Le tematiche chiave del 2018

Di Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane Bnp Paribas

La scorsa settimana abbiamo pubblicato un report sulle domande più frequenti per il 2018. A nostro parere, il clima di forte crescita economica e inflattiva si manterrà stabile per i prossimi 6 mesi: a tal proposito, abbiamo rivisto al rialzo la nostra previsione sulla crescita globale per il 2018 al 3,9%. Pensiamo addirittura che siano presenti degli upside risks per la crescita a breve termine. Nel primo trimestre degli ultimi 5 anni la crescita del PIL statunitense è stata sempre inferiore all’1%, e talvolta addirittura negativa. Di conseguenza, il consensus non ha grandi aspettative riguardo alla crescita del PIL statunitense nel primo trimestre del 2018, specialmente dopo un trimestre così forte come quello corrente (3,8% secondo le stime del NY Fed Nowcast). Tuttavia, ogni segnale di un Q1 2018 sopra il 2% sarebbe una sorpresa positiva per i mercati.

Nel prossimo anno, ciò che sarà complesso stabilire sarà l’intervallo temporale durante il quale avverrà la transizione ad un nuovo regime, caratterizzato da un progressivo rallentamento economico. Infatti, troviamo irrealistica l’aspettativa di una crescita globale sugli stessi livelli di quella attuale, specialmente dopo il primo trimestre del 2018. Gli indici di sorpresa economica sono tornati ai livelli di inizio 2017: ciò implica che sarà più difficile sorprendere il consensus col passare del tempo. Inoltre, nonostante le condizioni finanziarie accomodanti garantiscano un’estensione del ciclo economico almeno fino alla metà del prossimo anno, qualsiasi tensione sui mercati del credito corporate statunitense amplificherebbe il rallentamento dell’economia a livello mondiale.

In Cina il 2017 ha portato un’ulteriore crescita del PIL, ma l’economia cinese dovrebbe registrare un rallentamento nel 2018. I leading indicators sembrano aver raggiunto i loro livelli massimi ed il rallentamento del mercato immobiliare, unito ad una leggera restrizione delle condizioni finanziarie, spingono le aspettative di crescita al ribasso. Ad ogni modo, il rallentamento dovrebbe essere moderato: le condizioni esterne rimangono favorevoli e il bassissimo tasso di disoccupazione sostiene i consumi. Anche la politica monetaria dovrebbe restringersi moderatamente (con un leggero impatto sull’economia reale), anche se i mercati potrebbero essere particolarmente sensibili ad ogni cambiamento della situazione politica.

In questo contesto, i rischi maggiori per il prossimo anno sono rappresentati da un ulteriore aumento dei tassi da parte della Fed e da un rallentamento moderato della Cina, in un contesto economico globale che mostra già segni di debolezza. Finora, molti investitori sono rimasti impressionati dalla mancanza di aggressività dei mercati nel repricing delle quotazioni di una Fed più hawkish. Tuttavia, è più facile gestire un tightening in un contesto reflazionistico piuttosto che in uno scenario di rallentamento economico. In Europa, la BCE dovrebbe continuare a ridurre gli spread sul debito sovrano dell’Eurozona nel primo trimestre del 2018, anche se la probabile riduzione del supporto della BCE a partire da settembre 2018 sarà l’argomento chiave del secondo trimestre.

In conclusione, anche nel 2018 il mondo politico dovrebbe continuare ad essere il tema chiave. Gli shock derivanti dalle forti discontinuità politiche che hanno segnato Stati Uniti e Gran Bretagna nel 2016 dovrebbero continuare anche nel 2018. In Gran Bretagna, la mancanza di progressi sul tema Brexit nel primo trimestre del 2018 aumenterebbe la probabilità di un fallimento delle trattative che si concluderebbero con un “No Deal”. Negli Stati Uniti, ci aspettiamo che la riforma fiscale venga attuata agli inizi del 2018, producendo un sostanziale incremento dei profitti. Ad ogni modo, le fonti di incertezza riguardano principalmente l’attuazione della riforma fiscale e gli accordi commerciali con Canada e Messico. In Europa continentale, il sentiment favorevole all’Unione Europea è in crescita e dovrebbe rassicurare riguardo all’esito delle elezioni in Italia. Tuttavia, con molta probabilità i miglioramenti decisivi sul piano istituzionale dell’Unione Europea saranno limitati a mere dichiarazioni d’intenti, specialmente in seguito all’indebolimento della posizione della Merkel.

Previsioni sulla crescita del PIL – Fonte: stime Exane BNP Paribas

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