Riduzione acquisti della Bce, improbabile che si traduca in un aumento degli spread

A cura di Deutsche AM

La BCE ha recentemente annunciato la riduzione degli acquisti mensili di bond. La minore domanda di operazioni di acquisto da parte della banca centrale potrà portare maggiori rendimenti e premi di rischio, il che a sua volta potrebbe mettere a repentaglio una ripresa economica ancora fragile?
Ne dubitiamo. Guardando gli acquisti di obbligazioni della BCE e i movimenti dei premi per il rischio (prendiamo come riferimento gli spread delle obbligazioni sovrane italiane rispetto a quelle tedesche), sembra che sui mercati obbligazionari abbia avuto più effetto la comunicazione della Banca Centrale rispetto agli effettivi acquisti. Tra il 2010 e il 2012 i premi per il rischio sono aumentati, nonostante gli interventi della BCE sul mercato. Dopo il famoso detto del Presidente Draghi “fare tutto ciò che serve”, gli spread sono sostanzialmente diminuiti, senza che la Banca Centrale spendesse un centesimo in titoli sovrani. Nel 2015, paradossalmente, quando la BCE ha iniziato a comprare nuovamente titoli sovrani (anche se per ragioni diverse rispetto al 2010), gli spread hanno cominciato a muoversi lateralmente e a volte si sono persino nuovamente ampliati.

Il succo del discorso? Quando si parla di politica monetaria, le parole sembrano spesso più importanti delle azioni. Inoltre, il miglioramento dei fondamentali e dei rating sta dando un ulteriore sostegno al buon andamento delle obbligazioni italiane, spagnole e portoghesi.

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