Mondani (Gam): “Buone prospettive per difesa, edilizia e packaging”

Di Gianmarco Mondani, co-gestore dei fondi azionari long/short dell’Europa sviluppata di GAM

Sebbene la nostra strategia si focalizzi su fondamentali e revisioni degli utili, è profondamente correlata, per una forte bias comportamentale, al momentum del prezzo azionario, fattore che ci aiuta a spiegare le difficoltà del 2016. L’ampia diffusione del reflation trade nel secondo semestre ha generato un’improvvisa rotazione verso i settori ciclici, provocando un brusco re-rating al rialzo dei titoli che stavano soffrendo di una revisione degli utili significativamente negativa, mentre quei nomi che erano in una fase di revisione degli utili positiva non sono stati ricompensati di conseguenza. Alla base della nostra difficoltà la disconnessione tra prezzo azionario e momentum degli utili, elemento tipico dei punti di svolta dei fondamentali macroeconomici.

Tuttavia, è importante notare che il price momentum (nella rilevazione del paniere di Morgan Stanley European Momentum) ha generato rendimenti positivi in 10 degli ultimi 12 anni (l’ultima eccezione era stato l’anno 2009) ed è decisamente improbabile per le strategie momentum fallire per due anni consecutivi perché la maggioranza dei punti di svolta sui mercati azionari difficilmente ha cadenza annuale. Dopo la retromarcia del 2009, ad esempio, le strategie momentum hanno messo a segno tanti anni di buone performance.

Quest’anno il contesto di mercato è migliorato in maniera significativa, con un lento ritorno della differenziazione e, nell’ambito delle nostre posizioni long ci stiamo concentrando su quelle società che hanno una crescita visibile grazie ad opportunità strutturali o congiunturali. Ciò comprende una serie di temi sottostanti, tra cui la spesa per la difesa e l’edilizia, insieme ad un ritorno del pricing power nel settore del packaging.

Apprezziamo anche le banche con una buona capitalizzazione, alcune delle quali stanno trattando a sconto rispetto al valore contabile. Nella parte short vi è un insieme di idee di investimento legate a società con problemi strutturali e alle prese con nuove sfide. Vi sono una serie di temi sottostanti, comprese le problematiche legate a problemi di eccesso di capacità e restringimento del reddito disponibile. Curiosamente, sia la parte short che long del nostro portafoglio hanno il medesimo rapporto prezzo/utili atteso, pari a 17. La differenza chiave sta nella divergenza tra le attese: il consenso si aspetta una crescita degli utili del 14% sulla nostra parte long nel 2018 – previsione dal nostro punto di vista molto cauta – mentre del 21% sulla parte short del portafoglio, stima che riteniamo poco realistica considerate le sfide individuali.

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