Primi segni di una generale ripresa in Russia

A cura di Nikolay Markov, Senior Economist Pictet Am
La Russia è il Paese con il più basso livello di indebitamento tra i Paesi Emergenti.
D’altro lato, però, gli investimenti complessivi sono stati bassi, impedendo alla Russia di diversificare la propria economia, puntando su settori diversi da quello energetico.
La Russia guadagna il terzo posto all’interno del nostro indice proprietario per i Mercati Emergenti, posizionandosi bene in termini di contesto economico, finanzia pubblica, finanziamenti esteri e potere estero.
L’ottimo posizionamento della Russia deriva, principalmente, dalla bassa inflazione, dal basso livello dell’indebitamento pubblico, dal debito estero di breve periodo, così come dal miglioramento del tasso di cambio. Tutto ciò è stato supportato dal credibile impegno della Bank of Russia di abbassare il livello d’inflazione nel Paese sostenendo la ripresa economica. Allo stesso tempo, nel settore privato sia famiglie che società hanno ridotto sostanzialmente il proprio livello d’indebitamento rispetto agli anni passati.
Una ripresa diffusa? Ci sono i primi segni di un’ampia ripresa dell’economia russa, trainata dalle vendite di nuove auto, dalle condizioni del mercato del lavoro, dal sentiment nel settore manifatturiero e da una ripresa del prezzo del petrolio.
Ciò conduce ad una robusta crescita del PIL per un ammontare pari all’1.7% per il 2017 sulla base dei nostri principali indicatori (linea grigia). Riteniamo, tuttavia, che sia ancora al di sotto del potenziale di crescita dell’economia russa (linea tratteggiata).
Da un punto di vista strutturale, il principale limite della Russia è l’assenza di riforme volte ad attenuare la dipendenza dell’economia russa dalle esportazioni del settore energetico a favore di una più stretta dipendenza dal settore manifatturiero e dai servizi.
Crediamo che ciò avrà un peso sulla crescita potenziale del PIL nel medio-lungo termine. Investire nelle innovazioni tecnologiche potrebbe dare impulso al PIL russo nel lungo periodo e dovrebbe costituire anche una priorità del Governo.
I principali rischi nel breve termine sono di natura geopolitica, in particolare i conflitti in Ucraina e Siria e, sicuramente, anche il rischio di uno shock negativo del prezzo del petrolio.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!