Mutui: vince ancora il fisso e tasso variabile al minimo storico

Il mutuo a tasso fisso è ancora il più amato dagli italiani e a segnare il record di ribassi nel mese di gennaio c’è ancora il tasso variabile.Secondo le rilevazioni dell’ultimo Osservatorio di MutuiOnline.it – aggiornato al 31 gennaio 2018- a sorprendere è infatti ancora il minimo storico del tasso variabile: 0.92%, contro lo 0,93% del mese di dicembre. Un valore mai segnato nello storico dell’andamento dei tassi variabili, che dal 2006 era partito con un 4,28% e nel 2008, periodo di massima auge del mercato immobiliare, era arrivato a misurare il 5,48%.

Eppure gli italiani continuano ad acquistare con un mutuo a tasso fisso, invogliati dalla battaglia che ormai da qualche tempo le banche conducono sul mercato a colpi di offerte e spread al ribasso. Dal quarto trimestre del 2017 a questo primo periodo del nuovo anno le richieste di mutui a tasso fisso sono aumentate del 3,6%, portando al 79,6% la percentuale rilevata sul totale del campione. Il tasso variabile riduce ancora la sua fetta di domanda e scende al 17,8% (era 20,8%), e così anche il variabile con CAP che diventa l’1,7% contro il 2,3% di fine 2017.

Più equilibrato invece il dato sulle erogazioni, che vedono ridursi la percentuale di inizio anno al 72,2% (76,6% prima), segno che le banche accondiscendono alle richieste e si garantiscono clienti a lungo termine, ma cercano di proporre anche altre soluzioni di mutuo comunque convenienti.

Altro dato interessante  riguarda il valore in percentuale dell’immobile in garanzia sul finanziamento: perde quasi due punti percentuali il range 70-80%, segnando il 37,3% delle richieste e guadagna invece il 2,5% l’intervallo di loan-to-value minore e uguale al 50%. L’inversione di tendenza si ripercuote inevitabilmente sulle banche che fanno rilevare dal lato delle erogazioni un incremento del 2,3% della fascia di loan-to-value 50-70%, valore all’interno del quale riescono ancora a mantenere condizioni buone e spread convenienti.

Calano gli importi medi richiesti ed erogati dopo l’entusiasmo di fine anno scorso: 127.930 euro per la domanda (era 128.581 l’ultimo trimestre del 2017) e 123.028 euro le concessioni (123.616 prima). Entrambi i valori sono comunque migliori rispetto alla media rilevata lo scorso anno.

Fa specie, dopo il ridimensionamento straordinario dei valori durante la seconda metà del 2017, la risalita delle surroghe sia dal lato della domanda che dell’offerta. Di fatto, l’Osservatorio segna in questo primo periodo dell’anno rispettivamente il 48,5% (44,6% le richieste nel quarto trimestre del 2017) e il 47,4% (41,3% i mutui con finalità surroga erogati dalle banche nel periodo precedente).

Come si spiega questo fenomeno? Probabilmente anche coloro che non pensavano a una sostituzione del mutuo, hanno voluto cercare un risparmio maggiore approfittando delle condizioni attuali di convenienza dei finanziamenti.

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