Perché il Bitcoin crescerà ancora nei prossimi mesi

A cura di Daniele Bernardi, Ad Diaman Scf
Ben consapevole che fare queste affermazioni espongono alla terribile legge di Murphy che aspetta solo che qualcuno si esponga per poterlo colpire senza pietà, ritengo che ci siano diverse ragioni per affermare che non siamo arrivati al massimo del valore del Bitcoin, ma che potrà raggiungere valori molto più elevati.
 

Perché il Bitcoin crescerà ancora nei prossimi mesi

 
IMPRESSIONANTE
Certamente fa impressione vedere che un asset, per quanto crypto-asset possa passare da 3000 USD a oltre 8000 USD in meno di due mesi, soprattutto pensando che meno di tre anni fa era a 800, quindi moltiplicando per 10X i soldi dei fortunati investitori che hanno creduto in anticipo a questo mercato in forte crescita.
Ho trovato quest’immagine del 2013, anno in cui ho conosciuto il Bitcoin e (purtroppo) avevo analizzato sommariamente il fenomeno definendolo una bolla passeggera…

Come si può vedere il Bitcoin non è nuovo a questi rally (crescite molto forti) che ne hanno moltiplicato il valore.
Poi ho trovato anche quest’immagine molto più recente ed evidentemente realizzata dallo stesso autore, dove si vede lo stesso fenomeno.

I più attenti potrebbero rilevare che dal 2013 al 2015 il Bitcoin ha perso valore e non moltiplicato per n volte il valore come prima o dopo; ovviamente questo rischio c’è tutto, ma chi ha seguito il Bitcoin in questi anni si ricorderà dei vari problemi che ha subito la cryptovaluta e il sistema, dal fallimento di Gotex, uno dei più grossi exchange che ha subito un furto informatico enorme che ne ha decretato la fine, al tentativo disordinato di diversi governi a vietare o quantomeno limitare il diffondersi della cryptovaluta.
DEMOGRAFIA
Nel 2013 il prezzo era salito molto non seguito dal numero di utenti e soprattutto con un ridotto numero di traders e/o investitori con obbiettivi speculativi.
Oggi è possibile (grazie a google trend) comprendere come sono distribuiti gli interessi principali dei detentori di Crypto-assets e sebbene siano la parte con una percentuale maggiore, gli investitori o le persone legate al sistema finanziario non sono ancora preponderanti.

Alla recente tavola rotonda del Lantern Fund Forum a Lugano, dove ero relatore in rappresentanza delle società dell’industria che stanno in qualche modo lavorando sul settore delle Crypto Valute, hanno fatto un sondaggio tra i presenti (che erano molti e tutti legati al mondo degli investimenti finanziari che chiedeva: “state pianificando di offrire servizi di investimento in cryptocurrencies?”
Le risposte sono state le seguenti:

I dati evidenziano che tra gli operatori del settore finanziario (soprattutto svizzeri che sono i più avanzati al mondo) ci sono ancora pochi operatori che offrono servizi nelle cryptocurrencies, ma soprattutto il dato interessante è il 57% dei partecipanti è interessato ad offrirli in futuro che unitamente a chi lo sta già pianificando e chi gli offre già, indica che l’85% degli operatori finanziari è ormai positivo su questo nuovo asset di investimento.
Un’altra domanda molto interessante è stata se gli operatori del settore hanno ricevuto richieste di investimento in cryptocurrencies dai propri clienti:

Dal grafico si evince chiaramente che i clienti finali sono ancora poco sensibili alle crypto-valute, ma questo non sorprende perché da sempre la finanza è un settore “push” nel confronti dei clienti, ovvero dove gli operatori propongono ai clienti e non viceversa.
MA PERCHE’ CRESCERA’?
Ma tornando alle motivazioni per cui sono ottimista sulla crescita delle crypto valute almeno per i prossimi mesi sono basate principalmente sul fenomeno demografico che porta al crearsi delle bolle finanziarie.
Le bolle finanziarie nascono quando c’è una domanda maggiore dell’offerta, coniugata da una crescita demografica della domanda.
CARATTERISTICHE
Il mondo delle crypto valute hanno tutte queste caratteristiche: 1) scarsità dei coin in circolazione; 2) più persone che vogliono acquistare rispetto a quelli che vogliono vendere; 3) crescita della popolazione degli investitori che si affacciano a questo asset.
A questo punto per comprendere se siamo alla fine della bolla, a metà della bolla o ancora nelle prime fasi della bolla, è necessario comprendere quante persone oggi stanno investendo sulle crypto valute.
RICERCA
Da uno studio dell’università di Cambridge, che si trova in Internet, si può stimare in 5,8 milioni le persone che nel mondo posseggono un wallet con crypto valute, che è pari a meno dello 0,1% della popolazione mondiale.
Per chi è esperto di marketing, c’è una curva di adozione di un nuovo prodotto che viene ben descritta dal grafico seguente:

Come si può ben vedere gli innovatori rappresentano il 2,5% circa della popolazione mondiale, mentre gli early adopters sono circa il 13%.
ANALISI DELLE BOLLE
Lasciando perdere le altre categorie di persone che entreranno nel mercato molto più tardi, è ragionevole pensare che anche se le crypto valute stanno crescendo con un ritmo più che esponenziale (indicatore molto chiaro che il mercato è in bolla finanziaria secondo il mitico Dr. Sornette del ETH di Zurigo), il margine di crescita è ancora enorme, anche se si considerassero solo la categoria degli innovatori al mondo.
QUANTITATIVAMENTE PARLANDO
Da buon quantitativo, a cui piace studiare il passato, per comprendere il presente e immaginare il futuro, è fondamentale capire se siamo alla fine del ciclo di rialzo del Bitcoin o siamo ancora agli inizi e quindi è ancora possibile investire sperando di prendere almeno una parte dell’incredibile trend rialzista che sta offrendo a chi ha creduto sin dall’inizio in questa nuova tipologia di valuta digitale.
PASSATO
Un fenomeno molto simile per dimensioni, effetti e tassi di crescita è stata il recente (20 anni sono una banalità rispetto alla storia del mondo…) fenomeno della new economy, dove qualsiasi società legata alla nuova tecnologia di internet riceveva finanziamenti colossali dai Venture Capitalist e raccoglievano montagne di milioni di dollari quando si quotavano in borsa.
Come confermato dall’amico Paolo Barrai durante la tavola rotonda sulle crypto valute al Lantern Fund Forum, nella prima fase ne hanno beneficiato i Venture Capital (fondi di investimento speculativo completamente illiquidi e in mano a pochissime persone), poi sono arrivati i traders che hanno acquistato i titoli in borsa guadagnando tantissimo dalle varie IPO (initial Public Offering) ovvero quotazioni delle società in borsa; infine sono arrivati i fondi comuni di investimento che per alcuni mesi hanno ottenuto performance da capogiro (mi ricordo il fondo JP Morgan Fleming US Technologies che è passato da 5 dollari del 1999 a 50 dollari a marzo del 2000, per poi tornare a 5 dollari nell’arco dell’anno successivo) ed infine, quando grazie ai fondi comuni di investimento si è arrivati all’investitore della strada è scoppiata la bolla che purtroppo ha creato una serie di perdite notevoli a chi è arrivato tardi.
CRESCITA ATTUALE
A parte l’analogia grafica della crescita dei volumi del Bitcoin rispetto all’andamento dell’indice S&P500, da questo grafico si evince che il Bitcoin ha un tasso di crescita dei volumi notevole, dovuta appunto a sempre più persone che si affacciano a questo intrigante nuovo mondo dominato dalla tecnologia.

Ma la domanda quindi da farsi è: “per quanto tempo dovrà ancora crescere, ipotizzando un tasso esponenziale, il numero degli investitori in crypto valute per arrivare a coprire il 13% di early adopter nel mondo?”
CONVERGENZA DI INTERESSI
Chiaramente è un’ipotesi intrigante ed empirica, però i sondaggi fatti a Lugano, sebbene con un bias ambientale dovuto ad una conferenza di interessati al mondo delle crypto e quindi non un campione rappresentativo, evidenziano che c’è un forte interesse ad entrare in questo nuovo mondo da moltissimi operatori finanziari e di coinvolgere di conseguenza i propri clienti.
ASPETTATIVA
Quindi aspettiamoci che queste crypto valute, a partire dal Bitcoin, crescano ancora molto proprio per gli afflussi di denaro che giorno dopo giorno stanno arrivando in un ecosistema ancora molto piccolo, come evidenzia l’immagine introduttiva di questo post.

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