Un 2018 tra rischi e opportunità: la view di Goldman Sachs

A cura di Goldman Sachs Am
Prevediamo che l’espansione mondiale continui anche nel 2018, portando i mercati azionari globali alla conquista di nuove vette, anche se il contesto macroeconomico sarà probabilmente fonte di rischi significativi lungo il cammino. Ci aspettiamo un aumento della volatilità e riteniamo che un approccio dinamico agli investimenti possa aggiungere valore.
Verso nuove vette: l’espansione globale continua, anche se a un ritmo più moderato… Secondo le nostre previsioni, l’espansione globale continuerà nel 2018, sebbene a un ritmo più moderato. Gli Stati Uniti potrebbero vivere il periodo di espansione più lungo dopo quello record registrato negli anni Novanta. In questo scenario, crediamo che le azioni possano conquistare nuovi traguardi e pertanto continuiamo a preferire le azioni al credito e quest’ultimo all’obbligazionario governativo. Questa scala di priorità rispecchia il nostro giudizio sull’attrattività relativa di queste classi di attivo dal punto di vista delle valutazioni, nonché la nostra lettura dei dati economici, in base ai quali il ciclo economico e di mercato non ha ancora raggiunto la piena maturità.
…ma non mancheranno maggiori rischi lungo il cammino. Il 2017 è stato un anno particolarmente favorevole per i mercati azionari: la ripresa globale si è diffusa a macchia d’olio, i tassi di interesse sono rimasti saldamente ancorati e molte delle preoccupazioni politiche che erano emerse a inizio anno si sono affievolite. Tant’è che recentemente l’S&P 500 ha segnato un nuovo record: erano 66 anni che non si registrava un periodo così lungo senza una perdita di almeno il 5%. Questo ambiente favorevole si riflette nei prezzi, e anche se prevediamo nuovi picchi, la crescita dei prezzi sarà probabilmente molto più moderata. Prevediamo anche perdite significative lungo il cammino che, per l’economia e i mercati, sarà irto di insidie. A nostro parere, la combinazione di rendimenti inferiori e maggiori rischi rende più appropriato un approccio dinamico agli investimenti.
Rischio 1: espansione globale più moderata. A nostro parere, la crescita globale ha raggiunto un ritmo difficilmente sostenibile. Sebbene per motivi diversi a seconda delle aree geografiche considerate, i rischi sono perlopiù al ribasso e variano dal surriscaldamento economico negli USA, che potrebbe favorire un inasprimento più repentino della politica monetaria, a un alleggerimento delle politiche di sostegno monetario e fiscale all’economia in Europa, fino all’adozione di un approccio meno favorevole alla crescita in Cina. Non intendiamo posizionarci in linea con questo scenario finché non si manifesteranno segnali più concreti nei dati ad alta frequenza ma prevediamo che il rallentamento della crescita sarà accompagnato da un aumento della volatilità. I Mercati Emergenti (ME), esclusa la Cina, si distinguono in positivo, e per il 2018 prevediamo un miglioramento della loro performance con conseguente ampliamento del divario tra i tassi di crescita dei ME e quelli dei Mercati Sviluppati (MS).
Rischio 2: la stretta delle banche centrali inizierà ad avere un impatto. Il 2018 probabilmente sarà l’anno in cui inizieranno a farsi sentire gli effetti della transizione verso una politica monetaria meno accomodante. Negli USA, le condizioni finanziarie sono più favorevoli e il calo della disoccupazione sta accelerando. Riteniamo che la Federal Reserve (Fed) dovrà continuare a inasprire la politica monetaria per evitare un eccessivo surriscaldamento. Se la crescita non rallenta, i rialzi dei tassi potrebbero essere più repentini. In Europa, il quantitative easing (QE) probabilmente continuerà a sostenere l’economia, ma prevediamo che il tratto più lungo della curva continui ad aumentare, a testimonianza del fatto che anche la Banca centrale europea (BCE) sta per iniziare lo stesso percorso. Siamo ribassisti sulla duration e riteniamo che le valutazioni dei titoli di stato siano inadeguate. Un altro rischio rilevante per l’azionario nel 2018 è rappresentato da un cambiamento più repentino dell’outlook di mercato sulla politica monetaria. Considerati questi fattori, i mercati azionari dovrebbero riuscire a far fronte a un aumento dei rendimenti decennali USA fino al 3% circa senza scatenare forti vendite.
Rischio 3: i timori sulla Cina. Quest’anno abbiamo visto una rapida virata della percezione della Cina da parte dei mercati. Continuiamo a credere che sia possibile evitare un hard landing del paese nei prossimi anni, ma è piuttosto probabile un minore sostegno all’economia a seguito del recente Congresso del Partito. Se questo fattore, o un contesto esterno meno favorevole, dovessero rallentare la crescita, la percezione potrebbe di nuovo cambiare rapidamente, mettendo in luce livelli di indebitamento ancora elevati e un disavanzo di bilancio in aumento. Un cambiamento nell’indirizzo strategico potrebbe far aumentare il rischio di forti vendite, anche se solo temporaneamente. Continuiamo a preferire strategicamente i ME rispetto a quelli sviluppati.
Altri rischi: tensioni geopolitiche, politiche di Trump e sorprese al rialzo. Sul versante dei rischi, ci preoccupano quelli geopolitici, in particolare la situazione in Corea del Nord e i rapporti commerciali statunitensi. D’altro canto, le aspettative del mercato circa l’attuazione di politiche favorevoli alla crescita da parte del Presidente Trump sono diminuite a tal punto che ora riteniamo vi sia spazio per sorprese positive. Al ritmo attuale, la crescita globale potrebbe dimostrarsi più sostenibile.

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