La BoE alza i tassi, la Bce lo farà nel 2019 (forse)

A cura di Jeremy Lawson, Chief Economist di Aberdeen Standard Investments

La Banca d’Inghilterra (BoE) ha aumentato i tassi per la prima volta da luglio 2007. In base alla posizione della BoE, i tassi devono aumentare per ridurre il rischio che l’inflazione manchi il proprio obiettivo ripetutamente e che una politica restrittiva non avrà conseguenze sulla ripresa dell’economia e del mercato del lavoro. Considerato che questo aumento era ampiamente scontato, i mercati saranno maggiormente focalizzati sulle comunicazioni legate alla decisione e alle implicazioni per il futuro.
Nonostante il significato simbolico di questo aumento dei tassi, si tratterà di un ciclo restrittivo molto limitato e graduale. Noi riteniamo che la BoE avrà la possibilità di aumentare i tassi al massimo tre volte nel corso dei prossimi anni dato che le incertezze sulla Brexit, il basso potenziale di crescita e l’elevato livello di credito ai consumatori limiteranno i tassi di interesse che l’economia può assorbire senza ripercussioni.
Nel caso la nostra view sul percorso dei tassi nel Regno Unito fosse corretta, il ritmo del ciclo restrittivo della BoE si posizionerebbe a un livello intermedio tra quello della Fed da una parte e quello di Boe e BoJ dall’altra. Negli Usa ci aspettiamo almeno cinque aumenti nei prossimi due anni, a cominciare da dicembre. Potrebbero anche essere di più nel caso nei prossimi mesi fosse approvato un rilevante pacchetto fiscale.
Nell’Eurozona, invece, dove la pressione inflazionistica è molto bassa, non ci aspettiamo un aumento dei tassi prima della fine del 2019, circa un anno dopo il termine del programma di acquisto di asset, sebbene in questo periodo si potranno avere alcuni adeguamenti del tasso sui depositi. In Giappone, dove l’inflazione sottostante è ancora più debole, pensiamo che la BoJ manterrà a lungo il proprio controllo sulla curva dei rendimenti ai tassi correnti.


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