Natale in anticipo?

A cura di Olivier De Berranger, Chief Investment Officer di La Financière de l’Echiquier
A dicembre, stando alla consuetudine, spira un vento di entusiasmo sui mercati. Le statistiche fugano infatti ogni dubbio! Se dal 1987 negli Stati Uniti l’S&P 500 ha registrato nell’80% dei casi una performance media del 2,8%, in Europa lo Stoxx Europe 600 ha messo a segno una performance media del 3,7% nel 75% dei casi. Per giunta, negli ultimi 30 anni l’indice europeo ha totalizzato soltanto tre flessioni superiori al 2% (2002, 2008 et 2015). Possiamo per tanto ipotizzare di chiudere l’anno in tutta tranquillità? La domanda è lecita viste le scadenze economiche e politiche che scandiranno le prossime settimane.
Raramente, infatti, un mese di dicembre è stato così ricco di notizie. Sul versante USA vanno ricordate le scadenze relative alla riforma fiscale, dalla votazione del testo in Senato il 1° dicembre alla chiusura della sessione parlamentare il 15 dicembre – data ultima per approvare il testo definitivo. Va altresì sottolineata la riunione della Fed il 13 dicembre che dovrebbe sancire un nuovo rialzo dei tassi.
L’Europa non è sicuramente da meno con le trattative sulla Brexit: dopo l’accordo raggiunto la scorsa settimana, si aprirà una nuova fase cruciale per i negoziati nel corso del vertice europeo dei 14 e 15 dicembre. In Catalogna, si profilano le elezioni regionali in presenza di due blocchi contrapposti, a favore e contro l’indipendenza, che risultano testa a tesa nei sondaggi.
Gli eventi della scorsa settimana rispecchiano quanto è successo durante il mese. Votata la riforma fiscale in Senato, gli investitori si sono focalizzati sulla fase di riconciliazione che si apre con la Camera dei Rappresentanti.
A fine settimana, mentre la Francia piangeva la scomparsa a qualche ora di distanza di due dei suoi mostri sacri, il Regno Unito e l’Unione Europea giungevano a un accordo su tre dei principali ostacoli nelle trattative: gli accordi commerciali post Brexit – il prezzo del divorzio che il Regno Unito dovrà assolvere per lasciare l’Unione, la definizione della frontiera tra l’Irlanda e l’Irlanda del Nord e infine la sorte dei cittadini europei che vivono nel Regno Unito. Può quindi iniziare la seconda fase delle trattative…
C’è motivo di temere che il tradizionale adagio borsistico non si verifichi a dicembre 2017? Probabilmente no! Da un lato, gli eventi intervenuti dall’inizio del mese sono stati sicuramente costruttivi e, dall’altro, si può ragionevolmente sperare in un esito positivo sia per la riforma fiscale americana che per le elezioni in Catalogna. Queste varie scadenze avranno il merito di chiarire la situazione per gli investitori all’inizio di un 2018 che, come spiegavamo la scorsa settimana, si annuncia positivo sul piano macroeconomico e ricco di sfide in varie aree del mondo.

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