In Usa ed Eurozona ancora segnali di forza del ciclo

A cura di Cassa Lombarda

Eurozona: resta forte lo slancio dell’economia nonostante il consolidamento di alcuni dati, ma l’inflazione è deludente In settimana diverse statistiche hanno consolidato, riducendo dai precedenti valori massimi ma restando comunque elevate. Il surplus delle partite correnti si è moderatamente ridotto, come la crescita della produzione edile, le aspettative degli operatori finanziari e i PMI, che prolungano comunque la lunga serie di mesi consecutivi in area espansiva. Nonostante la decelerazione di febbraio, la media dei PMI del primo bimestre 2018 è superiore a quella dell’ultimo trimestre 2017, anno con la crescita maggiore dal 2011, a conferma dell’elevato slancio dell’economia dell’eurozona. Nonostante la forza del ciclo, i dati finali dell’inflazione restano deludenti e lontani dagli obiettivi della Bce, con il dato base che conferma l’anticipazione ma quello globale ridotto per un minor contributo dell’energia.

Usa: forti segnali di forza del ciclo I PMI di febbraio hanno accelerato portando la media del 2018 sopra quella del 4° trimestre 2017. La vendita di case esistenti invece è rallentata, attestandosi poco sotto la media annua del 2017, la maggiore dal 2007. Il ruolo giocato dalla scarsità dell’offerta nella riduzione del dato contribuisce a indurne una lettura non preoccupante. Tra l’altro, il livello delle scorte è ora al minimo dall’inizio della serie storica dei dati nel 1/99 e potrebbe facilmente indurre un aumento dell’attività edile. Altri forti segnali della forza del ciclo arrivano da Aspettative economiche, Benessere dei consumatori, richieste di disoccupazione, Indice principale (un indicatore anticipatore degli andamenti dell’economia) e indice di attività della Fed di Kansas City.

Regno Unito: si stabilizza l’immobiliare e resta elevata l’occupazione, ma prosegue la decelerazione del Pil Il tasso di crescita dei prezzi delle case in vendita risale dai minimi degli ultimi 4 anni, ma resta abbondantemente inferiore all’inflazione. Questo perché si è ridotta la domanda: quella straniera dal timore di ulteriore svalutazione della sterlina e quella nazionale dall’erosione del potere d’acquisto, conseguente all’inflazione causata dalla svalutazione già avvenuta. Il mercato del lavoro si conferma a livelli massimi storici dimostrando di non soffrire per ora delle preoccupazioni per l’evoluzione della Brexit con anche accelerazione della crescita dei salari core, ancora comunque inferiori all’inflazione. La revisione della crescita del Pil, al ribasso rispetto l’anticipazione, prolunga la fase di decelerazione conseguita alla Brexit. Nel trimestre è rallentata la crescita del consumo, portando a chiudere il 2017 al passo minore da 5 anni, ed è calato l’export.

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