Npl, scambi boom da ottobre a metà novembre

Da ottobre a metà novembre 2017 si è registrato un incremento dell’84% nei volumi di NPL (acronimo di Non performing loans, i crediti per i quali la riscossione è incerta sia in termini di rispetto della scadenza che per ammontare dell’esposizione) ceduti nel mercato italiano rispetto allo stesso periodo del 2016, per un ammontare di circa 7 miliardi di euro. È ciò che emerge dall’aggiornamento del Market Watch NPL-The Italian Scenario di Banca IFIS. L’analisi conferma l’accelerazione annunciata nelle operazioni di non-performing loans dell’ultimo trimestre 2017, che continuano a spingere il mercato italiano anche se abbassando a 101 miliardi di euro le precedenti stime di volumi complessivi scambiati per il 2017.

Un trend che si verificherebbe, secondo alcune fonti di mercato, a causa del posticipo di deal, che erano previsti nel 2017, all’inizio del 2018 per circa 9 miliardi di euro. Questo fenomeno, assieme ad alcune transazioni già “attese” per il nuovo anno, porterebbe la pipeline di transazioni di inizio 2018 già a 17 miliardi di euro.

In particolare, le operazioni di fine 2017 riguarderanno principalmente il mercato primario, mentre sul mercato secondario saranno scambiati circa 5 miliardi (corrispondenti al 5% dei volumi attesi).

Per la prima volta dal 2006, inoltre, si sono registrate maggiori svalutazioni o vendite di NPL a fronte di un minor numero di nuove sofferenze generate (grafico 3 del Market Watch NPL Flash). Questo trend e il saldo negativo del rapporto tra “vecchie” posizioni e nuove sofferenze è da attribuirsi a due fattori: una maggiore vendita di NPL ed una maggiore svalutazione dei crediti non-performing da parte delle banche italiane.

Infine, il Market Watch NPL individua gli attori principali del credit management nel mercato NPL italiano: dall’analisi appare evidente come si concentri in pochi servicers oltre il 50% della gestione dei “jumbo deals” (grafico 2 del Market Watch NPL Flash). In particolare nel ruolo di special servicer in Italia per l’aggregazione dei dati e per il monitoraggio dei flussi di recupero dominano Quaestio, Cerved e DoBank.

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