Cementieri a sconto

A cura di Morningstar
Le commodity sono care, ma fanno eccezione i materiali per l’edilizia. Il segmento dei building material è scambiato a un rapporto prezzo/fair value di 0,81, complice anche la negativa performance dell’ultimo mese (l’indice Msci world/building products ha segnato -5,87% in dollari al 2 marzo 2018) e al suo interno è possibile trovare titoli di qualità a prezzi convenienti come LafargeHolcim (LHN) e Cemex SAB.
Negli Usa l’Amministrazione Trump ha annunciato un piano di investimenti infrastrutturali che potrebbero fare da traino al settore. “Si parla di cifre attorno a 1.500 miliardi di dollari in 10 anni. Il paese avrebbe bisogno di uno sforzo maggiore per finanziare il mantenimento di quelle già esistenti, ma siamo fiduciosi che questa iniziativa possa favorire la domanda di materiale edile”, dice Kristoffer Inton, analista di Morningstar. “Questo piano strategico, comunque, non impatta sul fair value dei titoli del settore. Le probabilità di successo sono basse, a causa della difficoltà dell’Amministrazione americana nel reperire le risorse finanziare necessarie. E anche nel caso in cui dovesse andare in porto, l’impatto sulla crescita degli utili sarebbe comunque limitato”.
Le occasioni nel settore
Il settore della produzione di materiale edile si caratterizza per il basso rapporto valore/peso. L’alta incidenza dei costi di trasporto, dunque, fa si che le dinamiche regionali prevalgano su quelle globali e, dunque, che vi siano delle barriere naturali all’ingresso di nuovi competitor. Sia LafargeHolcim (nata nel 2015 dalla fusione di Lafarge e Holcim) che Cemex SAB hanno entrambe una forte presenza sui mercati internazionali. Gli elevati volumi di produzione garantiscono loro un forte vantaggio di costo rispetto ai competitor che si traduce in margini di profitto superiori alla media (Economic moat).
LHN beneficerà della forte crescita dei paesi asiatici e in particolar modo dell’India, dove i volumi di produzione dovrebbero salire a un ritmo medio dell’8% nei prossimi anni grazie alla crescita del mercato edilizio privato e degli investimenti infrastrutturali. Mentre il progresso in Cina si attesterà attorno al 3%.
La domanda in America latina sarà trainata dal Messico, mentre in Europa saranno i Paesi emergenti a fare da driver all’aumento della produzione. Gli analisti si aspettano per i prossimi cinque anni un progresso medio dei ricavi del 3% e un’espansione del margine operativo dall’attuale 10% al 14% nel 2022, e stimano un fair value pari a 60 franchi svizzeri (report aggiornato al cinque marzo 2018).
Cemex forte grazie (anche) alla distribuzione
La messicana Cemex è presente sui mercati globali ma è da quello domestico che ricava i margini di profitto più elevati. Qui, diversamente dai paesi mercati sviluppati, la domanda non è trainata dalla spesa governativa o dagli investimenti delle imprese ma dal segmento retail, che rappresenta circa il 65% della domanda complessiva.
Il vantaggio di Cemex non risiede unicamente nelle ampie economie di scala, ma anche dalla capillare rete di oltre 1.800 negozi Construrama, in grado di catturare la domanda delle famiglie.
Le previsioni degli analisti per i prossimi cinque anni indicano una crescita media del fatturato dell’11% che dovrebbe spingere il margine Ebitda dall’attuale 18% al 24% nel 2022. In base a queste ipotesi la stima del fair value è pari a 10,50 dollari (relativamente al titolo scambiato sul Nyse, report aggiornato al 12 febbraio 2018).
Rapporto medio Prezzo/Fair value industria building materials

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