Gestire le aspettative dei mercati

A cura di Deutsche AM

Il nuovo responsabile della Fed, Jerome Powell, promette continuità nella politica monetaria e nelle previsioni economiche. La maggior parte degli indicatori economici resta positiva, ma intravediamo segni di debolezza.

Nella prima audizione davanti al Congresso in qualità di Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell si è espresso in toni ottimistici sull’accelerazione della crescita economica. Dopo la correzione osservata sui mercati azionari all’inizio di febbraio, che ha posto fine alla più lunga fase positiva in termini di mesi dell’indice S&P 500 dal 1959, si è verificata una ripresa parziale: circa il 60% delle perdite avvenute durante la correzione sono state ora recuperate, in gran parte grazie alla crescita del 19% prevista per gli utili aziendali nel 2018. Ciononostante, nelle scorse settimane si sono manifestate alcune crepe che ci inducono a chiederci quale sia veramente la forza della congiuntura globale. Gli ordinativi di beni durevoli hanno subito una flessione per la prima volta in tre mesi, il Citigroup Economic Surprise Index statunitense, che misura lo scarto tra le attese dei mercati e la realtà, è sceso dai livelli record raggiunti a dicembre 2017 ed è ora ai minimi degli ultimi quattro mesi. Il modello “GDPNow” della Federal Reserve di Atlanta prevede ora una crescita del PIL del 2,6% rispetto al 5,4% di inizio mese. Il contesto economico dovrebbe continuare a essere favorevole alle classi di attivi classi di attivi più rischiose, ma gli investitori potrebbero dover ridurre le loro aspettative; la crescita senza sforzo del 2017 potrebbe non ripetersi.

In Europa il PIL del quarto trimestre del 2017, pubblicato questa settimana, risulta in linea con le aspettative, confermando che la crescita economica procede secondo le previsioni. L’inflazione tuttavia continua a deludere. Attualmente ciò non rappresenta un problema in sé e per sé, ma potrebbe complicare il compito della Banca Centrale Europea, quando sarà necessario ridurre o persino abbandonare il programma di alleggerimento quantitativo che proseguirà almeno fino a fine settembre. Alcuni dati economici dei Paesi dell’Eurozona contribuiscono ad alimentare il clima d’incertezza. Lo sviluppo economico sembra meno prevedibile come se riflettesse ciò che accade negli Stati Uniti. Gli investitori devono calibrare le proprie aspettative.

Il Capodanno cinese ha causato una riduzione dell’attività economica in misura maggiore rispetto a quanto è avvenuto negli anni precedenti. Ma in alcuni settori, come quello tecnologico, la crescita è continuata in modo robusto; in generale prevediamo che crescita del PIL cinese sarà del 6,5% nel 2018, in leggera discesa dal 6,9% dell’anno scorso.

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