a settembre, dello 0,2% rispetto ad agosto e dello 0,7% se comparato con l’equivalente di un anno fa. In particolare, il rincaro concerne i prezzi degli ortaggi e della frutta, di quelli del settore dell’abbigliamento e dei prodotti petroliferi. Al contrario, comunica oggi, giovedì, l’, si è pagato meno, tra l’altro, per i trasporti aerei.
È risultato più conveniente, paragonando il dato con quello del mese precedente, acquistare beni svizzeri, il cui valore è diminuito dello 0,1%, mentre ha subito un incremento dell’1,3% quello dei prodotti importati. Se confrontati con il 2016, tuttavia, in entrambi i casi vi è stato un rialzo. L’indice nazionale dei prezzi al consumo si è attestato a 100,9 punti. Si conferma così la tendenza inflazionistica su base annua che ha preso avvio in gennaio, per la prima volta dal 2014.