Che tipo di investitore sei?

A cura di Daniele Bernardi, Ad Diaman Scf
Partecipando al Fee Only Summit di Consultique questa settimana ho assistito ad una bella presentazione della Dott.ssa Nadia Linciano di Consob che ha illustrato una ricerca condotta sulle caratteristiche degli investitori italiani e la loro attitudine ad investire seguendo o meno i consigli dei consulenti. Quindi le ho chiesto di pubblicare alcuni grafici e alcune considerazioni che lei ha riportato sul nostro blog per diffondere più possibile queste informazioni e lei molto carinamente ha accettato.
DINAMICHE
I dati che ne sono usciti sono molto interessanti per comprendere le dinamiche non solo degli investitori ma anche del futuro dell’industria del risparmio gestito, quantomeno in Italia.
Il primo istogramma (grafico a barre) indica la propensione dell’investitore ad affidarsi:
a)a se stesso
b)ad un esperto
c)delegando un esperto
d)a colleghi, amici e parenti
quando deve prendere una decisione di investimento.

Da questo grafico si evince che una persona su quattro prende le decisioni da solo, e questo ci può stare perché qui dentro ci sono i traders, i micro investitori, i non investitori; ma l’aspetto preoccupante che significa che dobbiamo ancora lavorare molto con l’educazione finanziaria è che quasi il 40% degli investitori prende decisioni ascoltando le chiacchiere da bar di familiari, amici e parenti.
PERICOLO
E questo onestamente lo trovo molto grave, perché gli investimenti sono una cosa seria, complessa e pericolosa per cui affidarsi a qualcuno che non sia un esperto del settore, significa mettere a repentaglio inconsapevolmente i propri risparmi.
Intendiamoci, qualcuno potrà avere come amico Warren Buffet, in tal caso forse farebbe meglio a seguire l’amico che un consulente finanziario, ma nella stragrande maggioranza dei casi non è così.
FIDUCIA
Allora mi sono chiesto quale fenomeno comportamentale porta gli investitori a preferire un amico ad un consulente; anche in questo caso ci viene incontro l’ottimo lavoro della Dott.ssa Linciano.

Da questo grafico si evince che una delle principali motivazioni è che le persone credono che non serva il consulente finanziario perché le somme da investire sono piccole; errore comportamentale enorme, perché se si vuole far diventare queste somme grandi, è proprio necessario un consulente finanziario.
METODO NON ILLUSIONE
Non perché i consulenti finanziari garantiscono rendimenti incredibili che trasformano piccole cifre in patrimoni, ma perché i consulenti finanziari hanno metodi, come il piano di accumulo mensile, per far si che accumulando piccole cifre ogni mesi, poi nel tempo ci si possa trovare (in questo caso si grazie anche al rendimento degli investimenti) ad avere un gruzzoletto o un capitale più importante.
POVERITE
Evitare i consulenti finanziari pensando che si è troppo piccoli per lui o per investire seriamente porterà inevitabilmente a trovarsi per tutta la vita in difficoltà economiche, perché indipendentemente che una persona guadagni 1.000 euro al mese o 100.000, se non è accorto ad accantonare almeno il 10% di quanto guadagna, nel lugno termine spenderà sempre tutti i soldi che guadagna e quindi non riuscirà mai a crearsi un capitale.
NULLA E’ CERTO
Altro aspetto evidenziato da questo studio e dal relativo grafico, è che molti investitori impiegano i loro capitali in prodotti semplici (tipicamente obbligazioni bancarie) per cui non hanno bisogno di un consulente, ma magari se avessero un consulente si renderebbero conto che non è il caso di investire in alcuni strumenti, seppur semplici.
Sul grafico sopra è anche evidente che per un investitore, non comprendere i costi del servizio, la qualità del consulente e del servizio erogato rendono più complicata la decisione di affidarsi ad un consulente, di cui è evidente che la fiducia (terza barra) gioca un ruolo chiave.
SCELTA DI UN CONSULENTE
Adesso non ci resta che analizzare quali determinanti usa l’investitore per scegliere un consulente rispetto ad un altro:

Come si può vedere la fiducia è la principale caratteristica della scelta di un consulente, perché è presente indirettamente anche nella seconda e quarta barra orizzontale, perché l’investitore si fida del consulente consigliato dalla banca ovvero di consulenti consigliati da amici e parenti.
EDUCAZIONE, EDUCAZIONE, EDUCAZIONE
Anche in questo caso bisogna lavorare molto sulla educazione finanziaria, non tanto sui termini e sugli strumenti finanziari, ma proprio su questi aspetti che si sono evidenziati in questa ricerca, ovvero l’evidenza che gli scarsi strumenti e comprensione degli indicatori per valutare un buon consulente finanziario portano gli investitori a seguire le indicazioni della banca (tipicamente in conflitto di interessi) o dei parenti e amici.

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