Una Fed più “hawkish”?

Di P. O. Beffy, Chief Economist di Exane Bnp Paribas

Il focus degli investitori si è recentemente spostato sulla Spagna e sulla situazione catalana. Dopo le vendite iniziali, le azioni spagnole hanno registrato il rimbalzo maggiore da aprile, in seguito all’approvazione degli investitori per il piano di spostamento degli headquarters di Sabadell e CaixaBank fuori dalla Catalogna. Inoltre, la Corte Costituzionale ha sospeso la sessione plenaria del Parlamento catalano fissata per lunedì, dove il presidente catalano Puigdemont avrebbe dovuto discutere dei risultati e delle conseguenze del referendum sull’indipendenza. Potrebbe far ciò comunque martedì, anche se ciò non avrebbe alcun valore sul piano legale. Intanto diverse imprese continuano a spostare le loro sedi al di fuori della regione, l’ultima delle quali è stata Gas Natural. Dal 2012, 4800 aziende si sono trasferite fuori dalla Catalogna.

Come sottolineato dal nostro esperto spagnolo Santi Lopez, per Re Felipe VI la situazione sembra abbastanza grave da rivolgere un discorso all’intera nazione, come successo in TV la scorsa settimana: un evento piuttosto raro nella storia spagnola. Durante il discorso, non è stata mai pronunciata la parola “dialogo”. L’atteggiamento delle autorità catalane è stata definita come “mancanza di fedeltà inammissibile”. Secondo quanto detto dal Re, le autorità locali “hanno preso una posizione totalmente fuori dalla legge e dalla democrazia”, ed ha esortato con urgenza il governo nazionale a restaurare lo stato di diritto nella regione.

Se il governo catalano unilateralmente (e illegalmente) dichiarerà l’indipendenza, il governo non avrà altra opzione che applicare l’articolo 155 della Costituzione che porterebbe l’intera Catalogna sotto il controllo delle autorità nazionali. Nel complesso, la questione catalana non si risolverà in poco tempo. Tuttavia, dato l’astensionismo ed i comportamenti delle autorità catalane, la loro azione non dovrebbe essere forte come molti pensano; a nostro parere, è difficile che la Catalogna possa ottenere l’indipendenza.

Tralasciando la politica europea, gli investitori che ho incontrato la scorsa settimana erano impressionati dalla velocità del repricing, nel mercato obbligazionario, dopo le attese su una Fed più hawkish (si veda grafico sottostante). I mercati ora si aspettano due rialzi per la fine del 2018. Sebbene l’ampiezza dei movimenti sia ancora inferiore alle nostre stime, il rialzo dei rendimenti a 10 anni e della curva dei tassi statunitense è in corso, ed il mercato dei titoli di stato dovrebbe rimanere un tema caldo nelle prossime settimane. Crescita dell’inflazione, EUR/USD in ribasso e Fed più aggressiva: questi eventi si stanno succedendo velocemente e nel modo da noi previsto ad inizio settembre, quando il consensus era piuttosto discordante. Alla luce di ciò, stiamo ricevendo molte meno resistenze adesso.

Manteniamo il nostro target EUR/USD per la fine dell’anno a 1,13, mentre i rendimenti sui bond US a 10 anni molto probabilmente saliranno fino al 2,6% nel breve periodo. Allo stato attuale, il vero driver dei tassi di rendimento dei bond sembra essere il term premium, piuttosto che le aspettative di tasso. Sia i term premium forward 5y5y che quelli spot a 10 anni sono vicini ai loro minimi storici. Il catalizzatore del loro aumento (e quindi del rialzo dei rendimenti obbligazionari) potrebbe essere la riduzione dei flussi netti di QE a livello mondiale. Inoltre, ogni sorpresa positiva sulla politica fiscale US potrebbe portare ad una maggiore aspettativa di reflazione. La scadenza per l’approvazione del budget si sta avvicinando, mentre la discussione sulla riforma fiscale sta guadagnando importanza. La politica fiscale dovrebbe includere l’allocazione del restante budget per il 2018, stabilendo le regole per la riconciliazione del budget e aumentando il limite di debito nei primi mesi del nuovo anno.

Il repricing di una Fed più hawkish nell’ultimo mese – Il future sull’euro/dollaro e la mediana del Fed Dot (%)

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