Nel 2018 la fame di infrastrutture in Asia spingerà le materie prime

“L’Asia sviluppata ed emergente è responsabile del 50% dell’espansione globale in corso. La crescita dell’area per il 2018-19 è prevista intorno al 6,5%, ma perché possa essere mantenuta è necessario sostenerla con ingenti investimenti nelle infrastrutture regionali. All’orizzonte permangono comunque dei rischi, legati all’indebitamento dell’economia cinese e alle tensioni geopolitiche regionali”. È l’analisi di Marcel Zimmermann, gestore del fondo 5 stelle Morningstar Lemanik Asian Opportunity, fra i best performer 2017 (+20%).
Il Fondo Monetario Internazionale prevede che la Cina crescerà intorno al 6,6% nel prossimo biennio. Il paese è la prima economia regionale e la numero due nel mondo. Il consumo interno sostiene la crescita nazionale, ma ha anche un importante impatto sull’importazione di beni di consumo e sul turismo. Il Giappone è un altro paese con prospettive positive. La disoccupazione è scesa al 2,8%, un livello che non si vedeva da 14 anni e il Job-to-Applicant ratio, che misura il differenziale tra candidati e assunti nel mercato del lavoro, ha toccato il massimo da 34 anni. In questo contesto, la pressione sui salari dovrebbe aiutare il consumo interno, mentre il paese è uscito da una fase di deflazione. Comunque, l’inflazione rimane sotto il target della Bank of Japan e ci aspettiamo che la banca centrale continui a essere espansiva.
Questa importante espansione economica in Asia può essere mantenuta soltanto con ingenti investimenti nelle infrastrutture regionali”, spiega Zimmermann. “Ci aspettiamo ulteriori rialzi delle materie prime a causa di questi investimenti, un rialzo che supporterà anche paesi produttori come l’Indonesia, le Filippine e la Cina.”
In questo contesto permangono i rischi geopolitici legati alla Corea del Nord e alle tensioni nel Mare Cinese tra la Cina e i paesi confinanti. Altri rischi sono già noti da anni, come l’importante indebitamento del’economia cinese, dove un rallentamento potrebbe creare una crisi finanziaria importante. Tuttavia, il governo è a conoscenza di questo problema e sta cercando di diminuire la leva finaziaria nell’economia.
“Al di là di questi rischi, restiamo positivi sulle valutazioni regionali sia in termini assoluti, sia in relazione al resto del mondo: la regione asiatica produce oltre il 50% della crescita mondiale e detiene valutazioni più attrative degli Stati Uniti, dell’Europa e dell’America latina”, conclude Zimmermann.

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