Dinamiche di crescita ancora positive a livello globale

A cura di Adrien Pichoud, Chief Economist Portfolio Manager, Syz Asset Management
Economie avanzate. La dinamica della crescita statunitense non ha mostrato segni di cedimento nelle ultime settimane del 2017, con il sentiment dei consumatori, la spesa per i consumi, gli ordini di beni durevoli, la produzione industriale, i dati immobiliari e gli indici sulla fiducia delle imprese che hanno tutti indicato una solida espansione e un ulteriore trimestre con una crescita del PIL su base annua pari a circa il 3%. Di conseguenza, la Federal Reserve è stata in grado di procedere al terzo aumento annuale dei tassi ufficiali sul breve termine, dimostrandosi fiduciosa che la carenza di mano d’opera qualificata si tradurrà infine in un’accelerazione della crescita dei salari e in una crescente inflazione dei prezzi.
L’approvazione della tanto attesa riforma fiscale quando l’anno era ormai agli sgoccioli può soltanto sostenere questa positiva dinamica di crescita, anche se l’impatto diretto risulterà probabilmente modesto. L’“impatto sulla fiducia” potrebbe essere sufficiente per sostenere le positive dinamiche esistenti sul fronte di investimenti, settore immobiliare e persino dei consumi, poiché di recente il credito al consumo si è ripreso nonostante tassi a breve termine in aumento.
Nel frattempo, nell’eurozona è proseguita la straordinaria accelerazione della crescita osservabile da metà 2016. È in atto una vigorosa risalita di consumi e investimenti interni, sostenuti dalla solida domanda esterna e da condizioni di eccesso al credito molto favorevoli. Questo miglioramento interessa tutte le economie dell’Unione monetaria e si ripercuote in modo benefico anche sulle vicine economie che non appartengono all’area euro, come la Svizzera, la Scandinavia e l’Europa orientale. Anche se l’inflazione permane piuttosto bassa nell’eurozona, è probabile che, alla fine, il positivo contesto di crescita stimolerà il dibattito sulla normalizzazione della politica adottata dalla Banca centrale europea; tuttavia questo non avverrà prima di metà anno, poiché l’attuale programma di QE ridotto giungerà a scadenza soltanto a settembre.
Con ogni probabilità, anche la Banca del Giappone inizierà a discutere seriamente di normalizzazione soltanto dall’estate, in quanto il mandato di Kuroda si concluderà ad aprile. Al momento, il governatore uscente sembra il favorito ma, chiunque assuma le redini della Banca del Giappone nei prossimi cinque anni potrebbe anche essere chiamato a normalizzare gradualmente la politica monetaria, in un contesto segnato da una crescita economica ancora solida.
Economie emergenti. Le dinamiche di crescita continuano a essere positive nelle economie emergenti, poiché una combinazione di fattori macroeconomici globali favorevoli sostiene il livello complessivo di attività: la solida domanda esterna proveniente dalle economie sviluppate, i prezzi energetici e delle materie prime in aumento, un dollaro USA più debole, un’inflazione in calo e talvolta persino bassa (con alcune eccezioni di rilievo come Turchia e Messico) consentono alle banche centrali di allentare la propria politica monetaria.
La dinamica dell’eurozona si riflette positivamente sui Paesi dell’Europa orientale, ad esempio la Polonia. Le economie dell’Asia orientale sono favorite da un tasso di crescita cinese relativamente stabile e da  una robusta domanda globale, soprattutto di prodotti tecnologici. Tra le principali economie dei mercati emergenti, il Sudafrica è l’unica a presentare ancora un quadro economico meno roseo. Nonostante si speri che i recenti avvicendamenti politici portino a un cambio di direzione nella gestione degli affari economici, è improbabile che producano effetti concreti sul breve termine.

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