Ricchezza mondiale +27% in dieci anni. Italia nella top ten dei Paesi con crescita più sostenuta

Nei dieci anni successivi all’inizio della crisi finanziaria globale, secondo il Global Wealth Report 2017 di Credit Suisse Research Institute, la ricchezza globale è cresciuta del 27%. Nei 12 mesi a giugno 2017 la ricchezza mondiale è cresciuta più velocemente rispetto agli ultimi anni, con la ricchezza media pro capite che ha raggiunto nuovi record.

Secondo l’ottava edizione del Global Wealth Report nel periodo metà 2016 – metà 2017 la ricchezza mondiale globale è aumentata del 6,4% (16,7 mila miliardi di dollari, fino a raggiungere 280 mila miliardi di dollari), il tasso più elevato dal 2012. L’incremento riflette gli ampi guadagni nei mercati azionari, insieme agli incrementi degli asset non finanziari, che per la prima volta hanno toccato livelli superiori a quelli del 2007, anno di inizio della crisi. La crescita della ricchezza ha anche superato la crescita della popolazione: il patrimonio medio pro capite tra la popolazione adulta è cresciuto quindi del 4,9% con un nuovo massimo storico di 56.540 dollari.

Quattro Paesi dell’Eurozona (Germania, Francia, Italia, Spagna) appaiono nella top ten. Insieme rappresentato 3,1 mila miliardi di dollari, ovvero quasi il 20% dell’aumento complessivo in tutto il mondo.

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Urs Rohner, presidente del Credit Suisse Research Institute e del Consiglio di Amministrazione di Credit Suisse Group, ha commentato: “Un decennio dopo l’inizio della crisi finanziaria globale, si registra un aumento notevole della ricchezza in tutte le aree del mondo. La Svizzera ha segnato in questo periodo una crescita della ricchezza pro capite della popolazione adulta pari al 40%, rimanendo leader mondiale. In questa edizione del Global Wealth Report del Credit Suisse Research Institute analizziamo anche le prospettive di ricchezza dei Millennial, che negli ultimi anni hanno dovuto affrontare maggiori difficoltà rispetto alle generazioni meno giovani”.

Risultati principali

  • Il rapporto di quest’anno si focalizza sui Millennial e sulle loro prospettive di accumulazione di ricchezza. Nel complesso, dai dati emerge uno “svantaggio Millennial” dovuto, ad esempio, a norme più rigide per l’accesso alle ipoteche, all’aumento dei prezzi delle abitazioni, alle maggiori disparità e alla minore mobilità di reddito: si tratta di ostacoli alla costituzione del patrimonio per i giovani lavoratori e risparmiatori in molti paesi. Vi sono tuttavia anche note positive, con il recente aumento del numero di miliardari di età inferiore a 30 anni rilevato da Forbes nonché un quadro più positivo in Cina e in altri mercati emergenti.
  • Gli Stati Uniti hanno proseguito la loro avanzata dopo la crisi finanziaria, favoriti da solide condizioni di mercato. Il paese ha contribuito con 8,5 mila miliardi di dollari alla crescita della ricchezza mondiale: una quota che equivale alla metà della ricchezza generata a livello globale nei 12 mesi a metà 2017.
  • La Svizzera nel 2017 si conferma leader globale in termini di ricchezza media e ricchezza mediana per adulto.
  • La stabilità in Europa ha reso possibile un incremento della ricchezza del 6,4% nell’intero continente, in linea con la crescita registrata a livello globale. Quattro Paesi dell’Eurozona (Germania, Francia, Italia, Spagna) hanno raggiunto la top ten dei Paesi con i maggiori incrementi in termini assoluti. Nel Regno Unito le prospettive restano incerte, nonostante la ripresa dopo le perdite causate dal voto sulla Brexit dello scorso anno.
  • L’Italia risulta essere quest’anno al sesto posto nella classifica dei dieci Paesi che hanno visto crescere la propria ricchezza in modo più significativo con 1 milione e 288 mila milionari (milionari in dollari USD), 138 mila in più rispetto all’anno scorso, che rappresenta il 4% dei milionari di tutto il mondo.
  • La ricchezza mediana è cresciuta nella maggior parte delle aree, ma rimane inferiore ai massimi del 2007. Solo la Cina ha raggiunto un nuovo apice di ricchezza mediana. La classifica dei dieci paesi con i livelli più elevati di ricchezza mediana rispecchia in larga misura quella riguardante la ricchezza media, anche se, grazie a disparità inferiori alla media, Italia e Giappone si collocano tra i top ten.
  • A medio termine, si prevede che le economie emergenti genereranno ricchezza a un ritmo più sostenuto rispetto ai paesi sviluppati.
  • Tra le componenti patrimoniali, solo gli investimenti finanziari hanno registrato significativi incrementi dal 2007; gli asset non finanziari quest’anno hanno superato per la prima volta i livelli del 2007, crescendo del 2%.

Dall’inizio del secolo, il debito è aumentato più rapidamente (9%) fino alla crisi finanziaria per poi rimanere stazionario senza più raggiungere il picco del 2007. Il debito pro capite è attualmente inferiore al 3% al livello del 2007.

Risultati per area geografica

USA primi per crescita della ricchezza globale – ma hanno già raggiunto il loro picco massimo? Nell’ultimo anno è proseguito il buon andamento dell’attività economica e dei mercati finanziari negli Stati Uniti, che ha portato a un aumento della ricchezza per il nono anno consecutivo. Gli Stati Uniti hanno contribuito alla ricchezza globale con circa 8,5 mila miliardi di dollari – pari a circa la metà dell’incremento totale mondiale degli ultimi 12 mesi – principalmente grazie ad asset finanziari più solidi. Da un raffronto dell’incremento della ricchezza tra i Paesi emerge che gli USA sono tornati in testa alla classifica con una crescita di cinque volte superiore all’incremento registrato in Cina (1,7 mila miliardi di dollari), che si colloca al secondo posto.

Oggi la ricchezza del paese è stimata intorno a 93,6 mila miliardi di dollari, pari al 33% della ricchezza globale. Gli Stati Uniti ospitano il più elevato numero di persone che rientra nell’1% più facoltoso del pianeta nonché il 43% degli attuali milionari mondiali. “Finora la presidenza Trump è stata caratterizzata da prosperità tra le imprese e crescita dell’occupazione, senza trascurare il contributo costante della Federal Reserve, la disparità di ricchezza rimane poi una questione fondamentale”, commenta Michael O’Sullivan, CIO di International Wealth Management presso Credit Suisse. “In prospettiva, tuttavia, le valutazioni di mercato elevate e i prezzi degli immobili potrebbero frenare il ritmo di crescita nei prossimi anni”.

Crescita stabile in Europa a un anno dal voto sulla Brexit. L’outlook per il Regno Unito resta incerto L’Europa ha registrato il secondo maggiore incremento della ricchezza in termini assoluti tra le diverse regioni (4,8 mila miliardi di dollari), con un tasso di crescita equivalente a quello globale pari al 6,4%. Il Regno Unito si lascia alle spalle un anno tumultuoso dopo il voto favorevole all’uscita dall’UE; la ricchezza per adulto è comunque salita del 2% in sterline, anche se in dollari risulta inferiore dell’1%. Le prospettive sono incerte: per via dell’impatto della Brexit sui mercati finanziari e del deprezzamento della sterlina, si stima che la ricchezza nel Regno Unito in dollari USA diminuirà dello 0,9% nei prossimi cinque anni, a fronte di una possibile svalutazione attesa della sterlina pari al 4% entro il 2022.

Raffrontando l’incremento della ricchezza a livello di Paesi, la forte posizione dell’Eurozona si riflette nei livelli di crescita di Germania, Francia, Italia e Spagna, che rientrano tutti nella classifica dei dieci paesi con i maggiori incrementi patrimoniali. Insieme hanno contribuito in ragione di 3,1 mila miliardi di dollari, o quasi il 20%, alla crescita della ricchezza a livello globale. In termini percentuali, la Polonia risulta il paese che ha registrato la maggiore crescita del patrimonio detenuto dalle famiglie (18%), soprattutto grazie all’aumento dei prezzi azionari.

La ricchezza totale dell’Eurozona, pari a 53 mila miliardi di dollari nel 2017, è paragonabile a quella statunitense alla fine degli anni Novanta.

Svizzera in cima alla classifica della ricchezza per ciascun adulto

Dall’inizio del XXI secolo la ricchezza per adulto in Svizzera è aumentata del 130%, raggiungendo 537.600 dollari – un incremento dovuto in gran parte all’apprezzamento del franco svizzero rispetto al dollaro USA tra il 2001 e il 2013. Misurato in franchi svizzeri, il patrimonio delle famiglie in Svizzera è cresciuto del 35% tra il 2000 e il 2017, il che corrisponde a un incremento medio annuo dell’1,8%. Australia (USD 402 600) e Stati Uniti (USD 388 600) mantengono la seconda e la terza posizione nel ranking della ricchezza per ciascun adulto.

La Svizzera è prima anche considerando la ricchezza mediana (USD 229 000 per ciascun adulto) ma rispetto alla ricchezza media la distanza dall’Australia, seconda classificata, è minore. All’interno dell’1% della popolazione adulta più ricca a livello globale, la rappresentanza svizzera è pari all’1,7%, un dato notevole per un paese con lo 0,1% della popolazione mondiale. Più di due terzi degli adulti svizzeri possiedono valori patrimoniali per oltre USD 100 000, e l’8,8% di loro è milionario in USD.

I temi chiave del Credit Suisse Global Wealth Report 2017.

Millennial – la generazione sfortunata

Le difficoltà iniziali e le condizioni di mercato avverse con cui si sono dovuti confrontare i Millennial nei primi anni dell’età adulta con ogni probabilità finiranno per limitare le loro prospettive di arricchimento. Oltre a essere stata colpita dalle perdite di capitale dovute alla crisi finanziaria globale, questa generazione è stata infatti esposta direttamente alle sue conseguenze: disoccupazione, maggiori disparità di reddito, aumento dei prezzi degli immobili, inasprimento delle norme sulle ipoteche e, in alcuni paesi, aumento significativo del debito studentesco. Rispetto alle generazioni precedenti, avrà inoltre un accesso meno agevole alla pensione.

Le ripercussioni della crisi finanziaria globale sulla ricchezza e altre problematiche che i Millennial devono affrontare sono ad esempio dimostrate dal fatto che, secondo gli ultimi dati relativi agli Stati Uniti, il patrimonio medio detenuto dalle persone di 30 – 39 anni (72 400 dollari) nel 2017 è risultato inferiore del 46% al patrimonio detenuto a quell’età dalle persone che nel 2017 avevano un’età compresa tra 40 e 49 anni (134 800 dollari).

Dagli stessi dati USA emerge che questo avvio infelice ha reso i Millennial più cauti sul debito rispetto a chi li ha preceduti. Il rapporto debito/reddito di questa generazione era inizialmente più elevato di quello delle generazioni precedenti, ma è andato riducendosi a causa di un’evidente maggiore cautela in seguito alla crisi.

Alcuni Millennial sono riusciti a prosperare nonostante le difficoltà, come risulta dal quadro più positivo in Cina e in alcuni altri mercati emergenti. Sebbene si tratti di cifre ancora molto basse, di recente vi è stata inoltre una crescita del numero di giovani miliardari in termini assoluti.

Tuttavia, secondo le prospettive generali a livello globale, i Millennial non solo dovranno affrontare maggiori difficoltà nella costruzione del proprio patrimonio, ma continueranno anche a scontrarsi con una distribuzione più iniqua della ricchezza.

Nannette Hechler-Fayd’herbe, Head Investment Strategy & Research di Credit Suisse, ha dichiarato: “I Millennial stanno affrontando con decisione sfide e opportunità, ad esempio con uno stile di vita più attivo e salutare e partecipando alla sharing economy. Tuttavia non si può dire che la loro sia una “generazione fortunata” se confrontata con quella dei baby boomer, i cui patrimoni avevano beneficiato di una serie di fattori fra cui circostanze ampiamente favorevoli legate alla crescita dei prezzi sui mercati immobiliari e azionari”.

La piramide della ricchezza globale

Di norma si pone l’enfasi sulle due fasce superiori della piramide della ricchezza globale in cui rientra meno del 10% della popolazione mondiale che collettivamente possiede l’86% della ricchezza globale. Il Credit Suisse Research Institute ritiene invece che la base della piramide meriti una maggiore attenzione in quanto rappresenta 4,5 miliardi di adulti – ossia oltre il 90% della popolazione globale adulta – che hanno un indiscutibile potere politico, come hanno dimostrato gli sviluppi politici sia lo scorso anno sia in tempi più recenti. Inoltre, il loro patrimonio aggregato di 40 mila miliardi di dollari implica significative opportunità economiche.

Nella fascia media della piramide India e Africa sono sottorappresentate, mentre la quota della Cina è sproporzionatamente elevata, a causa del rapido incremento dal 12,6% nel 2000 al 35% attuale.

La base della piramide, pur rimanendo la più ampia, si è assottigliata del 3% rispetto all’anno precedente. Si stima che ve ne faccia parte il 70% della popolazione mondiale. La fascia bassa della piramide rappresenta il 2,7% della ricchezza mondiale, in lieve rialzo dal 2,4% del 2016.

Evoluzione tendenziale del numero di milionari

Dal 2000, i due gruppi di persone facoltose che registrano la più rapida crescita sono i milionari, aumentati a livello globale del 170%, e gli Ultra-High Net Worth Individuals (UHNWI), il cui numero è quintuplicato.

La composizione del segmento dei milionari sta cambiando rapidamente. Il 98% dei milionari nel 2000 era fortemente concentrato nelle economie a reddito elevato. Da allora si sono aggiunti altri 23,9 milioni di nuovi milionari, di cui circa 2,7 milioni – il 12 per cento di queste new entry – nelle economie emergenti.

La trasformazione è ancor più marcata nel segmento UHNWI. Se le economie emergenti rappresentavano il 6% del segmento nel 2000, da allora hanno contribuito in ragione del 22% alla crescita di UHNWI (24 500 adulti). Nella sola Cina si è aggiunto un numero stimato di 17 700 adulti – il 15% dei nuovi UHNWI mondiali. Entro il 2022 il numero di UHNWI aumenterà con ogni probabilità di 45.000 persone, fino a raggiungere quota 193.000.

Prospettive per la ricchezza per i prossimi cinque anni

Secondo il rapporto, la ricchezza globale continuerà a crescere a un ritmo analogo a quello degli ultimi cinque anni (crescita stimata del 3,9% e crescita rilevata del 3,8% negli ultimi cinque anni), seppure inferiore alla stima precedente del 5,4%. Sulla scorta di queste previsioni aggiornate, la ricchezza mondiale dovrebbe raggiungere 341 mila miliardi di dollari entro il 2022.

Si ritiene che le economie emergenti genereranno ricchezza a una velocità superiore a quella dei paesi sviluppati e raggiungeranno probabilmente una quota del 22% della ricchezza mondiale alla fine dei cinque anni. Tuttavia, la produzione di ricchezza in tali economie è più lenta del previsto. Non sorprende che, stando alle previsioni, il contributo più consistente proverrà dalla Cina ed è stimato intorno ai 10 mila miliardi di dollari, ossia un aumento del 33 %.

L’outlook per il segmento dei milionari è più positivo di quello riguardante la base della piramide della ricchezza, con un incremento del 22 % – da 36 milioni attuali a 44 milioni di persone nel 2022 – rispetto a una riduzione di appena 4 per cento per la fascia più bassa della piramide. I milionari italiani si prevede crescano del 13% nel 2022 a 1 milione e 451 mila.

Nei prossimi cinque anni la ricchezza proveniente da attivi non finanziari supererà lievemente quella di origine finanziaria di circa l’1 per cento l’anno. Si prevede inoltre un aumento più sostenuto del debito rispetto al patrimonio finanziario e non finanziario nei prossimi anni, dopo un periodo di stabilità tra il 2007 e il 2010. L’indebitamento delle famiglie dovrebbe aumentare del 37% nei prossimi cinque anni, fino a raggiungere il 15% delle attività lorde.

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