Cina, crescono i consumi. Pechino verso un nuovo modello di crescita

A cura di Maarten-Jan Bakkum, Senior Emerging Markets Strategist di NN Investment Partners

L’economia cinese sta gradualmente passando da un modello di crescita basato sugli investimenti e alimentato dal credito a un modello basato sui consumi interni. I punti focali della politica del paese dopo il 19° Congresso del Partito Comunista Cinese, sono i seguenti:

  • Il focus è chiaramente cambiato da una crescita rapida a una crescita di alta qualità, che implica minori squilibri finanziari, un impatto meno negativo sull’ambiente e una distribuzione più equa del reddito. La composizione della crescita continua a cambiare rapidamente verso un aumento dei consumi delle famiglie, che già rappresentano oltre il 50% del PIL.
  • Si prevede che la crescita della produttività sarà il principale motore della crescita, sostituendo la crescita della capacità industriale sostenuta da una rapida crescita della leva finanziaria. Negli ultimi quattro anni sono stati compiuti notevoli progressi nella riduzione del problema della sovraccapacità. Dopo la riduzione dell’eccesso di capacità, la riforma delle aziende di Stato punterà a un uso più efficiente del capitale pubblico. Le autorità intendono migliorare ulteriormente il rendimento del capitale con incrementi di efficienza e mediante il coinvolgimento del capitale privato nelle strutture di proprietà mista. In tutto questo, c’è una grande attenzione all’innovazione attraverso più attività di ricerca e sviluppo, miglioramenti della qualità dell’istruzione e attrazione di talenti dall’estero per ottenere rapidi progressi tecnologici. Nel frattempo, si registrano progressi in materia di mobilità del lavoro, regolamentazione favorevole alle imprese e – come sostiene il governo (ma non vi sono ancora prove sufficienti) – tutela dei diritti di proprietà e miglioramento dello stato di diritto. L’obiettivo onnipresente di tutti questi sforzi di riforma è quello di stimolare gli investimenti privati nei settori più innovativi e ad alta tecnologia.
  • Per sostenere la crescita economica non è più necessaria o auspicata la crescita elevata della leva finanziaria. Negli ultimi anni, la crescita della leva finanziaria è diminuita in modo sostanziale e negli ultimi due trimestri non è più aumentata. Oltre a ridurre il ritmo di crescita del credito, le autorità stanno cercando di risolvere il problema della leva aiutando il settore delle imprese di Stato altamente indebitate a conseguire rendimenti più elevati. Finora quest’anno le aziende di Stato sono riuscite a ripagare il debito grazie al miglioramento della redditività.
  • Continua la rapida crescita dell’urbanizzazione, nonostante la massiccia migrazione di persone dalle zone rurali negli ultimi decenni. Il governo considera l’urbanizzazione come uno strumento chiave per stimolare i consumi.
  • L’attenzione rivolta alla tutela dell’ambiente e all’efficienza energetica degli ultimi anni ha già dato i suoi frutti. Ma le ambizioni rimangono alte: un esempio concreto è che entro il 2020 gli autobus pubblici dell’intero paese saranno al 100% elettrici.
  • La distribuzione del reddito sta migliorando. Ciò è visibile nelle statistiche cinesi e nel coefficiente GINI pubblicato dalla Banca mondiale, che dal 2008 è sceso di 3 punti percentuali. Il miglioramento è il risultato della campagna anticorruzione, dei grandi investimenti nell’istruzione e nella sanità e dei cospicui programmi di sovvenzioni per le zone rurali. La minore disuguaglianza è stata una delle principali cause della forza della crescita dei consumi delle famiglie e dell’impennata dell’e-commerce.
  • Prosegue la riforma fiscale, che si muoverà maggiormente nella direzione delle imposte dirette per influenzare i consumi. Un esempio chiave è un’imposta sugli immobili a livello nazionale, di cui si è parlato per decenni e che ora sembra essere in via di attuazione.
  • L’iniziativa della Nuova via della Seta è molto più di un sistema per sfruttare la sovraccapacità industriale cinese. Questo progetto infrastrutturale punta anche a garantire l’approvvigionamento strategico dei principali prodotti di base e la futura domanda di prodotti cinesi. Il governo considera questo programma come un nuovo sistema globalizzato accanto a quello esistente che si ritiene esista principalmente per soddisfare le esigenze dell’Occidente. L’idea è quella di arrivare ad utilizzare il Renminbi per gli accordi commerciali e gli investimenti transfrontalieri.

Ciò dovrebbe contribuire a migliorare ulteriormente la percezione del rischio cinese, in particolare al di fuori della Cina, e rende improbabile un improvviso deterioramento dei flussi di capitali cinesi. Il rischio principale riguarda il settore immobiliare, anche se finora il rallentamento è stato gestibile. Nel complesso, ci atteniamo alla nostra view di un rallentamento economico moderato, sebbene la probabilità che questo si verifichi è bassa. La crescita del PIL dovrebbe scendere dal 6,8% nel 2017 al 6,3% nel 2018.

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