Bitcoin e blockchain: la tecnologia che manderà in soffitta la burocrazia

Se a fine dicembre facevano notizia i rialzi mostruosi dei bitcoin, a volte anche del 25% al giorno, da metà gennaio fanno notizia i ribassi delle cryptovalute, sotto pressione da inizio 2018. I rialzi e i ribassi sono il pane dei mercati finanziari, se i prezzi degli asset non si muovessero come sarebbe possibile guadagnare? E’ naturale che asset come le cryptovalute che hanno una volatilità in doppia cifra, se salgono del 20% al giorno possono anche perdere un 10%-15%. Non si può prima esaltare uno strumento finanziario perché ha performance eccezionali salvo poi demonizzarlo per i suoi forti ribassi. Sarebbe come condannare una Ferrari perché correndo a 300 a l’ora il rischio di morire è maggiore che con una utilitaria. Se a 300 all’ora si fa un incidente è colpa della Ferrari o del pilota che ha commesso un errore? Lo stesso ragionamento vale per le cryptovalute. Lo strumento di per sé non è rischioso, il pericolo delle perdite deriva da come lo si usa. Il rischio sta nell’investitore incauto. Tradare in bitcoin è rischioso come speculare sul cambio euro/dollaro con leva 100. Sarebbe da stolti affermare per questo che l’euro è rischioso.

art 3 - Bitcoin

Andamento del prezzo del bitcoin in dollari da agosto 2017 a fine gennaio 2018

Il bitcoin e tutte le altre altcoin non sono altro che valute digitali che come le monete fiat (le classiche valute come euro, dollaro, yen), servono come merce di scambio per ottenere beni e servizi ed ogni giorno sempre più attività commerciali e professionisti si stanno attrezzando per accettarle come pagamento. La prima transazione in bitcoin avvenne il 22 maggio 2010 quando un programmatore della Florida acquistò due pizze con 10mila bitcoin. Allora la criptovaluta valeva circa 6 centesimi di dollaro. Oggi i bitcoin sono accettati in molte parti del mondo, compresa l’Italia. Per scoprire chi accetta questa valuta come pagamento, si può andare sul sito coinmap.org e troverai censiti servizi commerciali, aziende, professionisti che accettano i bitcoin, Italia compresa.

Ma la vera innovazione in atto, quella che ci cambierà veramente la vita, non è il bitcoin, ma la tecnologia Bitcoin (con la B maiuscola che si distingue dalla moneta bitcoin, con la b minuscola). Bitcoin, Ethereum e tutte le altre cryptovalute sono il prodotto della tecnologia blockchain; le cryptovalute non sono altro che un mezzo di pagamento per usufruire dei servizi collegati a questa innovativa tecnologia. Non è veramente importante capire a fondo come funziona la blockchain (catena dei blocchi), ma è importante capire cosa è.

Bene, immagina un immenso database pubblico, visibile e consultabile da tutti, ma immodificabile, che contiene i codici, gli algoritmi, di tutte le transazione effettuate nel mondo. Questa è la blockchain. Facciamo un esempio. Pensa di effettuare un tradizionale bonifico in cui trasferisci 100 euro a un’altra persona. A quella transazione corrispondono documenti creati dalla banca (in forma digitale o cartacea) come prova della transazione, che vengono conservati dalla banca e da te. Ora, immagina invece che l’operazione sia associata ad una stringa di numeri, che forma un codice alfanumerico unico e irripetibile. Di fatto alla transazione di 100 euro da te ad un’altra persona corrisponde un codice univoco che una volta fatta l’operazione va a memorizzarsi nella blockchain. E quel codice sarà visibile a tutti ed immodificabile.

Hai idea di cosa significhi? Trasferimento immediato di denaro, e non dopo due giorni come accade adesso se fai una operazione online (non parliamo di una allo sportello), spese di intermediazione ridotte quasi a zero. Ma il bello è che questa tecnologia può essere applicata a qualsiasi transazione: acquisto di un vestito, l’acquisto di un auto, quello di una casa. Ci sono notai in Italia che già si stanno attrezzando per utilizzare la blockchain come strumento per registrare e archiviare atti. Per non parlare delle banche che a parole prendono le distanze dalle cryptovalute, ma che stanno lavorando alla tecnologia blockchain e stanno tentando di imporre la cryptovaluta ripple come antagonista di bitcoin.

Art 3 - Ripple

Andamento del prezzo di ripple in dollari da agosto 2017 a fine gennaio 2018

Ti voglio lasciare con una suggestione un po’ più terra terra. E’ vero che i bitcoin e le cryptovalute in generale hanno perso molto a gennaio (e c’è una ragione ben precisa di cui ti parlerò nel prossimo articolo), ma non scordare che dopo le discese ardite, ci sono sempre le risalite!

Lorenzo Masini

Giornalista, docente universitario, formatore, analista finanziario ed esperto in cryptovalute

Hai una domande da pormi? Desideri un mio parere? Mi puoi scrivere a: [email protected]

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