Cina gli effetti della svolta verde del presidente Xi

A cura di Daniele Mellana, Director di East Capital

Durante il discorso al Congresso della settimana passata il Presidente Xi ha nominato ben quindici volte la parola “verde”, cinque anni fa, invece, Hu Jintao lo fece soltanto una volta durante il suo discorso al XVIII congresso nel novembre del 2012. Al di là della semplice comparazione, questa piccola osservazione segnala senza dubbio una forte e crescente attenzione da parte del Governo cinese alle sfide ambientali che 30 anni di crescita industriale poderosa hanno certamente posto al Paese.

Per capire la magnitudo del problema basti citare alcuni dati, come ad esempio il fatto che nel 2015 nel corso di un anno per ben 195 giorni l’aria di Pechino è stata classificata come “malsana”. Le acque di superficie sono severamente inquinate per il 35% del totale così come il 62% delle falde acquifere, inoltre il 12.5% delle terre arabili sono contaminate da metalli pesanti. In Cina la percezione del problema è tale che sta diventando uno dei temi più discussi e dibattuti per via delle severe implicazioni che la situazione ha sulla popolazione, sia fra i cittadini sui mezzi di comunicazione.

Per far fronte a questo problema nell’ultimo piano quinquennale cinese comunicato a inizio 2016, che stabilisce la direzione dell’economia e la destinazione degli investimenti per i seguenti cinque anni, i temi ambientali sono stati al centro della programmazione. Il Governo cinese ha stanziato investimenti da qua al 2020 per circa 300miliardi di dollari all’anno, per dare un termine di paragone si tratta all’incirca di un conferimento nel settore pari al PIL danese ogni anno. Come conseguenza l’investimento totale nel tema della protezione ambientale arriverà a rappresentare circa il 2.7 del PIL cinese stimato nel 2020. Solo nel sotto-settore delle energie pulite la Cina attrarrà circa 3.3 trilioni di dollari entro il 2040, quasi il doppio del totale di tutto il continente americano. La Cina già ora nel 2017 sta raggiungendo i target che erano stati dati per il 2020 nelle energie rinnovabili: 150 GW in energia solare e 210GW in energia eolica.

L’universo investibile sul mercato cinese nel settore ambientale è rappresentato oggi da circa 220 aziende il cui fatturato aggregato lo rende il mercato clean-tech maggiore al mondo ma rappresenta solo il 30% della capitalizzazione del settore a livello mondiale.

Noi riteniamo che questo sia il settore più interessante del mercato cinese proprio perché oltre al essere al centro degli investimenti governativi mostra anche una forte crescita, gli utili medi all’interno del portafoglio dell’East Capital China Enviromental, la nostra strategia dedicata al settore ambientale cinese, sono vicini al 23%. In termini di sotto-settori abbiamo in portafoglio grande esposizione ad aziende attive nel campo dei trattamenti delle acque e dell’aria e al tema dei trasporti, principalmente nel settore dei veicoli elettrici. La Cina dal 2015 è il maggior mercato mondiale dei veicoli elettrici e solo nell’ultimo anno sono state concesse 15 nuove licenze a costruttori locali, si stima che nel 2020 ci saranno già 5 milioni di veicoli elettrici sulle strade cinesi e per il 2030 è stata decisa l’eliminazione progressiva dei veicoli a benzina, gli spazi di crescita per il settore rimangono quindi enormi. Efficienza energetica e energie pulite restano gli altri due grandi temi di investimento.

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