Investimenti ciclici

A cura di Francesco Lavecchia, Morningstar
Investire nei settori ciclici non è una cattiva idea, specie ora che la congiuntura si è rafforzata a livello globale. Bisogna, però, fare molta attenzione al picking. Le valutazioni sono alte e trovare titoli di qualità a buon prezzo non è semplice.
Tra le aziende del comparto beni di consumo discrezionali Hanesbrand è scambiato al momento a un tasso di sconto del 28% rispetto al fair value di 32 dollari (report aggiornato al 22 novembre 2017).
Hanesbrand punta su Usa e Europa
Il gruppo americano punta sulla crescita di Stati Uniti ed Europa, regioni in cui produce rispettivamente il 75% e il 12% del suo fatturato. “Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo un progresso dei ricavi del 3%, grazie all’aumento della sua quota di mercato e a nuove acquisizioni, e un’espansione del margine operativo di circa 100 punti base dall’attuale 15% al 16% nel 2021”, dice Bridget Weishaar di Morningstar. “Negli ultimi tre anni il margine operativo è salito dal 9,7% al 15% e crediamo che questa espansione sia destinata a continuare anche in futuro per effetto delle crescenti sinergie tra i vari brand del gruppo e della nuova strategia che mira a spostare l’offerta verso i prodotti a maggior valore aggiunto”.
Hanesbrand è riuscita a costruirsi una posizione di vantaggio all’interno del settore grazie a un portafoglio marchi di assoluto valore (come Champion, College Apparel e Just My Size), al controllo della catena dei fornitori e a elevate economie di scala. In questo modo l’azienda riesce a ricavare mark-up elevati sui prodotti e dunque a mantenere margini di profitto superiori alla media.
La stabilità dei Paesi del nord premia Nordea
Nel settore finanziario Nordea beneficia della stabilità economica dei Paesi dell’Europa del nord in cui opera e promette di trarre vantaggio dal futuro incremento dei tassi di interesse. “Questa regione ha resistito meglio alla crisi finanziaria e ora che la congiuntura si sta rafforzando, tanto da far intravedere la possibilità di un aumento del costo del denaro, i benefici per gli istituti di credito potrebbero essere ancora più alti”, dice Stephen Ellis di Morningstar.
“Nordea ha una quota di mercato dominante in Svezia, Finlandia, Norvegia e Danimarca, in cui ricava il 90% circa del suo reddito operativo, e opera nei segmenti della banca retail, commerciale, private banking e dell’asset management. La banca svedese ha costi di produzione molto competitivi, grazie alle elevate economie di scala che la sua struttura le permette di generare, che siamo convinti potranno ulteriormente calare in seguito ai forti investimenti nella digitalizzazione dei suoi servizi e della semplificazione delle sue operazioni”. Le previsioni per i prossimi cinque anni indicano una crescita media del fatturato del 4%, ma il mercato sconta il titolo del 17% rispetto al fair value di 121 corone svedesi (report aggiornato al tre gennaio 2018).
Materie prime per i consumer
Symrise produce materie prime per le aziende attive nel settore beni di consumo e promette di salire nel fatturato a un ritmo del 6% nei prossimi cinque anni grazie alla crescita del settore fragranze e cosmesi in Europa e al recente ingresso nel segmento pet-food. “Il gruppo tedesco ha un portafoglio clienti composto da un numero elevato di piccoli clienti, cosa che la aiuta a ridurre il rischio e di sfruttare il miglioramento dei fondamentali delle imprese locali”, dice Rob Hales di Morningstar.
Symrise ha una forte posizione di vantaggio competitive all’interno del settore per effetto degli elevati costi di switch che i suoi clienti dovrebbero sopportare per passare a un diverso fornitore. Per un’azienda che produce profumi, creme o alimenti, la spesa per la fornitura di aromi e fragranze rappresenta una parte insignificante del costo complessivo di produzione. Nonostante, quindi, Symrise non abbia alcun potere contrattuale nei confronti dei propri clienti, questi difficilmente cambiano l’azienda tedesca con un altro fornitore poiché ogni ordine risponde alle specifiche richieste dei committenti. Al momento il titolo è scambiato attorno ai 69 euro, a un tasso di sconto di circa il 10% rispetto al fair value che è pari a 75 euro (report aggiornato al 27 novembre 2017).

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