Dal G20 si aspettano con ansia messaggi forti

Svegliarsi ogni mattina a ore proibitive e leggere un po’ dappertutto che la situazione è catastrofica, che viviamo la recessione più profonda degli ultimi 100 anni e via dicendo non è esattamente quel tipo di risveglio che ci rende euforici, ma l’ottimismo naturale che pensiamo di avere ci aiuta a capire che in fondo siamo dei privilegiati. Pertanto ci rendiamo conto che svegliarci al calore del nostro alloggio, poterci mettere a scrivere ciò che pensiamo di fronte ad un buon caffè caldo è già un privilegio. Inoltre, il sapere che ci sono persone (ragazzi che coraggio!) che si svegliano altrettanto presto perché aspettano la nostra newsletter, fa si che il dovere di questo risveglio anticipato diventi anche un piacere ! Permetteteci quindi di salutare quei temerari che ci accompagnano in questa avventura giornaliera (Lorenzo M, toscano verace!), dove trovare sempre spunti diversi sta diventando un impresa. Il rischio di ripetere sempre le stesse cose diventa infatti realtà, soprattutto alla luce del fatto che ormai da mesi le notizie sono sempre le stesse. Riusciranno i nostri eroi, ovvero le Banche Centrali ed i Governi a riparare gli enormi danni procurati da un sistema (lungi da noi fare i giudici) che non è riuscito a trovare in se stesso gli anticorpi alla crisi peggiore degli ultimi 100 anni? Come cambierà il mondo? Cosa succederà dopo il G20 che comincia oggi a Londra?

I rapporti di forza tradizionali, quelli che siamo stati abituati ad osservare, potranno cambiare radicalmente, qualcuno parla già di G20 in cui verrà decretata la fine del dollaro come valuta di riserva internazionale, o il G20 in cui per la prima volta la Cina si presenterà come unica super potenza economica e politica, in grado di determinare, almeno in parte, i destini del mondo.
Viviamo per questa ragione, ore di una intensità nervosa eccezionale, e se questo forse non si è percepito nei mercati tradizionali, lo si capisce nel mercato valutario che vive ore particolari.

L’avversione al rischio aumenta e le valute rifugio, dopo una leggera correzione al ribasso hanno ripreso a salire, con costanza. Il dollaro sale nonostante le voci che girano su una sua possibile sostituzione con i Diritti Speciali di Prelievo del Fondo Monetario Internazionale, l’Euro vive un momento in cui le voci di una sua possibile futura crisi potrebbero minarne la stabilità, il Franco Svizzero sale nonostante i timori della Snb per una valuta eccessivamente forte, e lo Yen non ha ancora deciso quale strada prendere.
I dati delle ultime ora non hanno fatto altro che aggravare questo stato di cose, con il Tankan giapponese in declino e le vendite al dettaglio australiane al di sotto delle attese.

In aggiunta domani è il giorno della Bce, che potrebbe adottare misure non convenzionali per sostenere la crisi che attanaglia i paesi dell’ex blocco sovietico. Girano voci di possibili acquisti di valute locali e di vendite di Euro, dopo la svalutazione di alcune di queste monete. Il tutto potrebbe alleviare l’enorme tensione che c’e’ ancora su questi mercati. I giapponesi dal canto loro hanno, attraverso il primo Ministro Aso, annunciato un piano di stimolo per sostenere l’economia, pari circa al 3 per cento del Pil, circa 200 miliardi di dollari, che dovrebbe entrare in vigore per fine aprile e che ha l’obiettivo di creare circa 2 milioni di posti di lavoro.
Sempre riguardo all’Europa, ieri il Ministro delle Finanze Lussemburghese Juncker ha sostenuto che nessun paese lascerà l’Euro, dopo le speculazioni che riguarderebbero l’Irlanda e il dowgrade del debito da parte delle Agenzie di rating. Un bel quadro, non c’e’ che dire.
Ma il mercato dei cambi resta liquido, questo conta. Per ora non vi è stato panico e questo è la chiave per assicurare stabilità nelle transazioni internazionali, almeno questo è un segnale positivo.
E mai come in questi momenti c’è il bisogno di messaggi e notizie positive. La fiducia nel sistema è la chiave per ripartire, ma forse per ritrovarla è necessario lanciare messaggi forti. Questo è il compito del G20 che comincia a Londra. E molti se li aspettano.

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