Pac, uno strumento a prova di crisi

A cura di MoneyFarm
Confrontando la performance di un PAC con quella di un semplice accantonamento di capitale su un orizzonte temporale di 10 anni, il PAC emerge come soluzione migliore per investire il risparmio. Il PAC magnifica tutti i vantaggi del portafoglio bilanciato, riducendo quasi a zero le possibilità di perdita su un orizzonte temporale lungo.
Confrontando la performance di un PAC con quella di un investimento in 4 tranche quinquennali, emerge come sia più redditizio entrare sul mercato il prima possibile con piccoli importi ricorrenti tipici di un PAC.
Il PAC è una soluzione molto indicata per gli investitori con una forte avversione al rischio ed è lo strumento ideale per tutelarsi in caso di fasi prolungate di ribasso dei mercati finanziari. Per provarlo abbiamo simulato l’andamento di un PAC nel corso delle ultime quattro maggiori crisi.
 

  1. Perché il PAC rappresenta l’alternativa sicura per investire il risparmio?

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La linea grigia del grafico rappresenta il semplice accumulo di capitale, ovvero il risultato che si otterrebbe mettendo da parte 100€ al mese “sotto il materasso”. La linea cresce in modo lineare, perché l’aumento dello stock di capitale messo da parte è costante e non influenzato da altri elementi.
Le linee azzurro chiaro rappresentano tutti i possibili risultati che si ottengono investendo 100€ al mese su un portafoglio 60% obbligazionario e 40% azionario (un così detto portafoglio bilanciato)*. In questo caso la l’andamento è volatile poiché riflette le oscillazioni di mercato. La linea azzurro scuro rappresenta invece il risultato mediano** di tutte le linee azzurre. In tutti i casi è preso in considerazione un orizzonte temporale di 10 anni. Ciò che balza subito all’occhio è che, dopo 10 anni, in nessun caso il PAC avrebbe avuto una performance inferiore al semplice accumulo di capitale. Come si può riscontrare dalla tabella, più l’orizzonte temporale si allunga, più i PAC in perdita rispetto al semplice accumulo diminuiscono fino ad annullarsi del tutto. Lo storico dimostra chiaramente come il PAC sia una soluzione migliore rispetto al semplice accantonamento a fronte di un rischio di mercato limitato, che tende a diventare nullo man mano che il periodo dell’investimento si allunga. In media un PAC di 100€ al mese porta dopo 10 anni un profitto di circa 6.000€ (ovvero il 50% in più di quanto si raccoglierebbe semplicemente accumulando il capitale nello stesso lasso di tempo).

 2. Su quale tipo di portafoglio è meglio costruire un PAC?

Il grafico ci viene in aiuto, mostrandoci diversi scenari (dal peggiore al migliore scenario possibile in termini di rendimento così come il più probabile) per 2 diverse tipologie di investimento: un portafoglio bilanciato (azzurro) e un portafoglio totalmente azionario (rosso). La nostra simulazione dimostra che la scelta che massimizzerebbe il risultato in termini di rischio/rendimento è quella del portafoglio bilanciato. Il rendimento più probabile di un PAC su di un portafoglio bilanciato è assolutamente comparabile con quello di un portafoglio azionario (le due linee marcate rossa e blu nel centro). Ma scegliendo un bilanciato, anche prendendo in considerazione lo scenario di mercato più pessimista, sarebbero molto limitati i casi in cui il valore dell’investimento sarebbe inferiore al puro capitale accumulato (linea grigia). Lo stesso non si può dire del portafoglio azionario (che però avrebbe un potenziale di rendimento superiore). Il PAC magnifica quindi tutti i vantaggi del portafoglio bilanciato, garantendo un percorso di investimento sereno e senza scossoni e riducendo quasi a zero le possibilità di perdita su un orizzonte temporale lungo.
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3. Meglio iniziare a investire da subito piccole cifre o aspettare di avere una somma consistente?

Tanti scelgono di non investire poiché ritengono di non avere un capitale iniziale adeguato. Molte delle persone con cui ci interfacciamo giornalmente ci dicono che stanno aspettando di poter entrare sul mercato con somme maggiori, ritenendo l’investimento di piccole somme “poco utile”.
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Il grafico ben rappresenta il motivo per cui invece è sempre importante entrare sul mercato il prima possibile, anche partendo da zero e con piccoli importi ricorrenti tipici di un PAC. La linea rossa rappresenta il risultato mediano di un risparmiatore che, in un arco temporale di 20 anni, avesse contribuito al proprio investimento in 4 tranche quinquennali di 6,000€ ciascuna (l’equivalente di 100€ al mese). La linea grigia rappresenta invece il risultato mediano del portafoglio di un individuo che avesse investito gli stessi 100€ al mese in un PAC. Nella grande maggioranza dei casi, come si evince sia dal risultato più probabile delle due soluzioni (le linee in grassetto), sia dall’insieme dei vari scenari possibili, il PAC avrebbe fatto meglio dell’investimento in quattro fasi.

4. Perché il PAC è lo strumento ideale per i risparmiatori prudenti?

Il PAC è una soluzione molto indicata per gli investitori con una forte avversione al rischio, perché aiuta a superare due distorsioni psicologiche molto comuni tra gli investitori:

  • Scoraggia il disinvestimento al primo capovolgimento di mercato. Imponendosi una disciplina di investimento costante si entra in confidenza piano piano con i mercati, la tentazione di disinvestire in fasi di mercato negative è quindi minore. Disinvestire in un momento negativo significa acquistare i titoli quando i prezzi sono al massimo e venderli quando scendono, una strategia assolutamente non indicata. Inoltre diventa più evidente il vantaggio di comprare quando i prezzi sono bassi: gli investimenti regolari permettono di approfittare della fase di ribasso per acquistare nuovi titoli con valutazioni più vantaggiose, per poi generare più rendimenti nel medio-lungo termine.

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  • Riduce il potenziale di perdita degli investimenti e la volatilità. Per le ragioni sopra elencate, il PAC, rispetto all’investimento in una sola soluzione, riduce la volatilità degli investimenti e il rischio di perdita massima. Come si evince dal grafico, simulando un investimento di 20 anni e considerando l’andamento storico dei mercati, la perdita massima fatta registrare da un PAC rispetto all’investimento in diverse tranche (considerato nel precedente paragrafo), è stata inferiore qualunque sia l’anno iniziale preso in considerazione. Questo vuol dire che investire in un PAC avrebbe ridotto la volatilità, aiutando l’investitore più avverso al rischio a vivere più serenamente il proprio percorso.

 5. Uno strumento a prova di crisi

Per tutte le ragioni che abbiamo elencato nei precedenti paragrafi, il PAC è lo strumento ideale per tutelarsi in caso di fasi prolungate di ribasso dei mercati finanziari. Per provarlo abbiamo simulato l’andamento di un PAC nel corso delle ultime quattro maggiori crisi.
Come mostrato dal grafico, grazie alla possibilità di acquistare quote a prezzi sempre più vantaggiosi, il PAC avrebbe portato l’investimento (parte superiore del grafico) in positivo ben prima del momento in cui, investendo in un’unica soluzione, si sarebbe  anche solo rientrati del capitale investito.
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