Bce, tassi all’1.5%!

Oggi, per riuscire a commentare tutto quello che sta succedendo, avremmo probabilmente bisogno di 10 pagine di commento almeno. Vi sono giorni in cui non succede nulla e giorni invece in cui succede veramente di tutto. Ieri è stato uno di quei giorni. Cerchiamo di andare con ordine per non confondere i nostri lettori. Un conto sono le notizie macro, un conto le decisioni delle banche centrali e i loro effetti sull’economia reale, un altro conto ancora sono le reazioni dei mercati e in particolare del mercato valutario. Cominciamo dall’economia reale. Ieri sono girate insistentemente notizie di possibile fallimento di General Motors, che avrebbe implicazioni assai significative sulla vita di molti lavoratori ma anche pensionati Usa che ricevono il proprio sostentamento dai fondi pensione che hanno investito quote significative in titoli corporate Gm. Il titolo della casa automobilistica di Detroit e’ scivolato sotto la soglia dei $2, lasciando sul terreno il 15% circa, dopo che il rapporto annuale consegnato dai vertici dell’azienda alla Sec (la Consob americana) ha sollevato forti dubbi sulla capacità’ di proseguimento nelle normali operazioni di produzione. Il gruppo ha già’ ricevuto $13.4 miliardi dal governo americano ed avrebbe bisogno di prestiti per almeno $30 mld per cercare di superare la crisi.
Altra notizia (non c’è mai fine al peggio!) negativa, la discesa sotto la soglia di 1$ in borsa da parte di Citgroup, che, si dice, verrà presto nazionalizzata. Fin qua le notizie macroeconomiche.
Passiamo a quelle finanziare, ovvero alle decisioni delle Banche Centrali. Ieri la Bce e la Boe hanno tagliato i tassi di interesse rispettivamente all’1.5% e allo 0.5%. Nella conferenza stampa Trichet si è detto pronto a ridurre ulteriormente il costo del denaro affermando che la crisi si protrarrà per tutto il 2009 e solo nel 2010 si vedrà un parziale recupero. La Boe ha dal canto suo ridotto i tassi allo 0.50% ed ha soprattutto, annunciato un piano di Quantitative Easing di 75 miliardi di Sterline, che significa immettere sul mercato, attraverso l’utilizzo delle Riserve della Banca Centrale, una quantità immensa di sterline per acquistare gli asset tossici e per offrire liquidità ad un mercato in agonia.

Secondo le stime, alla fine del primo periodo (tre mesi) la Boe dovrebbe immettere sul mercato altri 75 miliardi arrivando così ad una reale immissione di liquidità di 150 miliardi di pounds.
Sempre secondo l’analisi dei Banchieri inglesi, solo questa immissione di liquidità riuscirà a tenere i target di inflazione intorno al 2% nel medio termine, altrimenti signori e signore, si parlerà di deflazione come il Giappone degli anni Novanta.
Ebbene queste due notizie hanno avuto l’effetto tremendo di pesare sui listini Usa, scesi di circa il 4% anche ieri, un collasso senza fine. E sul mercato dei cambi? Gli effetti più significativi, al di la di tutto, sono stati scarsi, ad eccezion fatta della discesa dell’EurChf che è crollato da 1.4800 a 1.4600 in poche ore.
Infine dobbiamo segnalare che oggi, venerdì, saranno pubblicati i dati sui payrolls, che potrebbero realmente fare sfracelli sul mercato se uscissero come qualcuno paventa, ovvero sopra i 700 mila disoccupati e una percentuale generale che potrebbe raggiungere l’8% su scala nazionale.
Allacciamoci le cinture quindi, ci aspetta un venerdì di alta volatilità e tensione!

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