Inflazione è sempre più la parola d’ordine delle Banche Centrali

A cura di Deutsche AM

Come c’era da aspettarsi, la Federal Reserve ha innalzato i tassi d’interesse. Il giorno successivo la Banca Centrale Europea e la Bank of England hanno rilasciato dichiarazioni positive sull’economia. La Bank of Japan invece resta isolata.

La Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti ha innalzato il tasso d’interesse di riferimento all’1,25%-1,50% e confermato che si aspetta che l’andamento dell’economia giustificherà aumenti dei tassi d’interesse ulteriori. I membri del Comitato della Fed si aspettano tre rialzi dei tassi nel 2018. La stima media per la crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) per il 2017 è stata incrementata dal 2,4% al 2,5% e per il 2018 dal 2,1% al 2,5%. La previsione mediana per la disoccupazione è stata abbassata dal 4,3% al 4,1% per il 2018 e dal 4,1% al 3,9% per il 2019, mentre le aspettative per l’inflazione sono restate immutate. Janet Yellen nel corso della sua ultima conferenza stampa da presidente della Fed ha ammesso che la comprensione delle forze che determinano l’inflazione è “imperfetta” –un problema che non è limitato alla Fed. L’altra domanda implicita è fino a che punto la riforma delle imposte spingerà la crescita economica. La risposta si farà attendere finché non avremo chiarezza sui dettagli del taglio alle imposte. Per il momento, la Fed ha lasciato la propria previsione per la crescita del PIL a lungo termine immutata.

La Banca Centrale Europea (BCE) ha lasciato i tassi d’interesse immutati ma, come la Fed, ha pubblicato stime economiche più positive: la crescita del PIL è stimata al 2,4% nel 2017 rispetto al 2,2% di prima, ed al 2,3% per il 2018 rispetto all’1,8% precedente, nonché all’1,19% per il 2019 rispetto all’antecedente 1,7%. È stata incrementata addirittura la stima per l’inflazione, ma sarebbe prematuro concludere che l’era dell’inflazione bassa nell’Eurozona sia finita. La BCE tuttavia ha sottolineato che il sostegno monetario sarà aumentato o mantenuto in caso di bisogno. La Bank of England da parte sua non ha pubblicato previsioni economiche nuove ma si è mostrata più ottimista, anche se ha sottolineato che la crescita economica nel quarto trimestre dell’anno prossimo potrebbe rallentare.

La Bank of Japan (BoJ) è indietro con la politica monetaria rispetto alle altre banche centrali maggiori, e l’assenza d’inflazione continua ad essere un problema, ma per lo meno c’è una discussione sulla politica monetaria, e potrebbe darsi che gli acquisti di obbligazioni da parte della banca centrale potrebbero essere ridotti. Ma il controllo della curva dei tassi resterà con noi ancora per un periodo di tempo indeterminato.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!