L’euro forte per ora grava in parte sulla Borsa ma non sull’export

A cura di Cassa Lombarda

Eurozona: l’euro forte per ora grava in parte sulla borsa ma non sull’export, che cresce con surplus prossimo al record storico Pochi dati macro in settimana. L’espansione del surplus della bilancia commerciale, conseguente a un aumento dell’import inferiore all’aumento dell’export, è stata superiore alle attese e lo ha riportato in prossimità dei massimi di sempre, nonostante a novembre l’euro si sia rafforzato da 1.16 a 1.19 circa. Anche la produzione edile ha accelerato la crescita. Viceversa, la revisione finale dei prezzi ha confermato la debole anticipazione e le immatricolazioni di auto hanno chiuso l’anno con un calo mensile che fissa la media annua al +3.3% a/a pari al livello del 2014, quindi inferiore alle crescite boom del 2015-16 ma ancora sopra i livelli della lunga ripresa post crisi 2009. Questi dati sembrano anticipare un possibile passaggio di staffetta come motore della crescita, dall’auto al residenziale.

Usa: economia sostenuta nonostante qualche dato in consolidamento fisiologico o per maltempo Anche questa settimana è stata caratterizzata da alcuni dati in fisiologico consolidamento ma livello molto elevato. Manifattura NY e fiducia commerciale sono scese ai valori medi del 2017, che sono però i massimi dal 2008, e lo stesso vale anche per le Nuove costruzioni, che hanno subito anche l’impatto estemporaneo del maltempo. La Fiducia dei costruttori edili è in marginale calo ma dal massimo dal 5/99. La fiducia dei consumatori è scesa, invece, sotto la media del 2017, soprattutto per la componente Corrente, forse influenzata dal maltempo, ma resta superiore a tutti i periodi dal 2008 ed è compensata da Aspettative economiche e Benessere in ulteriore rialzo nonché dal mercato del lavoro sempre molto forte che segna il nuovo minimo di richieste settimanali di disoccupazione dal 2/1973. La produzione industriale chiude l’anno in forte accelerazione come non si vedeva dal 2012.

CINA: buona la tenuta del Gdp, un pò meno la qualità della crescita Il 2017 ha chiuso con un Pil trimestrale in crescita stabile e la prima variazione annua in crescita dopo 6 periodi consecutivi di contenuta decelerazione. Il buon andamento ha beneficiato di un aumento di erogazione del credito e una spinta sugli investimenti. Nel complesso, però, il ruolo del consumo sta aumentando, con i servizi arrivati al 50% del Gdp. L’eccesso di capacità produttiva è stato ridotto, anche attraverso chiusure di società, e l’inquinamento atmosferico è stato abbattuto anche del 70% dai picchi peggiori dell’anno precedente. Questo non esaurisce però le sfide legate alla necessaria trasformazione strutturale del modello di crescita e di riduzione del debito, che anche quest’anno è cresciuto (seppure meno del +16% del 2016), passando da 259% a 264% del Pil. I dati del solo mese di dicembre hanno evidenziato una decelerazione delle vendite che andrà monitorata con attenzione.

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