Bce, focus sulla revisione delle previsioni

A cura di State Street Global Advisor

Con la riduzione del programma di acquisto di asset annunciato durante lo scorso meeting, il focus principale dell’incontro della BCE di questo mese è stata la revisione delle previsioni. Come prevedibile, le attese sulla crescita sono state riviste al rialzo sulla scia dei dati sulla produzione più robusti per il terzo trimestre, ma l’inflazione resta sufficientemente al di sotto del target e infatti non si prevedono cambiamenti delle previsioni o una maggiore innovazione dal punto di vista politico per diverso tempo. Dato che dal meeting di oggi non si attendevano grandi novità, i mercati dei tassi e del reddito fisso dovrebbero gestire senza problemi il comunicato della BCE e le dichiarazioni del presidente Mario Draghi. Il focus sul prossimo anno diventa ancora più importante: se si porrà fine al quantitative easing e ai tassi negativi, l’inflazione dovrà migliorare ulteriormente e mantenersi su un livello più alto di quello attuale.

Non erano previste delle sorprese da parte della BCE, visto che nell’ultimo meeting aveva già annunciato la riduzione del programma di acquisto di asset a partire da gennaio. Se da un lato Draghi ha sottolineato la costante forza della ripresa dell’area Euro, cosa che a sua volta incoraggia l’ottimismo della BCE sulla ripresa dall’inflazione, dall’altro è stato comunque espresso un certo grado di cautela in merito al basso livello di inflazione sottostante e alla conseguente necessità di un continuo sostegno politico. Tutto questo è supportato dalle previsioni di crescita relativamente robuste che sono state divulgate oggi, mentre le previsioni sull’inflazione, sebbene il miglioramento per il 2018, non mostrano ancora alcun segnale di ripresa significativa, con nuove previsioni per il 2020 che stimano un’inflazione pari all’1,7%. La fiducia della BCE è in aumento, ma non abbastanza da portare all’annuncio di cambiamenti del programma di acquisti. Pertanto non prevediamo reazioni di mercato significative dopo l’annuncio di oggi.

Con la BCE che termina l’ultimo mese di acquisto di asset per 60 miliardi di euro e visto che da gennaio vedremo la prima riduzione del programma a 30 miliardi di euro, la maggior parte dei segnali di politica monetaria erano già stati comunicati.

Invece la BCE si è concentrata sulle notizie positive provenienti dai dati, rivedendo potenzialmente le previsioni per il prossimo anno sulla base di forti dati sulla produzione. Allo stesso tempo, l’inflazione rimane ostinatamente bassa, elemento che peserà sulla volontà di normalizzare o irrigidire la politica monetaria troppo rapidamente. Tuttavia, nella settimana precedente all’incontro, i titoli di stato denominati in Euro hanno registrato un rally e anche la curva si è appiattita.

Nel 2018 affrontare l’andamento della curva dell’euro sarà più difficile e lo stesso vale per il profilo rischio/rendimento dei bond sovrani denominati in euro, qualora la normalizzazioni della politica monetaria dovesse essere effettuata più rapidamente di quanto anticipato. Ulteriori sviluppi legati all’inflazione rappresentano ancora la chiave di volta ma l’inflazione salariale faticherà a fare il suo ingresso nell’Eurozona nel suo complesso.

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