Il Segretario al Tesoro e il Dollaro

Il Segretario al Tesoro Geithner non ha avuto un grande inizio di mandato: ha mancato quanto è dovuto comparire per la prima volta davanti al Congresso americano, dove con qualche difficoltà ha spiegato il piano per l’acquisto degli asset tossici; ha dimostrato di essere molto giovane carente in fatto di esperienza politica, in aggiunta la padrpoca onanza con la dialettica e la diplomazia gli hanno reso la vita facile.

Resta il fatto che Geithner non è così incompetente come lo hanno voluto dipingere i media statunitensi.

Ieri, Geithner ha commentato positivamente le parole del Governatore della Banca Centrale cinese,  Zhou Xiaochuan, circa la possibilità di sostituire il dollaro statunitense con un’altra riserva valutaria.

Il nuovo conio, individuato dai cinesi negli Special Drawing Rights (una sorta di certificato creato dal Fondo Monetario Internazionale) potrebbe offrire maggiore sicurezza alle case di Pechino, grazie alla sua maggior diversificazione anche su valute come euro, sterlina e yen.

Il peso delle valute all’interno del basket di riferimento viene ribilanciato ogni 5 anni e con i tempi che corrono e il bilancio statunitense sotto stress, ogni proprosta non sembra tanto strampalata. In aggiunta, se a chidere un cambio di regime nelle riserve valutarie ufficiali è uno stato che detiene debito americano per 739,6 miliardi di dollari, è chiaro che anche quello che una volta poteva essere solo fantasia oggi ha contorni ben delineati.

Dopo questa notizia e soprattutto come conseguenza delle osservazioni (apparentemente favorevoli) di Geithner, il dollaro ha perso valore rispetto tutte le principali valute internazionali.

Gli Stati Uniti vogliono che il dollaro rimanga la valuta di riferimento nelle riserve dei grandi della terra, ma certamente se una tale politica dovesse cambiare il tema non può essere trattato con ‘leggerezza’ magari mentre si tiene una colazione di lavoro.

Sicuramente Geithner non è il campione tra i Segretari al Tesoro Usa ma non è nemmeno peggio della media di quelli che si sono succeduti in questi ultimi dieci anni (Summers, O’Neill, Snow e Paulson). Il suo successo (o fallimento) come Segretario dipenderà molto dalle performance dell’economia americana nei prossimi anni e non da osservazioni occasionali poco riuscite.

Se da un lato quindi i traders si divertiranno parecchio nel leggere le dichiarazioni di Geithner, gli investitori invece devono focalizzarsi sulle linee guida dell’amministrazione Obama.

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