Sorprese in Europa!

Giornata interlocutoria quella vissuta ieri. Si è concluso il meeting del G20 e la Bce ha tagliato i tassi di interesse.
Cominciamo dal primo evento citato. Un successo, a detta di molti. La novità strutturale è da ritrovarsi nel fatto che si sia cominciato a prendere decisioni concrete per cercare di risolvere la crisi che sta affliggendo l’economia mondiale, anziché stilare una sorta di “piano d’intenti” (finale scontato degli ultimi incontri tra i Paesi protagonisti della scena economica mondiale), da attuare chissà quando.
Facendo un veloce sunto, individuiamo i seguenti punti:

– 750 miliardi per il Fondo Monetario Internazionale e le altre istituzioni finanziarie;
– stimolo fiscale da 5.000 miliardi di dollari entro il 2010 per sostenere la ripresa economica;
– lista nera dei paradisi fiscali;
– nuovo consiglio per la stabilità finanziaria globale;
– l’impegno per un nuovo vertice a fine anno.

Al di qua della Manica invece, la Banca Centrale Europea ha sorpreso i mercati finanziari, che avevano scommesso su un taglio di 50 punti base, proponendo un taglio di soli 25 centesimi di punto, lasciando tuttavia aperta la porta a nuove riduzioni del costo del denaro. Sono state citate anche misure non convenzionali di politica monetaria (il Quantitative Easing già adottato da altri Istituti Centrali insegna), quali possibili, da decidere comunque durante il prossimo meeting del direttivo.
La Bce sembra dunque aver preferito mantenere un atteggiamento di cautela, preparando i mercati ad un possibile nuovo intervento il prossimo maggio.
I commenti del presidente Trichet hanno lasciato intendere che i tassi potrebbero scendere ancora “in maniera molto misurata”, mentre per quanto riguarda l’inflazione europea, ha cercato di tranquillizzare gli investitori spiegando che esiste la possibilità di arrivare vicino allo zero (se non di superarlo a ribasso), ma che tale evenienza non deve essere confusa con la deflazione. Disinflazione e deflazione sono infatti due concetti ben diversi (rallentamento dell’inflazione il primo, diminuzione del livello generale dei prezzi il secondo). Secondo il numero uno della Bce, le aspettative inflazionistiche a lungo periodo sono coerenti con l’obiettivo di stabilità dei prezzi e i rischi connessi alla crescita sembrano essere “ampiamente bilanciati”. Infine, la domanda mondiale, e come essa quella dell’area euro, probabilmente cominceranno a recuperare in maniera graduale nel corso del 2010.
Le borse hanno rialzato la testa e una ventata di ottimismo (a volte l’autoconvincimento risulta essere necessario, se non consolatorio) sembra aver investito i mercati.

                                                          EurUsd- grafico 240 min

Ieri la reazione del mercato al taglio dei tassi di 25 punti base è stata immediata: osservando il consueto eurodollaro, supportati da un grafico a 4 ore, è piuttosto evidente come la decisione della Banca Centrale Europea abbia favorito la moneta unica. La notizia ha portato alla definitiva rottura del livello chiave di 1.3340 producendo quasi 200 punti di estensione. Per la giornata di oggi, causa i payrolls, la volatilità potrebbe essere elevata, ma ciò che possiamo notare è come ora 1.3340 possa essere considerato un ottimo supporto e come la rottura di 1.35 (trendline dinamica discendente dal massimo del 23 marzo testata quasi perfettamente per ben quattro volte) potrebbe produrre un ulteriore violento balzo in avanti della moneta unica.

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