L’Europa troverà il suo “swing” nel 2018

A cura di Franz Weis, portfolio manager di Comgest

Come evidenziato dal significativo surplus commerciale pari al 4,5% del PIL, che è doppio rispetto alle precedenti decadi, l’Europa ha attraversato negli ultimi cinque anni un periodo di grandi sforzi tesi al risparmio. I governi hanno dovuto far fronte al deficit fiscale, specialmente nella periferia, mentre gli alti tassi di disoccupazione hanno messo in crisi la spesa dei consumatori e le società hanno mantenuto un cauto impiego della spesa per investimenti.

L’Europa è stata una delle zone geografiche in grado di creare il maggior numero di posti lavori negli ultimi due anni – grazie all’accelerazione della crescita del PIL fino al 2,5% con cui si è tornati per la prima volta ai livelli di crescita economica pre-crisi.

Sul fronte societario, il 2017 è stato il primo anno di crescita delle vendite aggregate dal 2012 e di una forte ripresa generale. Con un +6%, è la quarta miglior performance annuale da inizio secolo. Gli utili dei settori energetico, minerario e finanziario sono risaliti dai livelli negativi record, e la crescita degli utili per azione in Europa è salita oltre il 20%, come largamente anticipato dalla forte rotazione verso titoli finanziari e ciclici alla fine del 2016.

Nel Regno Unito la crescita dell’inflazione, il primo aumento dei tassi di interesse dai tempi della crisi finanziaria e un mercato immobiliare più morbido stanno destando preoccupazioni rispetto alla crescita economica più debole della Gran Bretagna. L’impatto negativo sulla sterlina e sul mercato azionario del Regno Unito è stato rafforzato dalla mancanza di progressi in merito a una Brexit “benigna”. Il risultato di tutto ciò è una mancanza di crescita degli utili aggregati dell’MSCI Europe nel corso del 2017. Le valutazioni sono calate significativamente nel corso del 2017, con il rapporto prezzo/utili calcolato sugli ultimi dodici mesi dell’MSCI Europe che è sceso del 10% fino a un multiplo pari a 18,8.

Cosa aspettarsi dal 2018?

L’azionario europeo presenta un caso di investimento interessante per il prossimo anno. Anche se molte cause di incertezza politica si sono risolte nel corso del 2017, la Brexit rimarrà probabilmente un problema. La solida fiducia di società e consumatori sono indicatori di una crescita economica solida in Europa, spinta da fattori domestici e dalla ripresa dei mercati emergenti – diventati ormai significativi per l’export tanto europeo quanto statunitense.

La solida fiducia di società e consumatori crea un contesto favorevole alla crescita degli utili societari. Dopo dieci anni in cui gli utili hanno sempre deluso, le revisioni degli utili sono recentemente diventate positive. È opinione diffusa che ci si possa aspettare un +10% nel 2018, un valore superiore alla media storica di lungo termine. La valutazione, attualmente a 14,8 volte gli utili stimati dei prossimi dodici mesi, sembra ragionevole.

La sovraperfomance delle strategie growth crescita rispetto a quelle value nel corso del 2017 è stata meno pronunciata in Europa rispetto al resto del mondo. La significativa esposizione degli Stati Uniti e dei mercati emergenti sui principali titoli tecnologici statunitensi (FANG) e cinesi (BAT) e in generale sul settore tecnologico è stata il fattore principale della performance di questi mercati. Di contro, l’onda positiva è stata più ampia in Europa. Se questi titoli dovessero fare un passo indietro, l’azionario europeo potrebbe rivelarsi meno vulnerabili e più difensive visto il ridotto legame tra la perfomance e questi titoli.

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