Gli Usa trainano i mercati azionari, occhi puntati su mercato del lavoro e mosse Fed

A cura di Alessandro Allegri, Amministratore Delegato di Ambrosetti AM Sim

Il mese di novembre ha portato qualche presa di beneficio in più sui mercati azionari, da parte di operatori di breve termine ed in particolar modo nella fase iniziale, soprattutto sui mercati dell’area Euro riproponendo comunque un recupero interessante proprio a conclusione del mese. Il saldo complessivo è positivo a livello globale (+1.40% Msci world) con una crescita marcata offerta soprattutto dai mercati emergenti ed in particolare da quelli dell’area asiatica (HongKong +3.30%). Interessante anche la crescita degli Stati Uniti (+2.81%) capaci di nuovi massimi storici sia per l’indice S&P500 che per il Nasdaq. Positivo il Giappone che assesta la crescita annua attorno al +18% mentre sono le borse dell’area Euro a soffrire maggiormente (-2.83%) con discese generalizzate su tutte le principali piazze finanziarie. Sul lato settoriale sovraperformano tutte le tematiche legate ai consumi mentre recuperano forza sia le Telecomunicazioni che i titoli del comparto Energy.

In questa fase i mercati azionari stanno riflettendo in maniera puntuale la situazione economica con una dinamica rialzista strettamente connessa ai miglioramenti in atto a livello di ciclo reale. Negli ultimi mesi infatti la dinamica macroeconomica statunitense sta mostrando segnali di stabilizzazione dopo il rapido rafforzamento dei trimestri precedenti. Nel complesso, l’economia americana mostra condizioni positive che confermano l’accelerazione economica in atto e la capacità di sostenere il percorso di potenziale rialzo dei tassi in una fase di ormai chiara maturità a livello di ciclo economico. L’attenzione quindi si sposta in particolare sul mercato del lavoro, oggi il vero driver, insieme all’inflazione, delle future mosse di politica monetaria da parte della Fed.

Sul lato Euro la congiuntura economica si conferma su livelli sostenuti con attese favorevoli in merito alla crescita per i trimestri a venire. A sostegno del mercato giova la rapida accelerazione della fiducia dei consumatori che si mantiene a ridosso dei massimi dal 2000 in attesa che il livello dei consumi privati acceleri la sua fase di miglioramento e, soprattutto, vada a ridursi ulteriormente il tasso di disoccupazione a livello di Eurozona dove le divergenze e la disomogeneità fra i vari paesi, su questo dato, continuano a rappresentare il tassello di maggior fragilità. In questo contesto si sta muovendo la Bce che, con il prolungamento del Quantitative Easing, seppure con un minor ritmo di acquisti, cerca di mantenere i livelli di sviluppo economico raggiunto e, soprattutto, cerca di stimolare l’inflazione, ad oggi ben al di sotto dei livelli desiderati.

Sul lato Bond, l’ampia discesa dei rendimenti offerta dai decennali Euro nel mese di Ottobre, anche a seguito dell’effetto prolungamento del Quantitative Easing da parte BCE, è continuata, almeno parzialmente, nel mese di novembre consegnando contrazioni marcate dei differenziali di rendimento verso la Germania, soprattutto da parte di Italia e Portogallo, mentre è risultata pressoché nulla per il decennale spagnolo che subisce le incertezze politiche della questione catalana.

Differente lo scenario Oltreoceano, dove l’andamento del rendimento sul Treasury risulta in lieve rialzo nell’ultimo mese complice un rafforzamento delle attese per una politica monetaria maggiormente restrittiva a seguito della nomina del nuovo presidente della Fed a partire dal 2018. In generale si evidenziano i primi fenomeni di flatening della curva, con i tassi a breve in salita marcata, tendenza che dovrebbe proseguire anche nella prima parte 2018.

Sul lato materie prime prosegue la crescita del petrolio (+3.02% Brent nel mese) aiutato da un divario tra domanda e produzione pressoché azzerato, grazie ad una domanda in forte crescita sebbene si stia registrando un significativo ritorno alla produzione degli impianti di Shale Oil. Il rafforzamento delle quotazioni del greggio sta permettendo inoltre una ripresa di generazione di flussi di cassa positivi per le imprese americane. A partire dal mese di settembre la dinamica positiva della valuta Euro ha subito un significativo arresto con un recupero di forza, soprattutto, della valuta americana favorito anche dalle rinnovate tensioni sul sistema bancario europeo e da qualche incertezza politica in Spagna oltre all’avvicinarsi dello snodo elettorale in Italia. Sugli equilibri futuri comunque continuerà a pesare maggiormente la divergenza tra le politiche monetarie delle Banche Centrali con l’Euro ad oggi ancora molto sostenuto.

Nonostante qualche recente incertezza, che potrebbe trascinarsi anche nel mese di dicembre, rimane positivo il clima sui mercati azionari con attese di prosecuzione della crescita seppur in un contesto di potenziale aumento della volatilità, ad oggi ancora su livelli storicamente bassi. Più prudente l’atteggiamento verso le obbligazioni con una riduzione sugli strumenti meno liquidi.

Per dicembre si conferma una significativa esposizione azionaria a livello complessivo. L’allocazione resta concentrata sui mercati sviluppati con un alleggerimento tattico delle posizioni sugli azionari emergenti. A livello settoriale rimaniamo focalizzati su Finanziari, Energy e Consumi Ciclici. Ancora prudenziale l’investimento sugli strumenti obbligazionari mentre viene prorogata l’esposizione valutaria extra euro.
 

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