Italia, risk-on

A cura di Alessandro Tentori, CIO AXA Investment Managers Italia
Ottima la performance degli asset made in Italy durante il mese di Gennaio. Grazie a uno strepitoso +7.3%, il FtseMIB entra nell’élite della performance non solo europea, ma addirittura mondiale. Molto bene anche i Titoli di Stato che riportano una performance positiva del 0.4%, in netto vantaggio rispetto a Francia (-0.9%) e Germania (-1%), ma comunque in leggero ritardo rispetto ai Bonos Spagnoli (+1.1%). Per ora sembra continuare il periodo di grazia dei mercati anche dopo un brillante 2017.
L’Analisi del Rischio. Dal punto di vista dello scenario macroeconomico si può effettivamente parlare di “goldilocks” anche per il Belpaese. Da un lato la crescita globale sincronizzata aiuta la congiuntura interna attraverso i canali delle esportazioni e della fiducia delle imprese. Dall’altro, i rischi inerenti ai bilanci delle banche stanno diminuendo a vista d’occhio come evidenziato dall’inversione di tendenza delle sofferenze. Anche il tema delle elezioni politiche sembra destare poche preoccupazioni, in particolare all’estero.
Un outcome “neutrale” – grande coalizione piuttosto che un Gentiloni bis – sarebbe a mio avviso uno scenario molto positivo per i mercati. A livello di politica Europea sembra esserci uno spiraglio aperto: Mentre Macron è impegnato nei suoi grandi progetti di Unità Europea e Merkel tenta di trovare la quadratura del cerchio all’interno del Bundestag, il governo Italiano può contare su crescita economica, inflazione timidamente in aumento e un possibile miglioramento dei parametri fiscali (anche esso molto timido, però).
Tempo di Previsioni. A scanso di equivoci, io non mi aspetto che il MIB si faccia il 7% ogni mese. Ciononostante, la view espressa nei nostri portafogli è una view positiva sulle tutte le classi di attivo Italiane. I dati ci indicano che gli investitori internazionali sono ancora sottopesati sul “rischio Italia”. Si nota peraltro un interesse crescente per i BTP da parte di portafogli non-residenti, in prevalenza anglosassoni. In assenza di scossoni politici e altri rischi non quantificabili, è lecito pensare che sia l’azionario come anche l’obbligazionario Italiano possano esprimere una sovraperformance relativa agli indici Europei nel 2018.

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