Ocse, spuntano 5 nuovi paradisi fiscali

Il prossimo 20 aprile gli stati che fanno parte del cosiddetto G20 avranno sul tavolo un altro tema caldo su cui discutere, quello dei paradisi fiscali o come meglio recita l’Ocse “paesi non collaborativi in materia di scambio di informazioni fiscali.

Nessuna “lista nera” quindi ma un semplice elenco di stati che mancano in termini di trasparenza e collaborazione sulle tematiche fiscali.

Un tema molto sentito, soprattutto dopo i recenti scandali che hanno coinvolto il colosso svizzero UBS (costretto a pagare una multa salatissima alla Sec) e il caso di Sir Standaford, che grazie alla legislazione dello stato dell’isola di Antigua è riuscito ad evitare controlli sull’attività del sua banca Standford International Bank.

Nel nuovo elenco, diffuso dal quotidiano La Tribune, ci sarebbero Svizzera, Austria, Lussemburgo, Singapore e Hong Kong.

Da parte sua l’Ocse ha smentito qualsiasi informazione uffciale: “La Francia e la Germania hanno chiesto all’Ocse informazioni su quei paesi che non accettano di scambiare alcuni dati bancari con l’obiettivo di lottare contro l’evasione fiscale” avrebbe detto il portavoce dell’organizzazione. Quindi l’Ocse ha semplicemente fornito delle informazioni dietro specifica richiesta ma basate “su uno studio oggettivo sulle pratiche esistenti”, ha specificato il portavoce.

Una novità di questo elenco, sempre secondo il quotidiano francese, è l’ingresso di cinque nuovi paesi tra cui appunto la Svizzera, il Lussemburgo, l’Austria, Singapore e Hong Kong.

In totale l’elenco dalla fiscalità ‘allegra’ conta ben 30 paesi mentre nel 2005 erano solo tre a comparire nella lista (Andorra, Liechtenstein e Monaco).

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