Energia, Utility, Real Estate e Tech restano i settori Usa migliori

A cura di Olivier De Berranger, Chief Investment Officer di La Financière de l’Echiquier
È ormai alle battute finali, negli Stati Uniti, la stagione delle pubblicazioni del terzo trimestre. In Europa, invece, è in pieno svolgimento. Quali prime conclusioni?
A prima vista i dati statunitensi sono strepitosi. Il 77% delle aziende ha superato le previsioni relative ai risultati e il 67% quelle inerenti il fatturato. La crescita degli EPS, stimata al 5,4% a un anno, sfiorerà il 6,2%. Tutti questi dati sono da guardare con invidia … e diffidenza alla luce delle enormi disparità tra titoli e settori, ma anche tra tipologie di aziende. La crescita è sostenuta per le aziende che generano la maggior parte del fatturato fuori dagli Stati Uniti, a differenza di quelle «domestiche» che si attestano su un trend più moderato del giro di affari (+3,5% a un anno).
Queste ultime, infatti, sono state penalizzate da fenomeni eccezionali, come il passaggio dei cicloni a fine estate, anche se gli imprenditori denunciano in particolar modo il mancato dinamismo dell’economia americana e la sempre maggior concorrenza interna che intralcia ogni risalita dei prezzi.
In Europa, il trend è allineato sul trimestre precedente. A fronte di risultati complessivamente ottimi per alcune aziende osserviamo un numero maggiore di società ben al di sotto delle aspettative (il 25% circa) e reazioni di mercato improntate a grande prudenza. Nella maggior parte dei casi questi buoni risultati hanno suscitato reazioni di cortesia o – addirittura – nessun commento, mentre gli investitori preferivano prendere i profitti sui titoli migliori dell’anno. Pochi hanno sfruttato i forti ribassi per riposizionarsi in un’ottica contrarian da qui a fine anno.
Da entrambi i lati dell’Atlantico è stata osservata una forte dispersione delle performance settoriali anche se i migliori rimangono sempre gli stessi: Energia, Utility, Real Estate e Tecnologia negli Stati Uniti, tra l’altro, con un nuovo trimestre spettacolare per i GAFA. Nemmeno i perdenti cambiano però: Telecom, Salute e Servizi finanziari.
Come anticipato, era d’obbligo la selettività: questa stagione lo dimostra ampiamente.

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