Alla ricerca delle cause dei ribassi in atto

A cura di WingsPartners Sim

Difficile individuare una causa precisa alla base delle generali prese di beneficio che si sono manifestate sul comparto azionario, su quello valutario e sulle materie prime; certo è che il movimento è di quelli rilevanti, specie se confrontato con il placido andamento delle settimane passate, ed è ben rappresentato dal listino nipponico che dopo aver toccato i massimi da oltre un quarto di secolo ha inanellano una serie di ribassi, la più lunga del 2017. Tra l’altro, e contrariamente a quanto solitamente accaduto in occasione dei passati ribassi, il movimento ribassista non sembra per ora rallentare con l’apertura dei listini europei nuovamente in negativo.

Andando a scartabellare le notizie, i dati cinesi su produzione industriale, vendite al dettaglio e investimenti in capitale fisso non sono stati certo tragici, andando largamente a collimare con le previsioni della vigilia; più di qualche nube tuttavia sul settore immobiliare che ha offerto diffusi segnali di debolezza mettendo di converso in difficoltà le società costruttrici, largamente indebitate, e già alle prese con un trend ascendente nel costo del denaro ben rappresentato dal rendimento sul decennale cinese, passato sopra quota 4% qualche giorno fa. Parimenti la debacle del dollaro trova solo una parziale giustificazione nei dati sul PIL tedesco migliori delle attese. Certo un a crescita più solida nella zona euro giustifica una spinta rialzista sull’euro, ma va anche rimarcato come i dati americani, con i prezzi alla produzione ai massimi dal gennaio 2012 siano indicatori di una probabile mossa espansiva da parte della FED a dicembre, anche perchè rafforzati da un dato sulle vendite al dettaglio in settembre che è stato il migliore da due anni a questa parte.

Che le attuali prese di beneficio siano più frutto di un generale malumore che di evidenze empiriche è comprovato dal comportamento delle materie prime, che invece di beneficiare, come loro costume (se facciamo eccezione naturalmente per un rafforzamento seppur limitato nelle quotazioni dell’oro) della debolezza del biglietto verde, hanno preso con decisione la via del ribasso, guidate da un petrolio appesantito dalla rilevazione delle scorte USA di greggio superiore alle aspettative.

Inutile ribadire come da più parti stia no arrivando indicazioni di acquisto, specie sull’azionario, dato che guardando al passato, ogni ribasso significativo si è sempre rivelato solo un buon pretesto per incrementare le posizioni in portafoglio. Eppure daremmo un pò più di spazio a questo movimento ribassista dato che la genera le negatività sui mercati, oltretutto trasversale, e la mancanza di un vero e proprio fattore alla scatenante lascia un po’ perplessi, consigliando prudenza.

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