Emergenti, l’importanza della scelta

A cura di Enzo Puntillo, responsabile obbligazionario per i mercati emergenti di Gam

Il 2017 è stato un anno positivo per gli asset Emergenti, anche se il contesto di trading non è stato privo di sfide. Il fattore più importante è stata la crescita globale, più sincronizzata rispetto al passato recente e destinata probabilmente a rimanere tale nel prossimo futuro. Il complesso degli Emergenti trae grandi benefici dalla crescita sincronizzata dato il potenziale ancora da sviluppare che caratterizza i singoli Paesi. Ciò significa che periodi di forte domanda estera risultano in una crescita che non è limitata dalla vicinanza al picco di output, condizione che si verifica invece per i mercati sviluppati.

Guardando al 2018, si individuano evidenti variazioni del ciclo tra le diverse aree geografiche chiave. Da un lato, l’Europa e gli Emergenti sembrano rimanere nelle prime fasi di un periodo di espansione, mentre gli Stati Uniti sono quasi certamente entrati nella seconda parte e oltre. Allo stesso tempo la Cina ha organizzato un rallentamento volontario di entità ridotta, cercando di frenare la crescita del credito e – possibilmente – gettare le basi da cui l’economia possa ripartire.

Nonostante la crescita sincronizzata a livello globale, la pressione inflazionaria rimane quasi del tutto assente, se si escludono picchi di breve durata e di natura regionale. Non è certo una sorpresa, dato che la dinamica deflazione / inflazione è diventata una questione più strutturale che ciclica. La crescita della domanda è controbilanciata dall’impatto che sta avendo la digitalizzazione globale.

Tra le principali economie mondiali, l’UE è rimasta indietro nell’organizzare la ripresa. Questo implica che i rendimenti dei bond dovranno aumentare significativamente rispetto ai valori attuali e che i prezzi dovrebbero quindi essere interessati da una riduzione sostanziale. È quindi lecito aspettarsi che una marcata sottoperformance dei Bund rispetto ai Treasury.

Simile è anche la situazione degli Emergenti, laddove non solo dovrebbe esserci un’ulteriore ripresa, ma i benefici addizionali del ribilanciamento economico devono ancora manifestarsi completamente. Dopo diversi anni difficili, in cui il deficit delle partite correnti e i tassi di crescita del credito in calo avevano influito negativamente sulla crescita del PIL, la maggior parte delle economie stanno attualmente raccogliendo i frutti delle azioni riparatrici intraprese. Il Brasile rimane il caso più evidente e avanzato in termini di ribilanciamento e altre economie dell’America Latina potrebbero beneficiare dall’emergere di traiettorie simili a quella brasiliana, concetto valido anche per il Ghana e l’Ucraina in qualità di mercati di frontiera.

Per contro, siamo molto attenti al mercato high yield statunitense. La crescita continua da anni ed è assolutamente possibile che alcuni titoli meno solidi siano stati spinti da un ridotto costo del capitale, in un periodo nel quale un aumento dei tassi di interesse a breve termine potrebbe portare a una serie di default. L’appiattimento della curva dei rendimenti statunitense potrebbe anche essere interpretato come un segnale che l’economia rallenterà in un futuro non troppo lontano. Gli spread del credito risultano quindi troppo stretti in questa fase del ciclo.

Quanto alle valute del G10, abbiamo una view neutra sul popolare cambio Euro/Dollaro. Non crediamo che si ripeterà la situazione del 2014/15 in cui le due valute si erano allontanate così tanto da dover forzare un cambiamento. Per questa ragione troviamo più interessanti altre opportunità di investimento, come ad esempio la valuta svedese che appare fortemente sottovalutata rispetto alla solida economia sottostante.

Individuiamo buone opportunità anche nel credito degli Emergenti. In particolare, i titoli in valuta forte offrono pick up interessanti in relazione al credito statunitense. Crediamo quindi che le prospettive siano interessanti sia in termini assoluti che asimmetrici, dato lo slancio che rimane presente nel ciclo degli Emergenti, mentre la ripresa statunitense sta raggiungendo una fase più matura.

Anche nel 2018 rimaniamo concentrati più sulle singole opportunità che ai mercati in generale. Il momentum economico continua a essere relativamente solido e decisamente sincronizzato tra le economie mondiali. In questa fase del ciclo, abbiamo una preferenza evidente per gli Emergenti. Le forti correzioni che hanno interessato le partite correnti degli Emergenti hanno portato benefici significativi in termini di momentum, crescita e stabilizzazione e crediamo che questi fattori dovrebbero tradursi in una buona perfomance degli investimenti nel prossimo periodo.

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