Jung (Mirabaud AM): “La crescita resterà sincronizzata, ma i rischi non mancano”

L’economia, a livello globale, continuerà a espandersi anche nel 2018, con una crescita sincronizzata tra i paesi emergenti e quelli sviluppati a un ritmo medio del 3,7%“. Questa la previsione di Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM, che spiega: “Lo scorso anno nel mondo la crescita economica  ha accellerato al ritmo più veloce degli ultimi sette anni, con il commercio internazionale che è aumentato del 4,3% in termini reali e con l’economia cinese che ha contribuito all’attività economica globale molto più delle attese, con una crescita del Pil del 6,8%. Quest’anno a spingere ulteriormente il Pil globale contribuiranno in primo luigo gli Usa e i mercati emergenti”.

Nel frattempo, il 2018 è da considerare già come un anno storico, con i mercati azionari che hanno messo a segno la loro migliore performance di gennaio degli ultimi trent’anni e con i titoli obbligazionari statunitensi a dieci anni che invece hanno registrato il gennaio peggiore degli ultimi sessant’anni in termini di rendimento aggiustato per il rischio.

Il futuro prossimo? “I rendimenti obbligazionari negli Stati Uniti e in Europa – afferma Jung – continueranno a tornare alla normalità, in un contesto caratterizzato da una volatilità moderatamente più elevata, un ulteriore calo del dollaro e un’accelerazione al rialzo dei prezzi delle commodity. Quanto all’inflazione,  ci aspettiamo aumenti gradualmente, con i gap tra prodotto interno lordo effettivo e potenziale in ridurrazione”.

Attenzione però: “In Europa – avverte Jung – la crescita rallenterà leggermente, probabilmente attorno al 2 per cento. Negli Stati Uniti poi la riforma fiscale dopo l’anno prossimo amplierà il deficit di bilancio e il suo effetto sull’economia sarà limitato perché il divario tra prodotto effettivo e potenziale sarà ormai positivo”. Non solo. “Nei Paesi sviluppati le banche centrali forniranno un supporto minore alle economie – ricorda l’economista di Mirabaud AM – con la Federal Reserve che ridurrà di 420 miliardi di dollari la dimensione del suo bilancio, portandolo a 4.000 miliardi di dollari e ciò aumenterà il term premium sui titoli sovrani a più lunga scadenza. Anche le condizioni finanziarie si irrigidiranno e, per quest’anno, ci aspettiamo che la Fed effettuerà quattro rialzi dei tassi, ciascuno di 25 punti base”.

“I bilanci della Banca Centrale Europea e della Bank of Japan – sottolinea Jung – continueranno invece a crescere, ma gli acquisiti di asset mensili saranno minori. In Europa, la Bce potrebbe terminare il suo programma di acquisti a fine anno, per poi concentrarsi sui tassi di interesse e sul reinvestimento dei ricavi derivanti dai bond in scadenza. Di conseguenza, vi è un forte rischio che il mercato inizi ad anticipare la fine del ciclo di liquidità ben prima del previsto“.

E non è tutto: “Tassi di interesse reali più elevati – fa notare Jung – fanno sì che investire in oro stia diventando meno allettante, per via del costo opportunità. Per diversificare i portafogli consigliamo ancora un’allocazione in oro del 5 per cento“.

“Il contesto economico – continua Jung – dovrebbe quindi essere positivo per i mercati finanziari, con una crescita globale più rapida, utili aziendali in miglioramento, un moderato aumento dell’inflazione e condizioni finanziarie favorevoli. Tuttavia, l’allineamento di tutte queste variabili comporta un aumento della volatilità all’inizio del 2018 e anche dei rischi. La performance del mercato azionario dipenderà principalmente dalla crescita degli utili e qualunque risultato deludente potrebbe portare a una correzione”.

In questo contesto una gestione altamente attiva, basata su forte convinzioni, da sempre nel Dna di Mirabaud AM, può premiare. “Noi – spiega David Basola, Responsabile per l’Italia di Mirabaud AM – siamo entrati sul mercato dell’asset management nel 2011,durante il boom della gestione passiva, ma abbiamo scelto una strada opposta:investimenti attivi in aree domestiche o di nicchia. Oggi, con la ripresa della dispersione che sembra prendere forza con le politiche monetarie meno espansive, la scelta fatta sei anni fa sta dando soddisfazioni. Negli ultimi anni infatti i rendimenti dei singoli titoli hanno mostrato una correlazione molto stretta, ma è probabile che questa si ridurrà in futuro, consentendo agli asset manager attivi come noi di generare alfa nei portafogli”.

“Diversi fattori – conclude Jung – ci portano a mantenere un’asset allocation neutrale sull’azionario, con una preferenza per i titoli industriali, i ciclici, i bancari e quelli legati alle commodity. Siamo in attesa di una correzione che porti le valutazioni al ribasso verso livelli più attraenti prima di incrementare ulteriormente l’esposizione sui titoli di rischio azionari. Sul fronte obbligazionario, suggeriamo una diversificazione del portafoglio, acquistando bond a tasso variabile e titoli legati all’inflazione. Osserviamo attentamente i movimenti del dollaro, con l’intenzione in futuro di coprire dal cambio i portafogli denominati in euro e in sterline”.

Asset allocation Mirabaud AM

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