Anno da record per gli Etf

Di Marlène Hassine Konqui, Head of ETF Research, Lyxor

Il 2017 è iniziato con grandi aspettative con l’elezione di Trump, i segnali della ripresa USA e una politica monetaria globale ancora accomodante. Anche queste “grandi” aspettative non sono state abbastanza! Il rischio è stato una presenza fissa durante tutto l’anno, dato che la volatilità e i tassi sono rimasti bassi e la crescita solida. A livello globale, i flussi verso gli ETF hanno raggiunto nuovi picchi, e l’azionario è stato il chiaro vincitore, sia nei mercati sviluppati sia in quelli emergenti.

Globalmente, i flussi verso i fondi passivi hanno di nuovo superato quelli registrati verso i fondi attivi. Il 2017 è stato comunque ancora un anno positivo per la gestione attiva, in particolare in Europa, dove i flussi hanno segnato nuovi record. Gli investitori iniziano a riconoscere l’importanza di trovare il giusto equilibrio tra gestione attiva e passiva, al fine di costruire portafogli migliori. Secondo noi, questo trend potrà solo accelerare e gli investitori presto dedicheranno all’individuazione del giusto veicolo di investimento la stessa considerazione che riservano alla corretta allocazione degli investimenti durante il processo di costruzione di portafoglio.

  • A livello globale, il mercato degli ETF ha registrato una crescita impressionante (+34%). Gli afflussi hanno toccato un record di 595 miliardi di dollari (dati al 30/11/2017).
  • La nuova raccolta netta in Europa, pari a €94mld, ha toccato un livello record. In particolare:
  • I flussi verso gli ETF azionari si sono impennati (€63mld), e sono quattro volte rispetto al 2016
  • Gli ETF su mercati sviluppati hanno raccolto la maggior parte di questi afflussi
  • Gli ETF sull’azionario europeo hanno raccolto quasi il doppio rispetto a quelli sull’azionario USA, ma non sono riusciti a battere il record del 2015
  • Globalmente, i flussi verso i fondi passivi hanno superato quelli verso i fondi attivi, ma il divario si è assottigliato

Cos’è successo nel mercato degli Etf nel 2017? Globalmente, il mercato degli ETF ha registrato una crescita impressionante nel 2017, pari a più del 34%, e gli AuM hanno raggiunto $4,569 mld. Contrariamente al 2016, la raccolta netta ha registrato anch’essa un aumento significativo ($595 mld), in uno scenario di mercato rischioso caratterizzato da volatilità e tassi di interesse bassi.

Il mercato globale degli ETF tocca nuovi record Gli asset e gli afflussi verso il reddito fisso e l’azionario hanno raggiunto un livello record nel 2017. Gli ETF azionari hanno raccolto quasi tre quarti degli afflussi (72%, $427mld), il doppio di quanto raggiunto complessivamente dagli ETF nel 2016.

Le esposizioni all’azionario USA si sono posizionate al primo posto, con afflussi pari a $168mld, anche se diminuiti del 7%. Altrove, i flussi sono stati ovunque in ripresa. I flussi verso l’azionario asiatico sono aumentati del 97%, mentre sulle esposizioni europee ci sono stati afflussi pari a $43mld, contro i deflussi per $39mld dell’anno precedente. Le esposizioni all’azionario emergente sono più che raddoppiate, raggiungendo $49mld, mentre gli afflussi sul comparto globale ex-USA sono triplicati, attestandosi su $76mld.

Per il reddito fisso, la crescita è stata più contenuta (+21%) in un contesto di tassi di interesse ancora stabili. I corporate bond, i Titoli di Stato dei mercati sviluppati ed emergenti e gli “aggregate bond” hanno raccolto la maggior parte degli afflussi, pari rispettivamente a $49mld, $20mld, $14mld e $24mld. Gli strumenti High Yield ed Inflation Linked hanno perso un po’ di terreno in seguito alla riduzione del rischio d’inflazione e a una ridotta attrattività del loro profilo rischio/rendimento. In effetti, gli ETF High Yield hanno raccolto meno della metà rispetto ai $6mld raccolti nel 2016.

Almeno globalmente, gli afflussi verso le materie prime hanno subito un significativo calo, attestandosi a $4mld, rispetto ai $10mld del 2016, principalmente a causa dei metalli preziosi che hanno registrato afflussi pari soltanto a $134mln, a fronte di $9mld nel 2016.

Gli stessi trend sono stati visibili anche in Europa? In generale sì, sia in termini di AuM che di afflussi. Gli afflussi (€94mld) sono stati più del doppio rispetto a quelli del 2016, +31% rispetto al record precedente del 2015. Al contempo, gli AuM sono aumentati del 23% rispetto ai €635mld di fine 2016. Gli ETF hanno raggiunto nuovi picchi su tutte le esposizioni, azionario, reddito fisso, materie prime. Il 2017 è stato un anno record!

I flussi verso l’azionario sono aumentati e hanno raggiunto €63mld, quattro volte in più rispetto al 2016 e il 39% in più di quanto raggiunto nel 2015. L’azionario mercati sviluppati ha raccolto circa tre quarti di questi flussi, superando del 31% il picco del 2015, a €47mld. Anche l’azionario mercati emergenti ha battuto il proprio record del 2016, quasi raddoppiando il volume, pari a €8,6mld.

I flussi verso il reddito fisso sono stati di nuovo più attenuati, ma in ogni caso superiori del 6% rispetto al precedente record del 2015. I corporate bond Investment Grade hanno raccolto circa il 40% degli afflussi (€11mld) in un contesto caratterizzato da rendimenti molto bassi e da una politica monetaria accomodante da parte della BCE. La ricerca di rendimento ha favorito gli ETF sul debito dei mercati emergenti, che hanno toccato un nuovo picco (€7.9mld), grazie alla politica meno aggressiva della Fed.

L’eccezione sono state le materie prime, il cui calo a livello globale si è sorprendentemente arrestato. Gli afflussi verso le materie prime in Europa sono aumentati vertiginosamente rispetto al loro record del 2016 del 14% (€3mld). Complessivamente, gli strumenti su indici con esposizione ampia alle commodity hanno raccolto due terzi degli afflussi – + 20% rispetto al record del 2016 pari a €2mld. I metalli preziosi hanno superato il loro record del 2015 dell’8%.

È andata come previsto? Ripresa dei flussi sull’azionario mercati sviluppati Il 2017 si è confermato l’anno di svolta delle condizioni economiche globali, già in ripresa dalla seconda metà del 2016 con il rimbalzo della crescita USA. Di conseguenza, i flussi verso l’azionario mercati sviluppati hanno registrato una vigorosa ripresa. Abbiamo assistito alla più forte inversione di tendenza per gli ETF con i sottostanti europei a €23mld, rispetto ai -7mld€ del 2016, in un contesto economico più positivo. I flussi verso gli ETF sull’azionario francese hanno raggiunto flussi record (€1mld), favoriti dalla nuova politica economica e dalle riforme di Macron. Anche gli ETF sul settore finanziario europeo hanno registrato nuovi flussi record, così come gli ETF Value e small/mid cap (rispettivamente pari a €3mld e €6mld).

I flussi verso gli ETF sull’azionario giapponese hanno registrato una netta ripresa pari a €4mld (da -3mld€) per via della possibilità di uscita dalla deflazione e della probabilità, per la politica monetaria, di restare più accomodante rispetto al resto del mondo sviluppato.

I flussi verso gli ETF sui mercati emergenti continuano la ripresa Il rialzo graduale dei tassi da parte della Fed ha favorito la ripresa dei flussi sugli ETF emergenti, prolungando il trend avviatosi nel 2016. Il trend è stato rafforzato sia dal limitato rialzo dei tassi, sia dal tono delle comunicazioni della Fed.

Nutrito interesse per l’obbligazionario corporate In un contesto di rendimenti bassi e di politiche accomodanti, i corporate bond Investment Grade hanno continuato a riscuotere interesse, raccogliendo il 12% degli afflussi totali, il dato più alto del comparto reddito fisso, con €11mld di raccolta: di questi, circa due terzi sono andati agli USA (€7mld), il resto all’Europa. Il rapporto rischio-rendimento sul mercato del credito Investment Grade USA ha continuato ad essere attraente per gli investitori, mentre il tono rassicurante delle dichiarazioni del Presidente della BCE Mario Draghi ha spinto l’appeal del settore in Europa.

La ricerca di rendimento è ancora al centro della strategia di portafoglio Gli ETF generatori di reddito hanno continuato a raccogliere afflussi significativi (€10mld), in linea con il record del 2016. Tuttavia, è stato un anno a due facce. Il debito dei mercati emergenti è stato il principale vincitore con €8mld di afflussi. I generatori di reddito Smart Beta hanno attratto flussi consistenti, pari circa a €1mld per il secondo anno di fila. I flussi verso gli ETF High Yield sono significativamente rallentati, raccogliendo comunque €1mld (l’anno precedente la raccolta è stata di €3mld) In effetti, questo trend di decelerazione è stato evidente praticamente ovunque nel secondo semestre, ma principalmente per quanto riguarda il debito dei mercati emergenti, dove gli afflussi pari a €841mln nella seconda metà dell’anno sono stati molto più bassi rispetto ai €7mld registrati nella prima metà del 2017. I timori che la Fed potesse alzare i tassi hanno giocato un forte ruolo.

Quali sono state le principali sorprese? I flussi sull’azionario europeo sono aumentati, ma meno di quanto pensassimo Come previsto, i flussi verso l’azionario europeo hanno registrato una forte ripresa, passando da €7mld di deflussi nel 2016 a €23mld di afflussi nel 2017. Eppure questo dato è ancora il 39% al di sotto dei massimi del 2015, nonostante la maggior parte degli altri mercati azionari raggiunga nuovi record. Gli afflussi su indici con esposizione ampia sono stati inferiori di €11mld rispetto al record del 2015, mentre i flussi su indici azionari di singoli Paesi sono diminuiti di €6mld. La mancanza di fiducia nella solidità della ripresa e le incertezze politiche (Germania, Italia, Brexit) sono state in parte responsabili.

Gli ETF globali raggiungono i massimi livelli per le esposizioni mercati sviluppati & mercati emergenti La ri-sincronizzazione della crescita globale e l’elevata valutazione del mercato azionario statunitense hanno innescato significativi afflussi verso gli ETF globali. Nel complesso, gli ETF sugli indici MSCI Developed World e MSCI All Country hanno beneficiato di €15mld di afflussi contro i €9mld del 2016.

Il debito dei mercati emergenti rappresenta circa un terzo del totale degli afflussi nel comparto reddito fisso Gli afflussi verso l’obbligazionario mercati emergenti hanno raggiunto un nuovo massimo nel 2017, toccando gli €8mld (quasi il doppio rispetto al 2016). Si tratta di quasi un terzo di tutti i flussi obbligazionari, dato che gli investitori hanno preso un extra-rischio al fine di ottenere un rendimento maggiore, visto l’orientamento generalmente rialzista della Fed. La marcata decelerazione nel Q4 è stato forse un segno di quello che avverrà.

High Yield in retromarcia Dopo il record raggiunto nel 2015, i flussi verso gli ETF High Yield sono scesi a meno di €1mld nel 2017. In questo segmento di mercato un rapporto rischio/rendimento meno interessante e i timori di problemi di liquidità hanno pesato sul sentiment.

Forte appetito per gli ETF legati all’inflazione I flussi sono scesi al di sotto del livello massimo del 2016, pari a €3mld, ma gli ETF legati all’inflazione sono stati ancora richiesti. I €2mld di afflussi hanno rispecchiato ciò che abbiamo visto nel 2015. Con la ripresa dell’economia mondiale e il trend favorevole della reflazione, gli investitori stanno proteggendo la loro esposizione attraverso gli ETF legati all’inflazione o i breakeven.

Quali sono state le principali tendenze? Gli ETF obbligazionari a breve termine hanno trionfato ancora Con l’avvicinarsi alla fine del Quantitative Easing e con il rialzo generalizzato dei tassi apparentemente più probabile, gli investitori hanno iniziato a cercare strategie alternative di copertura del portafoglio obbligazionario. In questo contesto, gli ETF obbligazionari a breve termine hanno riscosso successo, data la loro ridotta sensibilità ai tassi di interesse. Il 2017 è stato (ancora una volta) un anno record in termini di nuova raccolta per questa asset class, che ha raggiunto i €7mld.

Trend positivo per gli ETF tematici, settoriali e Smart Beta Globalmente, la crescita dei flussi verso ETF tematici, settoriali e Smart Beta è stata molto significativa. I €17mld di nuovi asset raccolti nel 2017 sono in netto aumento rispetto agli 11 registrati nel 2016. La ponderazione o la selezione delle azioni sulla base di dati microeconomici attraggono sempre più interesse da parte di investitori alla ricerca di diversificazione e di modalità diverse per ottenere di più nell’attuale scenario caratterizzato da bassi rendimenti. Ci aspettiamo ancora che questo segmento sarà uno dei principali motori di crescita del mercato degli ETF in futuro.

I flussi verso gli ETF ESG/SRI hanno iniziato a decollare I flussi degli ETF in questo settore sono cresciuti in modo significativo, raggiungendo quasi €3mld rispetto al €1mld registrato nel 2016, dato in linea con il crescente interesse degli investitori per gli investimenti sostenibili. Questi investimenti rappresentano ancora solo una piccola parte del mercato europeo degli ETF in termini di asset (1%), ma i loro flussi hanno rappresentato il 3% del totale dei flussi netti, a riprova del dinamismo di questa tipologia di investimenti.

I flussi verso gli ETF con copertura dal rischio di cambio crescono rapidamente Con una volatilità molto bassa, il contributo della volatilità valutaria rispetto al contributo della volatilità dei rendimenti in valute locali sta crescendo in modo significativo. Ciò alimenta la domanda di ETF con copertura del rischio valutario, tanto che gli AuM sono cresciuti del 70% nel 2017, fino a raggiungere €35mld. I flussi in entrata sono stati pari al doppio di quelli del 2016 (€11mld), alimentati principalmente dalla domanda di copertura USD/EUR e JPY/EUR, e dagli asset rischiosi (azionario e obbligazionario alla ricerca di rendimento).

ETF vs Attivi: vincono gli ETF ma meno nettamente I flussi verso i passivi superano ancora quelli verso i fondi attivi, ma il divario si sta colmando Nel 2017, i flussi verso la gestione passiva sono stati molto dinamici e si sono attestati a 890 miliardi di dollari a livello globale, con un aumento del 42% rispetto al 2016. Sono ancora superiori ai flussi verso soluzioni a gestione attiva, che si sono attestati a 766 miliardi di dollari. Eppure, dopo un calo nel 2015 e nel 2016, è stato evidente il ritorno alla gestione attiva nel 2017. I fondi attivi a reddito fisso hanno registrato la maggior parte degli afflussi (530 miliardi di dollari contro 182 miliardi di dollari nel 2016). Complessivamente, i flussi verso i fondi attivi azionari sono ancora negativi (-85 miliardi di dollari), mentre i fondi azionari passivi hanno registrato afflussi per 600 miliardi di dollari.

In Europa, gli afflussi verso fondi attivi e passivi hanno raggiunto il nuovo massimo di €640mld. Le esposizioni al reddito fisso hanno raccolto la maggior parte degli afflussi con (€245mld di flussi verso sulla gestione attiva, €51mld verso quella passiva). Nel comparto azionario, i flussi verso la gestione passiva hanno raggiunto un livello record (€99mld) e sono ancora superiori a quelli verso la gestione attiva (€56mld).

Negli Stati Uniti il quadro è diverso. Quasi tutti i flussi del risparmio gestito vanno verso i fondi passivi (635 miliardi di dollari a fronte di 26 miliardi di dollari). La gestione azionaria attiva ha continuato a registrare significativi deflussi (-181 miliardi di dollari) rispetto agli afflussi verso i fondi passivi (giunti a quota 200 miliardi di dollari). Nel settore del reddito fisso, i flussi verso attivi e passivi sono stati piuttosto limitati.

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