Etf, flussi in uscita sull’oro e in entrata su petrolio e metalli industriali

A cura di Etf Securities

Modesta limatura degli investimenti in oro, di 12,6 milioni di dollari, dopo gli afflussi registrati nelle cinque settimane precedenti, per complessivi 312 milioni. Gli afflussi delle settimane precedenti sono in linea con quelli evidenziati nel febbraio di quest’anno. Il mercato aurifero è penalizzato dalla fase di massima del ciclo di crescita dei paesi sviluppati, come evidenziano i dati sulla fiducia delle imprese (indici PMI), che di norma frena la propensione verso l’oro. Per contro, i rischi geopolitici – riguardanti fra gli altri la Catalogna e la Corea del Nord – non smettono di aggravarsi. La minaccia a dicembre di un rialzo dei tassi d’interesse USA e la possibile stretta della politica monetaria della BCE e del Regno Unito rischiano di accentuare ulteriormente la pressione sui prezzi dell’oro nei mesi a venire, soprattutto alla luce delle nostre previsioni di utili societari migliori delle attese. “Ciò non significa tuttavia che sussista un marcato rischio di ribasso dell’oro, poiché gli investitori sono ben coscienti della bolla obbligazionaria come pure delle valutazioni più sostenute delle azioni e, di conseguenza, considerano il metallo giallo come una polizza assicurativa contro eventuali correzioni e crisi geopolitiche. A riprova di questa lettura vi sono i dati che evidenziano, da inizio anno, una raccolta negativa di 2,6 milioni di USD per gli ETF short sull’oro”, ha dichiarato Massimo Siano, Executive Director – Head of Southern Europe di ETF Securities.

I recenti incrementi delle quotazioni petrolifere hanno provocato deflussi in 12 delle ultime 13 settimane, per un totale di 381 milioni di dollari, 13 dei quali riferiti alla scorsa settimana. La raccolta negativa suggerisce che gli investitori non reputino sostenibile il recente rialzo dei prezzi del petrolio. Le notizie relative alla contrazione delle scorte negli USA, i timori per la produzione in Kurdistan, le ripercussioni dei recenti uragani sul settore e la possibile estensione del blocco alle estrazioni dell’OPEC hanno spinto al rialzo i prezzi, in prossimità del limite superiore del range da noi stimato, a quota 60 USD al barile. “Crediamo che i prezzi del petrolio abbiano segnato un punto di massima a causa delle pressioni al ribasso sui prezzi, ossia lo sforamento prolungato dei limiti di produzione dell’OPEC, un cospicuo incremento delle estrazioni ed esportazioni dagli Stati Uniti e lo scarso impatto del conflitto fra Iraq e Kurdistan sulla produzione di petrolio nella regione”, ha precisato Siano.

La scorsa settimana i metalli industriali hanno registrato afflussi complessivamente pari a 13 milioni di dollari, nonostante le recenti robuste performance dei prezzi. “Su base stagionale, a ottobre e novembre i metalli preziosi a uso industriale evidenziano solitamente una tendenza ribassista. Consideriamo ogni eventuale segnale di debolezza dei prezzi nei prossimi mesi come un’opportunità per approfittare del costante rafforzamento dei fondamentali legato alla distruzione di offerta, alla carenza pluriennale dell’offerta e alla ripresa della domanda di automobili”, ha aggiunto Siano.

Continuiamo a rilevare interesse verso la robotica, che la scorsa settimana ha registrato una raccolta di 33 milioni di dollari, il record settimanale dal lancio (ottobre 2014). “Da inizio anno gli afflussi hanno totalizzato 467 milioni” ha concluso Siano.

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