Meeting OPEC, accordo su tagli alla produzione verso estensione di 6-9 mesi

A cura di Pierre Melki, Equity Analyst Global Equity Research, Energy & Utilities di Union Bancaire Privée – UBP

Il prezzo del petrolio è salito di oltre il 24% da settembre, superando il suo massimo biennale di 60 dollari per il Brent. Le azioni del settore energetico seguite dall’indice MSCI Energy sono cresciute del 10% negli ultimi tre mesi sovraperformando l’indice MSCI World del 3,15%.

Negli ultimi due mesi, tre grandi rischi politici hanno contribuito ad aumentare la pressione al rialzo sul barile. Sebbene siano state evitate le principali perturbazioni, il movimento per l’indipendenza curdo può potenzialmente interessare 600.000 dei 4,4 milioni di barili che l’Iraq produce ogni giorno. Un’altra importante questione geopolitica che minaccia l’approvvigionamento mondiale di greggio è la crisi presidenziale del Venezuela, che potrebbe interessare gran parte della produzione giornaliera di 1,8 milioni di barili, pari al 2% dell’approvvigionamento mondiale di greggio. Per quanto riguarda gli ultimi avvenimenti in Medio Oriente, sia la faida saudita-qatariota sia la situazione politica interna in Arabia Saudita potrebbero mettere a repentaglio la sostenibilità del taglio della produzione petrolifera operato dall’OPEC.

I membri dell’OPEC e la Russia si riuniranno il domani per discutere se prorogare i tagli oltre marzo 2018. La comunicazione dei membri e le aspettative del mercato indicano che i tagli dovrebbero essere prorogati fino alla fine del prossimo anno. Se è probabile che il patto subirà un’estensione di sei o nove mesi, è improbabile che vengano annunciati dettagli sulla quantità di riduzioni. Secondo fonti vicine alla questione, la Russia vorrebbe che l’accordo di estensione includa un nuove clausole che colleghino l’entità delle riduzioni alla salute del mercato petrolifero.

Per quanto riguarda i fondamentali negli Stati Uniti, il numero di piattaforme per l’estrazione di greggio censite è diminuito da 759 all’inizio di settembre a 747, un indicatore di una modesta diminuzione dell’attività. Anche le giacenze di magazzino sono diminuite negli ultimi tre mesi, con un calo di 17 milioni di barili in un periodo in cui le giacenze sono generalmente in aumento in previsione della stagione invernale. Sia il calo degli impianti che quello delle scorte mostrano un quadro più sano del mercato dell’approvvigionamento petrolifero e confermano l’effetto lento ma certo positivo che l’operazione OPEC sta avendo sul bilancio petrolifero globale.

I fondamenti stanno migliorando nel settore dell’energia in quanto la crescita del flusso di cassa disponibile e il miglioramento dei bilanci si stanno manifestando in società di qualità. Restiamo positivi sul settore e riteniamo che alcune aziende risplenderanno con gli attuali prezzi del petrolio e con interessanti valutazioni relative con un basso rapporto prezzo/EBITDA e prezzo/utile. Continuiamo a privilegiare i nomi europei integrati, nonostante le loro relative sovraperformance recenti.

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