La Bce si prepara a un giovedì da colomba

A cura di Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM

Non ci aspettiamo nuove decisioni di politica monetaria da parte della BCE in occasione della riunione di domani. Una delle principali conseguenze del rafforzamento dell’euro è l’effetto sulle condizioni monetarie dell’Eurozona, divenute meno accomodanti. Con un apprezzamento dell’euro del 2% da inizio anno e rendimenti obbligazionari più elevati, anche nei mercati dei bond sovrani, le condizioni monetarie sono più restrittive.

A dicembre l’inflazione core dell’Eurozona si è attestata solo allo 0,9%, e un tasso di cambio più forte porta a una riduzione dei prezzi delle merci e dei servizi importati, influenzando negativamente l’inflazione. Un tasso d’inflazione più basso va contro l’obiettivo della BCE e questa è la ragione principale per cui è probabile che l’istituto di Francoforte estenderà il suo programma d’acquisto di titoli oltre settembre 2018.

Ciò manterrà la politica monetaria molto accomodante, offrirà un supporto per gli asset rischiosi e impedirà un ulteriore apprezzamento del tasso di cambio, che danneggia le esportazioni. Un aumento dei tassi d’interesse quest’anno è fuori discussione, nonostante il miglioramento dell’attività economica. La debolezza dell’economia resta considerevole e la disoccupazione elevata. In sintesi, è probabile che la BCE rimanga prudente e paziente prima di apportare modifiche significative alla sua politica monetaria.

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